Da quando inizia il termine per presentare una querela


A partire da quando decorre il termine per proporre una querela? Ecco entro quanto tempo dal reato si deve agire.
Per alcuni reati, quelli cioè non procedibili d’ufficio, è necessario presentare la querela affinché la Procura possa procedere alla punizione del colpevole. Ciò deve avvenire di regola, entro massimo tre mesi. L’iniziativa spetta unicamente alla vittima che, a tal fine, può presentarsi presso la polizia, i carabinieri o direttamente alla Procura della Repubblica. Ma da quando inizia a decorrere il termine per presentare una querela? A chiarire questo delicato aspetto – da cui dipende l’esito stesso del procedimento penale contro l’imputato – è stata, proprio di recente, la Suprema Corte di Cassazione.
Nel seguente articolo vedremo una rassegna di pronunce della giurisprudenza che, entrando nel merito della questione, chiariscono come si calcola il termine per la prestazione della querela, da quale giorno bisogna iniziare a computare i tre mesi. Ma procediamo con ordine.
Indice
Il termine per la prestazione della querela
Ai sensi dell’articolo 124 del codice penale, la querela va necessariamente presentata entro tre mesi dal giorno della notizia del fatto che costituisce il reato.
Vi son poi delle eccezioni. Ad esempio nel caso di stalking, il termine per la querela è di 6 mesi, mentre nel caso di violenza sessuale è di 12 mesi.
Da quando decorre il termine per la querela?
Il termine per la presentazione della querela inizia a decorrere da quando la vittima ha avuto conoscenza precisa, certa e diretta del reato, in maniera da possedere tutti gli elementi di valutazione onde decidere se agire o meno. Per «conoscenza certa del fatto» si intende non solo il profilo oggettivo, ossia il fatto-reato, ma anche quello soggettivo concernente l’identificazione dell’autore del reato che è indispensabile perché la persona offesa possa fare quella scelta che la legge rimette alla sua discrezione [1].
Quali sono le dimensioni oggettive e soggettive di un reato?
La dimensione oggettiva di un reato si riferisce a ciò che è effettivamente accaduto, ovvero alla descrizione del fatto commesso.
La dimensione soggettiva, invece, riguarda l’identificazione di chi ha commesso il reato, il cosiddetto reo.
Cosa dice la Cassazione sul termine per proporre una querela?
Secondo la sentenza Cassazione [1], il termine per presentare una querela decorre dal momento in cui il soggetto offeso ha conoscenza certa del fatto-reato, basata su elementi seri e concreti, sia nella sua dimensione oggettiva che soggettiva. Pertanto, il termine non decorre dal momento della consumazione del reato, bensì da quando il soggetto offeso ha raggiunto la piena cognizione degli elementi che permettono la valutazione dell’esistenza del reato, compresa l’identità del colpevole.
Pertanto – si legge nella decisione – ove siano svolti tempestivamente accertamenti indispensabili per l’individuazione del soggetto attivo, il termine per proporre la querela di 3 mesi decorre, non dal momento in cui la persona offesa viene a conoscenza del fatto oggettivo del reato, né da quello in cui sulla base di semplici sospetti, indirizza le indagini verso una determinata persona, ma quando dall’esito di tali indagini l’offeso abbia conoscenza certa, sulla base di elementi seri e concreti del fatto reato nella sua dimensione oggettiva (cosa è successo) e soggettiva (chi ha commesso l’illecito)
Tizio ha subito dei furti nel negozio. Se ne accorge il 1 marzo. Egli sospetta subito di un paio di suoi dipendenti. Ma solo il 1 giugno decide di installare un sistema di videosorveglianza. Dai risultati dei filmati si accorge dell’identità del vero ladro. Ebbene il termine di tre mesi decorre proprio da questo successivo momento poiché è qui che la vittima ha acquisito ragionevole certezza dei suoi sospetti. In questo caso, la Cassazione ritiene che la querela sia stata presentata tempestivamente, poiché il termine decorre dalla piena cognizione dei fatti e dall’identificazione dell’autore del reato e non da quando sorgono i semplici sospetti o si viene a conoscenza del reato.
Quali sono le conseguenze di una querela presentata fuori termine?
Se una querela viene presentata oltre il termine di prescrizione di tre mesi, il reato potrebbe non essere più perseguibile, a meno che non si tratti di un reato perseguibile d’ufficio. Solo in quest’ultimo caso, l’autorità giudiziaria potrebbe comunque procedere con le indagini e l’accusa, indipendentemente dalla volontà della persona offesa.
Esistono eccezioni al termine di prescrizione per le querele?
Dinanzi a reati permanenti (ad es. il sequestro di persona) il termine decorre rispettivamente da quando la condotta è cessata. Dinanzi a reati a condotta reiterata (ad es. lo stalking), il termine decorre dall’ultimo atto.
Nel caso di appropriazione indebita è un reato è un reato istantaneo che si consuma nel momento in cui il soggetto agente compia atti di dominio sul bene con volontà esplicita o implicita di impossessarsi della cosa; pertanto è da tale data che deve farsi decorrete il termine di tre mesi per la presentazione della querela, oltre il quale risulta improcedibile [2].
In tema di frode assicurativa la data certa dalla quale far decorrere il termine di decadenza per la presentazione della querela, non corrisponde con la data del sinistro bensì dalla data in cui l’assicurazione – persona offesa abbia avuto conoscenza cetra della frode. Nel caso di specie tale termine parte dalla ricezione della relazione investigativa [3].
note
[1] Cass. sent. n. 19387/23. Trib. Cassino sent. n. 162/2023
[2] Trib. Taranto , sez. I , 24/01/2022 , n. 169.
[3] Trib. Trieste sent. n. 2167/2022.