Chi rinuncia all’eredità ha diritto all’assegno di divorzio?


Scopri come la rinuncia all’eredità non influisce sull’assegno di mantenimento. Esaminiamo una recente sentenza della Cassazione e spieghiamo cosa significa per te.
Ipotizziamo il caso di una donna divorziata che percepisca mensilmente l’assegno di mantenimento. Cosa succederebbe se questa, venendo a mancare un proprio genitore, decida di rinunciare alla sua eredità per non perdere il contributo versatole dall’ex coniuge? Chi rinuncia all’eredità ha diritto all’assegno di divorzio?
La risposta, come spesso accade quando si tratta di questioni complicate, è stata di recente fornita dalla Cassazione. In questo articolo commenteremo tale pronuncia e vedremo quali sono le implicazioni legali e le conseguenze sul mantenimento per chi decide di rifiutare un’eredità, magari solo in via strumentale.
Indice
Cosa dice la legge sull’assegno di divorzio e la rinuncia all’eredità?
Secondo la Cassazione, l’ex coniuge può continuare a rivendicare il diritto all’assegno di divorzio anche se rinuncia all’eredità di un parente (ad esempio quella di un genitore). Sono del tutto indifferenti le motivazioni che ha determinato tale scelta, trattandosi di un atto personalissimo che può essere fatto per svariati motivi, anche di carattere ideologico, e non solo per questioni economiche (si pensi a una donna che non vada d’accordo con la propria famiglia d’origine).
Questo principio è stato recentemente ribadito da una sentenza della Cassazione, che ha respinto il ricorso di un uomo che aveva chiesto la revisione dell’assegno di divorzio della ex moglie a causa della sua rinuncia all’eredità della madre.
Poniamo il caso di Lucia, che decide di rinunciare all’eredità della madre. Il suo ex marito, Mario, potrebbe pensare che Lucia stia rinunciando all’eredità per mantenere l’assegno di divorzio. Tuttavia, secondo la legge, le motivazioni di Lucia per rinunciare all’eredità sono irrilevanti e non influiscono sull’assegno di divorzio. Quindi a Mario non spetta alcun sindacato sulla decisione di Lucia, non potrebbe neanche esercitare una azione di surrogazione e, pertanto, dovrà continuare a mantenerla.
Cosa ha determinato la decisione della Cassazione in questo caso?
In questo caso, l’ex marito aveva sostenuto che la ex moglie aveva simulato la rinuncia all’eredità per non perdere l’assegno di divorzio. Tuttavia, la Cassazione ha stabilito che tale questione era stata sollevata per la prima volta solo nel terzo grado di giudizio e, quindi, era inammissibile. Inoltre, ha ribadito il principio di libertà nell’accettazione dell’eredità, sottolineando che la scelta di accettare o rinunciare a un’eredità può essere influenzata da vari fattori, tra cui le relazioni personali con il defunto e le potenziali responsabilità finanziarie come il pagamento dei debiti.
Nel caso esaminato dalla Cassazione, l’ex marito che aveva presentato il ricorso è stato condannato a pagare le spese processuali. Questo sottolinea l’importanza di una solida comprensione della legge prima di intraprendere azioni legali.
Cosa fare se si sospetta una simulazione nella rinuncia all’eredità?
In alcuni casi, potrebbe sorgere il sospetto che la rinuncia all’eredità sia stata fatta per motivi non genuini, come nel tentativo di mantenere l’assegno di divorzio. In queste circostanze, bisognerebbe intraprendere un’azione di simulazione, dimostrando che l’ex coniuge rinunciatario ha in qualche modo tratto vantaggio dall’eredità.
Lucia rinuncia all’eredità della madre, sicché la casa di quest’ultima finisce per intero al fratello Luca. Senonché Luca stipula un contratto di comodato vita natural durante a favore di Maria consentendole di vivere nella casa della madre. In tal caso è possibile ipotizzare che la rinuncia all’eredità sia stata simulata solo al fine di non perdere gli alimenti.
note
[1] Cass. ord. n. 13351/23 del 16.05.2023.