Modello della transazione, tempi, costi, importi e negoziazione assistita.
Quando la crisi morde, i creditori hanno gioco duro: non solo perché recuperare un credito è già, di norma, assai difficile con le attuali regole (leggi a riguardo: “Le norme che aiutano il debitore a non pagare”), ma anche perché non capita raramente che il debitore, avendo poco o nulla da perdere, preferisca subire l’esecuzione forzata.
Se si è fortunati, il debitore avanza una proposta di “saldo e stralcio”. Con questa locuzione si intende, genericamente, un’offerta transattiva, ossia un accordo che definisce, in via bonaria, la vertenza tra creditore e debitore, sostituendo al precedente debito uno in misura ridotta (ma il cui pagamento si dà per certo). In buona sostanza, a fronte della rinuncia delle azioni esecutive da parte del creditore (precetto e pignoramento), il debitore si impegna a versare (di norma immediatamente) una somma più bassa accettata dal creditore; versata tale cifra, il debitore è libero da ogni impegno.
Per esempio, se il debito iniziale è di 50.000 euro più interessi, le parti si possono accordare per un pagamento complessivo di 40.000 euro o meno.
Non esistono somme predefinite per avere un valido saldo e stralcio, né è necessario arrivare, per forza, a una decurtazione del 50% del debito, come erroneamente si crede.
Indice
Saldo e stralcio tra privati
L’accordo di saldo e stralcio potrebbe avvenire tanto tra privati (per esempio, per il mancato pagamento di una fattura) che tra un privato e una banca (per esempio, nel caso di mancato pagamento di un’esposizione, di un mutuo, ecc.).
In entrambi i casi, è bene che l’accordo di saldo e stralcio venga redatto per iscritto in quanto esso va a modificare una parte del precedente contratto (sia esso scritto o orale): diversamente, la prova di tale intesa risulterebbe difficoltosa, se non impossibile.
Attenzione però: è proprio sul modo in cui si scrive l’accordo di saldo e stralcio che si possono nascondere le insidie.
Difatti, se il “saldo e stralcio” viene inquadrato dalle parti come una semplice transazione, ma non una modifica del primo contratto, nell’ipotesi in cui il debitore non adempia neanche al successivo accordo il creditore potrebbe tornare a pretendere l’originaria somma (quella più elevata).
Diversamente, se le parti decidono di stipulare un nuovo contratto, che modifichi parzialmente (ossia solo per la parte relativa al prezzo) il precedente accordo, si ha quello che i giuristi chiamano “novazione oggettiva”, ossia una modifica dell’oggetto del contratto. In questo caso, il mancato adempimento della nuova prestazione non consente al creditore di pretendere l’originario credito, visto che il primo contratto è ormai totalmente superato e sostituito dal secondo.
Ecco perché è sempre bene che l’accordo di saldo e stralcio venga fatto redigere o visionare da un avvocato. Di norma, infatti, se si intende tutelare la parte creditrice, si è soliti inserire nel documento una clausola di salvaguardia di simile tenore: “Il presente accordo non costituisce novazione del credito e, pertanto, in caso di mancato pagamento dell’importo ridotto, il creditore potrà pretendere l’originaria somma”.
Saldo e stralcio con le banche
Quando si ha a che fare con le banche, di norma queste ultime non accettano saldi e stralci se prima la posizione non è incagliata e posta “a sofferenza”. Il che significa che il correntista viene segnalato in Crif e/o alla Centrale Rischi della Banca d’Italia. Inoltre, se il debitore ha prestato una garanzia (per esempio l’ipoteca su un immobile o una fideiussione di un parente), il creditore difficilmente scenderà oltre una certa soglia, a meno che l’esecuzione forzata si dimostri particolarmente difficoltosa o lunga.
Di norma è più facile stringere un accordo a saldo e stralcio dopo che la banca ha ceduto il proprio credito a qualche società di recupero (le quali, peraltro, sono spesso delle “partecipate” dalla banca stessa). Infatti, queste ultime “acquistano il credito” dall’istituto a un prezzo di gran lunga inferiore rispetto all’importo nominale del credito stesso e hanno tutto l’interesse a rientrare nella spesa senza avviare azioni giudiziarie. Per cui basterà offrire una somma di poco superiore rispetto a quella per la quale il credito è stato acquistato per raggiungere l’accordo.
Per esempio, se la banca ha un credito nei confronti di Caio di 100mila euro e lo vende alla società di recupero a 30 mila euro, basterà offrire a quest’ultima 45 mila euro per renderle appetibile l’operazione.
Come si fa la proposta di saldo e stralcio
Non esistono formule standard o modelli per effettuare una proposta a saldo e stralcio. L’importante, come detto, è rispettare la forma scritta e avere magari prova dell’invio della stessa (a tal fine sarà necessaria la raccomandata con avviso di ricevimento).
Un modello di offerta potrebbe essere il seguente:
Spett.le Società ….
Con riferimento al contratto del …… e al credito da voi preteso di euro ……, si offre, a saldo e stralcio dell’intera posizione, la somma di euro…, senza che ciò costituisca ammissione di debito o di responsabilità alcuna, ma solo a fini transattivi.
Data, firma
La negoziazione assistita
C’è da dire che, di recente, la riforma della giustizia ha imposto, per tutte le cause rivolte a recuperare un credito di valore uguale o inferiore a 50.000, di procedere prima a un tentativo di negoziazione assistita: l’avvocato dovrà, prima e obbligatoriamente, inviare una offerta alla controparte con la quale tenta una bonaria composizione della vertenza. È questo il modo migliore (peraltro, del tutto nuovo) per formalizzare una proposta a saldo e stralcio. Per conoscere la procedura da seguire leggi: “Devi recuperare un credito? Ora obbligatorio tentare di far pace con la negoziazione”.
note
Autore immagine: 123rf com
che rischi puo correre un privato nell’ acquistare un’immobile che è in mano ad una banca, con la dicitura : saldo in stralcio?
Un saldo e stralcio si deve pagare in una unica soluzione oppure si puo’ dilazionare non avendo la possibilita’ di pagare in una unica rata?
si può dilazionare