La Legge di Stabilità 2013 vieta ai Comuni di ridurre l’Imu sugli immobili di uso produttivo delle imprese
I Comuni che avevano abbassato l’Imu per le imprese saranno sono costretti a fare marcia indietro ed eliminare gli sconti dal momento che sono vietati per legge. Infatti, dal 2013 sugli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D e anche sugli immobili delle imprese di costruzione rimasti invenduti l’aliquota prevista dello 0,76% non potrà essere ridotta dai Comuni.
A stabilirlo è la Legge di Stabilità 2013 [1], che ha modificato per quest’anno le regole di riparto tra Stato e Comuni del gettito Imu: ai Comuni andrà l’intero ricavato Imu su case e negozi e allo Stato quello relativo ai fabbricati strumentali di categoria catastale D.
Ma se i Comuni non possono diminuire, possono però aumentare l’aliquota sino all’1,06% con il risultato che le imprese, negozi e alberghi andranno a pagare come minimo 40 milioni di euro in più rispetto all’anno scorso.
E se i Comuni non modificheranno le aliquote più favorevoli eventualmente adottate nel 2012, ci sarà un adeguamento automatico, cosicché anche all’acconto di giugno 2013 verrà sempre applicato non meno dello 0,76% e versato integralmente allo stato.
note
[1] Art. 1, comma 380, legge di stabilità 2013 (n. 228/2012).