Mille proroghe 2015: tra le novità il ritorno dei vecchi minimi e degli uffici periferici dei giudici di pace eliminati.
Arriva, con il consueto decreto “Mille proroghe”, la mini-proroga di 4 mesi per l’esecuzione degli sfratti per fine locazione.
Si tratta di un provvedimento cui, ormai, i padroni di casa sono tradizionalmente abituati. Nuclei bisognosi con anziani, portatori di handicap, malati terminali e reddito non superiore a 27mila euro non potranno essere mandati via di casa, dall’ufficiale giudiziario, per altri quattro mesi.
Evidentemente il nuovo fondo di “morosità incolpevole” che doveva servire proprio a questo – a consentire un sostegno per chi non può pagare l’affitto a causa di sopravvenute difficoltà economiche – e il fondo affitti non sono bastati a evitare l’ennesimo provvedimento a favore della categoria degli inquilini.
Secondo il ministro Lupi, l’approvazione della nuova proroga fa giustizia in doppio senso: da un lato non perpetua una automatica proroga degli sfratti, e dà il tempo ai casi effettivamente bisognosi perché venga attuato il passaggio da casa a casa.
Ricordiamo che la Corte Costituzionale, già nel 2004, aveva dichiarato incostituzionale l’istituto della proroga degli sfratti quando non sia transitoria e limitata a un periodo di tempo strettamente necessario a consentire all’inquilino il trasferimento. Esso, infatti, si riversa in una limitazione – contraria alla Costituzione – della proprietà privata. Dunque, la sospensione delle relative procedure di sfratto è legittima e può trovare giustificazione soltanto se incide sul diritto alla riconsegna dell’immobile “per un periodo transitorio ed essenzialmente limitato”.
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