Multe, tassa rifiuti e sulla casa: Equitalia e pignoramenti in bilico


Addio cartelle di pagamento di Equialia: i Comuni sono costretti a sbarazzarsene per la riscossione di Imu, Ici, Tasi, Tares, Tari, imposta di soggiorno, ecc.
Equitalia potrebbe rinunciare alla notifica di milioni di cartelle esattoriali per multe e tributi locali (quali le imposte sulla casa e sui rifiuti). Questo perché una legge del 2012 [1], la cui attuazione è stata rimandata sino a oggi, ha stabilito che le sanzioni e i tributi locali non potranno più essere riscossi da Equitalia, bensì da società in house (appartenenti cioè agli stessi Comuni) o da soggetti esterni che avranno firmato un’apposita convenzione con i municipi italiani.
All’approssimarsi dell’ultimo rinvio, nulla è cambiato né Equitalia ha fatto sapere se intende costituire un consorzio con Anci (l’Associazione Nazionale Comuni Italiani) per la riscossione coattiva delle entrate locali. Ragion per cui, a strettissimo giro, i Comuni saranno per legge obbligati a sbarazzarsi di Equitalia e a non inviarle più i ruoli sulla base dei quali emettere poi le cartelle esattoriali.
In pratica, nonostante le autorità di polizia continueranno a elevare e notificare le multe per violazione del codice della strada; nonostante l’amministrazione comunale proseguirà nell’attività ispettiva per il mancato pagamento dei tributi locali, nulla si potrà fare poi, in termini concreti, contro i contribuenti se non inviare loro una lettera di sollecito di pagamento. E questo perché solo l’Agente per la riscossione (Equitalia appunto) può formare le cartelle esattoriali per dar vita all’esecuzione forzata.
Risultato: non venendo formata la cartella , mancherà anche il titolo esecutivo per poter procedere al fermo auto, all’ipoteca sulla casa o al pignoramento di conti, pensioni, stipendi, ecc.
Insomma, il pagamento di diversi miliardi di euro delle entrate dei nostri Comuni (si pensi che solo le multe stradali superano un miliardo e mezzo) verrà rimesso al “buon cuore” degli italiani. E non è difficile immaginare quale possa essere la risposta dei contribuenti, già sufficientemente tartassati (ma – ciò che è peggio – privi dei servizi profumatamente pagati alle amministrazioni locali).
Il divieto di esecuzione forzata toccherà non solo i debiti maturati alla scadenza del mandato, ma anche le procedure già in corso che dovranno essere stoppate, in quanto Equitalia sarà formalmente destituita di tutti i propri poteri. Dunque, le eventuali cartelle notificate in questi anni e che non hanno dato luogo alla procedura di riscossione saranno “abbandonate” e non produrranno più, sul piano pratico, effetti per i contribuenti. Non esiste infatti alcuna norma che attribuisca ad Equitalia il potere di effettuare la riscossione coattiva, senza una procedura ad evidenza pubblica.
note
[1] DL n. 70/2012 art. 7.
L’art. 1 comma 642 della legge n. 190/14 ha prorogato il termine di riscossione diretta da parte dei comuni al 30.06.15.