Usura, anatocismo e polizze vita: i raggiri delle banche italiane


Codice 72H, manovre massive sui tassi di interesse dei conti correnti, titoli tossici, usura e anatocismo, vendita di polizze vita inutili: la gigantesca truffa ai danni dei clienti degli istituti di credito.
Prosegue da: MUTUO IPOTECARIO NULLO: COLPA DELLA BANCA, MA IL CLIENTE HA L’IPOTECA
POLIZZE E ASSICURAZIONI VITA NON RICHIESTE
Nel corso dell’intervista, Vincenzo Imperatore ci racconta un’altra pratica degli istituti di credito ai danni dei consumatori, per come meglio descritta nel suo libro “Così le banche imbrogliano il correntista: io so e ho le prove”.
Le banche sono nate per la raccolta e l’erogazione del credito. È la loro funzione primaria; è anche il volano dell’economia di una nazione, perché consente gli investimenti alle aziende, le assunzioni, l’aumento del prodotto interno lordo, ma anche, nel piccolo, aiuta le famiglie ad acquistare una casa di proprietà, a far fronte agli impegni economici più urgenti, a sostenere le spese di istruzione per i figli, ecc. Insomma, si tratta di una vera e propria funzione sociale.
Eppure le banche hanno progressivamente abbandonato questa funzione, ritenuta non tanto redditizia, per spostarsi su altri settori economici più lucrativi. Tali, per esempio, sono quelli della vendita di prodotti finanziari, titoli e sperequazioni borsistiche. In parte ne abbiamo già parlato al punto precedente (vedi “Titoli tossici”), e in parte lo abbiamo già anticipato nell’articolo “Come le banche imbrogliano il correntista”.
In buona sostanza, succede pressappoco questo.
Quando il cliente si presenta presso il funzionario della locale filiale per chiedere un prestito, viene invitato a presentare la propria dichiarazione dei redditi o i bilanci dell’attività commerciale. Che, come spesso accade, non corrispondono alla situazione reale: senza peli sulla lingua, gran parte dell’Italia vive grazie al “nero”, e quindi i documenti inviati all’Agenzia delle Entrate non fotografano l’effettiva condizione economica del contribuente. Consapevole di ciò, e desiderosa di partecipare alla spartizione della torta, la banca inizia a storcere il naso e a far comprendere al cliente che, con quella dichiarazione dei redditi/bilanci, non è possibile erogare alcun prestito. Allora il consumatore si rivela, fa presente di avere delle “liquidità non dichiarate”. Così, inconsapevolmente, cade nella trappola.
La banca gli propone un investimento, una polizza vita, un fondo o l’acquisto di titoli in garanzia con appoggio su un conto corrente: tutti prodotti coi quali i bilanci delle banche si arricchiscono enormemente, più ancora dei semplici interessi sui prestiti. Insomma, si va al supermercato per compare la carne fresca e si esce fuori con un carrello pieno di altri articoli non necessari.
Certamente, in questi casi, per come spiegato dalla giurisprudenza, tutti i costi dei servizi aggiuntivi si sommano agli interessi praticati sul mutuo e se dal risultato escono fuori dei tassi oltre l’usura, si può ricorrere al giudice (leggi, per un approfondimento: “Usurari gli interessi del mutuo se il TAGM è oltre soglia”). Ma è sempre necessario pagare un avvocato e attivarsi in una causa dalla quale non si sa quando si potrà uscire. Senza contare che, nel frattempo, l’azienda magari fallisce.
USURA E ANATOCISMO
Chi credeva che il capitolo “usura” sarebbe stato quello più calcato da Imperatore, nella sua arringa contro il sistema bancario italiano, si sbagliava. Si tratta, invece, di un fenomeno ormai fin troppo sfruttato, anche da chi ha fatto della lotta alle banche il proprio business. C’è una cannibalizzazione del fenomeno, ci rivela l’autore del volume: “Così le banche imbrogliano il correntista”.
L’usura è una pratica già sufficientemente accertata dalle aule dei tribunali civili e penali e le banche ci vanno caute, stanno molto attente onde cautelare la propria reputation. Ma tutti ormai parlano di usura e di anatocismo, vendono software e perizie, sebbene solo un mese prima piazzassero pacchetti viaggio.
Insomma, occhio a quando si parla di usura, avverte Imperatore. Occorre affidarsi a professionisti seri e qualificati, non ad aziende che fanno 62milioni di euro all’anno solo in perizie. Anche queste sono truffe ai danni dei cittadini perché creano aspettative facendo sciacallaggio ai danni dei disperati. Chi acquista la perizia per il calcolo dell’usura ha l’illusione di aver risolto il proprio problema. E invece non è così. Perché dopo dovrà pagare un avvocato, il contributo unificato (cioè le tasse per avviare il giudizio), un consulente tecnico d’ufficio (che effettui i calcoli sul conto corrente per conto del giudice), le varie cancellerie per le copie degli atti giudiziari, l’eventuale esecuzione forzata, ecc. Tutto questo per avere riconosciuto, dal tribunale, il diritto a non pagare solo gli interessi usurari, mentre invece il capitale andrà sempre restituito. Insomma, il gioco potrebbe non valere la candela. Ma questo nessuno che, dalla vostra causa trae beneficio economico, ve lo dirà. E il rischio è che, se si perde la causa, bisognerà anche pagare le spese legali alla controparte (leggi “Usura: condanna per lite temeraria per chi sostiene il cumulo degli interessi”).
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1 | TRUCCHI, IMBROGLI E TRUFFE DELLE BANCHE ITALIANE
2 | LA GIGANTESCA TRUFFA DELLE BANCHE AI DANNI DEL CORRENTISTA INVESTITORE
3 | MUTUO IPOTECARIO NULLO: COLPA DELLA BANCA, MA IL CLIENTE HA L’IPOTECA
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