Cause lunghe: vietato allungare i tempi anche se si vince il processo


Sanzionata l’azienda che allunga la causa contro il dipendente: obbligata a rimborsare le spese legali.
Anche se vince la causa contro il proprio dipendente, l’azienda che abbia allungato volutamente i tempi del processo, chiedendo continui rinvii, è tenuta a rimborsargli le spese del processo.
La Cassazione [1] è stata estremamente dura nei confronti di una ditta che, in causa col proprio lavoratore, aveva adottato una tecnica dilatoria per allungare i tempi processuali. Ogni cittadino ha diritto a ottenere un processo di “ragionevole durata”. Se si lede questa garanzia costituzionale si deve risarcire la controparte, rifondendole quanto anticipato per le spese legali [2].
Un principio – quello enucleato dalla Cassazione – che vale per qualsiasi tipo di giudizio e non solo in quelli tra datore di lavoro e dipendente.
È vero che il primo garante del processo è il giudice – che dovrebbe impedire condotte che ostacolino una veloce definizione del giudizio – ma è anche obbligo delle parti in causa [3] tenere comportamenti di carattere puramente defatigatorio.
note
[1] Cass. sent. n. 3189 del 1.03.2012.
[2] Ai sensi dell’art. 92 c.pc.
[3] Art. 88 c.p.c.: “Le parti e i loro difensori hanno il dovere di comportarsi in giudizio con lealtà e probità. In caso di mancanza dei difensori a tale dovere, il giudice deve riferirne alle autorita’ che esercitano il potere disciplinare su di essi”.