Job Act: viene fissato il tetto di ore settimanali in più che l’azienda potrà chiedere al lavoratore.
Tra le bozze dei decreti legislativi che attuano il Job Act trovano spazio anche le norme che rivedono i contratti di lavoro a part time. In particolare, la nuova disciplina rimette la regolamentazione delle ore suppletive di lavoro nel part time alla contrattazione collettiva (CCNL), ma qualora quest’ultima non disciplini il lavoro supplementare, il datore di lavoro potrà chiedere al lavoratore in part-time di svolgere fino al 25% in più delle ore settimanali concordate; a fronte di ciò sarà dovuta una maggiorazione omnicomprensiva sulla retribuzione e che, sarà pari al 15 per cento.
Il lavoratore potrà rifiutarsi di svolgere il lavoro supplementare, per comprovate esigenze lavorative, di salute, familiari o di formazione professionale.
In ogni caso e fermo restando il rispetto dei contratti collettivi, le parti possono pattuire per iscritto clausole elastiche relative alla variazione della collocazione temporale della prestazione lavorativa o di aumento della sua durata.
Il nuovo testo entrerà in vigore il giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.
Le nuove norme prevedono poi il nuovo contratto di ricollocazione che consentirà, ai disoccupati iscritti da almeno sei mesi al portale nazionale dell’Agenzia, di ricevere un assegno individuale spendibile presso un centro per l’impiego o presso soggetti privati accreditati all’Albo nazionale gestito dall’Anpal, che saranno pagati “prevalentemente a risultato occupazionale ottenuto”. In pratica, i disoccupati riceveranno una formazione lavorativa per la ricerca di un nuovo lavoro nella quale, peraltro, saranno sostenuti dai centri per l’impiego. La mancata partecipazione ai corsi comporterà penalità che possono arrivare fino a perdere lo stesso assegno di disoccupazione.
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