Riduzione delle tasse nel triennio 2016-2018 e, a partire dalla legge di stabilità prossima, cancellazione della tassa sulla prima casa (TASI), bonus di 80 euro ai pensionati e avvio delle riforme su pensioni e pensioni anticipate.
Bonus sulle pensioni e riduzione delle aliquote Irpef: nei programmi del Governo non c’è solo l’abolizione dell’imposta sulla prima casa, con la cancellazione definitiva della TASI, la sorella gemella dell’IMU che ha portato, nelle casse dell’Erario, ben 3,4 miliardi di euro (basti pensare che, nonostante i piagnistei degli italiani, ben l’80% della popolazione di questo Paese vive in una casa di proprietà, una percentuale che non ha pari negli altri Stati).
Il taglio delle tasse, annunciato da Matteo Renzi nella cerimonia di apertura al Convegno nazionale del PD, intende essere una “rivoluzione copernicana” come mai prima “nella storia repubblicana dell’Italia”. Ma vediamo, nel dettaglio, in cosa si sostanziano le misure di shock fiscale la cui adozione dovrebbe già avvenire con la prossima legge di Stabilità che verrà approvata entro dicembre 2015 e che dovrebbero proseguire fino a tutto il 2018.
Bonus ai pensionati
Il capitolo “pensioni” – ormai lo si è capito da alcuni mesi – è nell’agenda del Governo Renzi che intende non solo demolire (come di fatto è già intervenuto, anche grazie all’intervento della Corte Costituzionale) gli aspetti più salienti della riforma Monti-Fornero, ma anche prevedere una nuova disciplina del pensionamento anticipato. L’annunciata riforma troverà spazio nella legge di Stabilità per il 2016 che, a breve, dovrebbe essere discussa dall’esecutivo.
Ma non c’è solo il prepensionamento. Tra gli interventi fiscali che il premier ha promesso di adottare nel triennio 2016-2018, vi è l’estensione ai pensionati del bonus da 80 euro mensili da cui, nel 2014-2015, ne erano rimasti invece esclusi. Così come con i lavoratori dipendenti, anche per i pensionati la misura non riguarderebbe tutti, ma solo quelli al di sotto di una certa soglia di reddito.
Quella del bonus da 80 euro in busta paga è stata una misura doppiamente criticata: da un lato perché rivolta solo alla categoria dei lavoratori dipendenti (circostanza a cui ora il Governo vorrebbe rimediare attraverso l’estensione ai pensionati), dall’altro per lo scarso effetto che ha avuto sull’economia reale (gli sperati innesti di liquidità sul mercato non ci sono stati).
Il bonus di 80 euro sulle pensioni comporterà una maggiore spesa pubblica di circa 10 miliardi di euro.
Nuove aliquote Irpef
Cambiano gli scaglioni dell’Irpef, nell’ottica di rendere il fisco più razionale e leggero. Nel 2018 la riforma del fisco promessa ieri da Renzi comprenderà “interventi sugli scaglioni Irpef”. Si potrebbe partire dalla proposta di riforma del Nens (Nuova Economia Nuova Società, di Pier Luigi Bersani e Vincenzo Visco). Secondo lo studio, il prelievo Irpef si articola, al netto delle detrazioni, in quattro differenti aliquote:
– 0%: esenzione totale per i dipendenti che guadagnano 8mila euro l’anno;
– 27,5%: per chi rimane entro il tetto di 15mila euro;
31,5%: per chi percepisce fino a 28mila euro;
– 42/43% per tutti gli altri contribuenti.
La proposta Nens prevede 8 scaglioni “di fatto”: da 0 al 48% sopra i 200mila euro. Con detrazioni fisse: 1000 euro per il lavoro dipendente (800 per i pensionati), 200 euro per il lavoro autonomo. Ciò si tradurrebbe in una rimodulazione a vantaggio dei redditi medio-bassi: una coppia monoreddito dipendente avrebbe quasi 700 euro in più
Eliminazione dell’Imu agricola
Già dal 2016 dovrebbe scomparire l’Imu agricola.
Le categorie di immobili agricoli sono tre: terreni agricoli, fabbricati rurali residenziali e fabbricati strumentali. Per i primi la tassazione è agevolata per i coltivatori diretti o imprenditori agricoli.
Se “salta” l’Imu, resterà probabilmente la tassazione Irpef, esclusa la prima casa. I fabbricati rurali strumentali sono già esenti da Imu e pagano la Tasi perché il loro valore catastale è già compreso in quello del terreno.
Imbullonati
Renzi ha anche promesso di cancellare il prelievo fiscale sui cosiddetti imbullonati, ossia i macchinari “fissi” delle imprese: una imposizione ritenuta assai iniqua dalle imprese.
Più volte è stata annunciata la soluzione del problema con l’introduzione di una norma apposita, da ultimo nella riforma del Catasto, poi mai adottata. Ora la promessa del “rimedio” definitivo a partire dal prossimo anno.
L’Imu sugli imbullonati deriva da una distorta interpretazione delle norme catastali fatta dall’Agenzia delle Entrate secondo cui nel concetto di fabbricati (tassabili) si devono intendere ricompresi anche i macchinari e gli impianti fissi di una certa consistenza.
Riduzione aliquote Irap e Ires
In ultimo c’è il capitolo sulle imposte di chi produce reddito da attività produttive e per le imprese.
Per quanto riguarda l’Irap già la legge di stabilità 2015 aveva ripristinato le aliquote anteriori al 2014 e l’integrale deducibilità del costo del lavoro da imponibile Irap: ora il Governo vorrebbe adottare degli interventi strutturali e definitivi sulle aliquote.
Sull’Ires potrebbe tornare l’ipotesi di introdurre per i “piccoli” imprenditori un’imposizione proporzionale e separata del reddito d’impresa con un’aliquota pari a quella dell’Ires (27,5% ) ma c’è anche il tema di una riduzione dell’aliquota generale (in molti paesi è al 20%).
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