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Settimana corta: come si calcola il sabato?

25 Maggio 2023 | Autore:
Settimana corta: come si calcola il sabato?

La mia azienda applica la settimana corta, per cui io lavoro dal lunedì al venerdì; talvolta mi si chiede di lavorare il sabato: come deve essere inquadrata tale prestazione ai fini della retribuzione? Ho diritto alla maggiorazione per il lavoro durante il riposo settimanale?

Le ore di lavoro settimanale, normalmente distribuite su 6 giorni, possono essere ripartite su 5 giorni. È questo il sistema della cosiddetta settimana corta. Come si calcola il sabato?

La settimana corta può essere determinata

  • dal contratto collettivo;
  • dal datore di lavoro. In tal caso, la contrattazione collettiva impone al datore di lavoro l’obbligo di comunicazione o di trattativa.

Nel caso di adozione della settimana corta, il compenso spettante nelle festività infrasettimanali deve essere determinato dividendo il valore pecuniario dell’orario settimanale per 5 giorni effettivi di lavoro [1].

Qualora l’azienda, nonostante l’adozione della settimana corta, imponga al dipendente saltuariamente di prestare lavoro il sabato, questo giorno, pur non essendo di regola lavorato, viene sempre considerato come una giornata di lavoro e, pertanto, non può essere considerato riposo settimanale.

In altre parole: nella cosiddetta settimana corta di 5 giorni (di solito da lunedì a venerdì), il sabato non deve essere considerato un giorno di riposo ma un giorno «non lavorativo». Il riposo settimanale, quindi, è quello della domenica.

Il diritto al riposo settimanale scatta:

  • ogni sette giorni;
  • per almeno 24 ore consecutive;
  • cumulato con le ore di riposo giornaliero.

Ci sono delle situazioni in cui il datore di lavoro non è tenuto a concedere il riposo settimanale ogni 7 giorni: il tempo di riposo consecutivo è, infatti, calcolato come media in un periodo non superiore a 14 giorni. Significa che il principio di periodicità del riposo è rispettato anche se in un arco temporale di 14 giorni vengono concessi due riposi. Per fare un esempio, un dipendente può lavorare da lunedì a domenica e stare a casa di riposo il lunedì e il martedì successivi.

La mancata concessione del riposo settimanale è illecita e non può essere validamente disciplinata né dal contratto né dalla legge.

Ogni contratto collettivo può stabilire delle regole sull’orario di lavoro attinenti al proprio settore produttivo di riferimento. C’è, comunque, una disciplina generale che considera quello che succede nella maggior parte delle aziende e che prevede:

  • orario normale settimanale: 40 ore;
  • orario massimo settimanale: 48 ore;
  • orario giornaliero: a seconda della mansione e del settore;
  • riposo giornaliero: 11 ore;
  • riposo settimanale: 35 ore;
  • pausa minima giornaliera: 10 minuti.

Sull’orario di lavoro settimanale, la legge stabilisce, dunque, un normale limite di 40 ore. Ma i Ccnl possono:

  • stabilire una durata inferiore;
  • riferire l’orario normale alla durata media delle prestazioni lavorative in un periodo non superiore all’anno.

note

[1] Cass. sent. n. 10132/1993.

Autore immagine: 123rf com


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