Pensione anticipata flessibile e Opzione donna senza contributivo


Nuova pensione anticipata con flessibilità, opzione donna con penalizzazione percentuale, Settima Salvaguardia.
Fervono i lavori sulla riforma pensioni, e si avvicina la discussione della Legge di Stabilità 2016, nella quale dovrebbero essere comprese tutte le novità in materia previdenziale.
Gli studi e le proposte, dopo mesi di ipotesi varie e fantasiose, convergono tutti in una direzione comune, che concili l’esigenza di maggiore flessibilità in uscita con il limite alla spesa pubblica.
Pensione flessibile
In merito all’uscita dal lavoro flessibile sono state formulate numerose proposte, da più parti: la linea che vede attualmente tutti d’accordo prevede la pensione con un anticipo di massimo 3 anni rispetto alla data della pensione di vecchiaia.
In pratica, se la proposta sarà approvata, ci si potrà pensionare, nel 2016, a 63 anni e 7 mesi, per gli uomini, ed a 62 anni e 7 mesi, per le donne; il requisito contributivo richiesto sarà di almeno 35 anni, e la penalizzazione dell’assegno di un massimo del 4% (a seconda degli anni di anticipo).
L’ipotesi, prevedendo un anticipo di pochi anni, consentirebbe un contenimento della spesa pubblica, nonostante l’inevitabile maggior afflusso di domande di pensione, in un primo momento; nel lungo periodo, vi sarebbe un discreto risparmio, dovuto alla decurtazione degli assegni.
Opzione Donna senza contributivo
Per le lavoratrici, tuttavia, è allo studio anche un’altra proposta: una nuova Opzione Donna senza calcolo contributivo del trattamento.
L’ipotesi contempla, nel dettaglio, la possibilità di pensionarsi con un minimo di 58 anni d’età e 35 di contributi, con decurtazione del 3% annuo, in luogo del ricalcolo contributivo (per il quale la penalizzazione media è del 25-30%, anche se può variare di parecchio, a seconda dei casi).
Inizialmente, però, si vorrebbe limitare l’accesso all’Opzione solo a quelle lavoratrici che maturerebbero il diritto alla pensione con requisiti ordinari entro 3 anni: in questo modo, le interessate alla misura sarebbero circa 30.000, tra dipendenti ed autonome, e l’impatto sulla spesa pubblica sarebbe minore.
Esodati
Resta ancora da risolvere il nodo degli esodati: si parla di una Settima Salvaguardia, contenuta nella Legge di Stabilità, formulata in modo da risultare definitiva. Dovrebbe cioè trattarsi di un provvedimento che contempli il pensionamento dei salvaguardati senza stabilire una scadenza improrogabile ed universale per la presentazione delle domande, ma con termini differenti a seconda dei requisiti posseduti dagli interessati. In questo modo, si programmerebbero gli interventi in anticipo e si offrirebbe maggiore certezza agli esodati, senza necessità di attendere, di volta in volta, nuovi provvedimenti di Salvaguardia.
Tagli alla spesa previdenziale
Per finanziare una maggiore flessibilità della pensione, oltre alla decurtazione degli assegni, il Presidente dell’Inps, Tito Boeri, propone un blocco delle pensioni pagate all’estero. Il blocco non riguarderebbe, ovviamente, le pensioni contributive, ma soltanto le prestazioni assistenziali, come la pensione sociale.
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