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Prelievi dal conto: posso prelevare duemila euro in contanti?

5 Ottobre 2015
Prelievi dal conto: posso prelevare duemila euro in contanti?

Ho un conto corrente bancario e vorrei prelevare la somma di duemila euro in contanti, ma il dipendente della banca mi ha detto che non posso tutto ad una volta, perché altrimenti potrebbe scattare una segnalazione: è vero?

Il dipendente addetto allo sportello della banca ha interpretato male la legge: la normativa di contrasto all’evasione fiscale impone, per tutti i pagamenti, tra soggetti diversi, di importo pari o superiore a mille euro, il divieto di utilizzare il denaro contante, con obbligo invece di valersi di strumenti tracciabili come il bonifico bancario, la carta di credito o di debito, l’assegno non trasferibile. Ciò vale anche se uno dei due soggetti è una pubblica amministrazione: si pensi al caso del pagamento delle tasse, del bollo auto, ecc.

Di conseguenza, poiché tanto i prelievi in conto corrente, quanto i versamenti non avvengono tra due soggetti diversi – la titolarità della somma rimane sempre in capo allo stesso correntista -, non vi è alcun obbligo di rispettare la normativa sulla tracciabilità. Con il risultato che il correntista ben potrà versare sul conto corrente somme in contanti per importi superiori a 1000 euro, così come potrà prelevarle senza alcun limite.

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Diverso è il discorso relativo alla normativa di contrasto al riciclaggio del denaro sporco: tutte le volte in cui la banca, sospettando che dietro il versamento o il prelievo di una consistente somma di denaro in contanti si nasconda un reato di riciclaggio, potrebbe segnalare l’operazione all’Uif (Unità di informazione finanziaria). Quest’ultima poi valuterà se comunicare l’attività alla Procura della Repubblica.

C’è poi un ultimo punto da tenere in considerazione: l’occhio del fisco. L’Agenzia delle entrate non può presumere l’esistenza di redditi non dichiarati se ad effettuare il prelievo o il versamento sia un lavoratore dipendente o un libero professionista. E ciò a prescindere, anche in questo caso, dall’importo di denaro in contante. Diverso invece è il discorso per gli imprenditori, tenuti a un diverso e più severo regime di contabilità: essi dovranno essere in grado, registrando le operazioni effettuate sul conto corrente, di dimostrare, anche a distanza di diversi anni, in caso di richiesta di chiarimenti da parte del fisco, la ragione del prelievo o del versamento.

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