Casa in eredità: come pagare meno tasse

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Imposta ipotecaria, catastale, di successione, Imu e Tasi: come ridurre il carico fiscale per l’immobile caduto in successione.

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Se hai ricevuto una casa in eredità e ne ha già un’altra è verosimile che ti stia ponendo dei problemi di carattere fiscale. Se già mantenere un immobile è una spesa gravosa, dinanzi a due proprietà il carico tributario diventa quasi insostenibile. Sappiamo che in Italia la ricchezza viene tassata in modo più che proporzionale, sicché a farne le spese non è solo chi lavora più degli altri, ma anche chi eredita un patrimonio messo in piedi, con tanti sacrifici, dai propri genitori. Insomma, sembra quasi che avere due case sia una punizione più che un modo per far muovere l’economia (con ristrutturazioni, affitti, compravendite, ecc.). Ebbene, chi riceve una

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casa in eredità e si chiede come pagare meno tasse ha diverse strade per attenuare la morsa dell’erario.

Di tanto ci occuperemo in questo articolo. Proveremo, nel dettaglio, a metterci nei panni del contribuente che eredita un immobile e distingueremo il caso di chi, prima della successione, non aveva altre proprietà da quello di chi, invece, era già intestatario di un’altra casa. Ci focalizzeremo su come pagare meno tasse al momento del rogito (quindi “una tantum”) e annualmente quando a chiederle è invece il Comune. Ma procediamo con ordine.

Casa in eredità: si può ottenere il bonus prima casa?

Il primo sconto fiscale da considerare quando si ottiene una casa in eredità è la possibilità di pagare l’imposta ipotecaria e catastale in misura fissa pari a 200 euro ciascuna (diversamente l’imposta ipotecaria sarebbe stata pari al 2% del valore dell’immobile mentre l’imposta catastale pari all’1% del valore dell’immobile).

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Tale bonus (anche chiamato “bonus prima casa”) può spetta infatti non solo a chi compra, ma anche a chi eredita la “prima casa” [1]. Affinché si possa parlare di “prima casa” sono necessarie le seguenti condizioni:

Se quindi l’erede della casa non era in precedenza proprietario di alcun immobile ben può accettare l’eredità senza alcun problema, usufruendo dell’agevolazione prima casa.

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Se invece l’erede ha già intestata una casa o anche una quota di una casa deve così procedere:

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito [2] che il coniuge che, per effetto di successione, è divenuto pieno proprietario di più immobili, siti nello stesso Comune, in precedenza posseduti in comproprietà con il coniuge deceduto, può fruire dell’agevolazione «prima casa» in relazione a uno di detti immobili. Non è di impedimento il fatto che, prima del decesso del coniuge, il contribuente possedesse detti immobili in comproprietà con il defunto, né la circostanza che, per effetto della successione, il contribuente divenga proprietario esclusivo degli immobili, in quanto la dichiarazione deve essere resa in relazione a immobili diversi da quelli che, proprio per effetto della successione, vengono acquistati.

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Quando si paga l’imposta sulle successioni

C’è poi da pagare l’imposta sulle successioni. Qui scampare al fisco è ancora più facile. L’imposta infatti scatta solo se l’immobile supera un determinato valore in relazione ai gradi di parentela. In particolare:

Se a beneficiare del trasferimento è una persona portatrice di handicap grave l’imposta si applica sulla parte del valore della quota che supera 1.500.000 euro, a prescindere dal grado di parentela tra i soggetti coinvolti.

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Casa in eredità: come pagare meno tasse sulla casa

Dopo aver visto come pagare meno tasse (tassa ipotecaria e catastale) all’atto della successione grazie al bonus prima casa e come evitare il salasso dell’imposta sulla donazione grazie alle cosiddette franchigie, vediamo ora come evitare di pagare tasse al Comune. Ci riferiamo all’Imu e alla Tasi. Qui non rileva il fatto di avere altre case. Per non pagare le imposte è necessario che l’immobile ereditato diventi abitazione principale del contribuente e del suo nucleo familiare; il che significa spostarvi la residenza (con una dichiarazione all’anagrafe) e la propria dimora (ossia andandovi materialmente a vivere). Non basta solo la residenza se poi si vive da un’altra parte. Chiaramente però se si possiede un altro immobile, quest’ultimo diventerà “seconda casa” e le imposte si sconteranno su di esso.

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