Sono in pensione: posso lavorare come dipendente?

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Il pensionato può essere assunto come lavoratore subordinato, oppure rischia di subire delle trattenute sull’assegno Inps?

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Sei pensionato, vorresti continuare a lavorare come dipendente, ma hai paura di subire delle trattenute sulla pensione?

Se hai solo raggiunto i requisiti per la pensione, ma non hai ancora richiesto il trattamento, devi innanzitutto sapere che, perché la prestazione ti sia liquidata dall’Inps, è necessario cessare tutti i rapporti di lavoro subordinato in essere (a meno che non si tratti di una pensione ai superstiti o dell’assegno ordinario d’invalidità). In pratica, se sei un dipendente, per ricevere la pensione di vecchiaia, o anticipata, o di anzianità, devi rassegnare le dimissioni. Non è invece necessario cessare l’attività lavorativa se sei un collaboratore, un imprenditore o un libero professionista. Ne abbiamo parlato in:

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Quando presentare le dimissioni per la pensione.

Una volta rassegnate le dimissioni e conseguito l’assegno dall’Inps, puoi serenamente iniziare un’altra attività lavorativa (o proseguire nella stessa attività dopo essere stato riassunto): nel 2008 [1], tra l’altro, sono stati aboliti i limiti di cumulo esistenti tra la pensione e i redditi derivanti dall’attività lavorativa, relativamente alle pensioni dirette, cioè di vecchiaia o di anzianità e anticipata, se non integrate al minimo, o con maggiorazioni, o collegate allo stato d’invalidità.

I redditi di lavoro sono invece limitatamente cumulabili con alcune pensioni calcolate col sistema contributivo, con le pensioni di reversibilità, d’invalidità, con la nuova pensione quota 100 e con le prestazioni di assistenza, come l’assegno sociale. Il divieto di cumulo è invece assoluto per la pensione anticipata dei lavoratori precoci, per il periodo che va dalla data di decorrenza della pensione alla data di maturazione dei requisiti per la pensione anticipata ordinaria.

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Se, dunque, ti stai domandando «Sono in pensione: posso lavorare come dipendente?», sappi che la risposta è positiva, ma in diversi casi lavorare potrebbe risultare per te poco conveniente, a causa delle trattenute sullo stipendio.

Inoltre, ricorda che sommando due redditi, ossia quello di lavoro e quello di pensione, l’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, si alza, mentre le detrazioni spettanti (cioè gli importi che diminuiscono l’imposta) si abbassano. ne abbiamo parlato in: Lavoratore pensionato, com’è tassato?

In quali casi lo stipendio non può essere cumulato con la pensione?

I redditi di lavoro possono essere cumulati limitatamente con i redditi di pensione nei seguenti casi:

In ogni caso la riduzione

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non si applica :

Trattenute per la pensione calcolata col sistema contributivo

Per quanto riguarda le pensioni calcolate utilizzando il sistema contributivo, cioè per coloro che non possiedono contributi al 31 dicembre 1995 (

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contributivo puro), il cumulo della pensione con i redditi da lavoro è possibile a condizione che risulti soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni:

Quando sono applicate le trattenute sullo stipendio?

Se il lavoratore rientra in uno dei casi elencati, per i quali la retribuzione è cumulabile limitatamente, o incumulabile, con la pensione, il datore di lavoro deve trattenere dallo stipendio le somme non cumulabili e provvedere al versamento di quanto trattenuto all’Inps.

La trattenuta viene, invece, effettuata dall’Inps direttamente sulla pensione nei casi di:

La trattenuta è giornaliera, per reddito da lavoro dipendente o mensile, per reddito da lavoro autonomo.

Se il datore di lavoro ed il lavoratore non rispettano gli obblighi relativi alle trattenute, possono essere sanzionati.

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