Se l'imputato è nullatenente, le spese le paga la vittima?
In caso di condanna, i costi del processo penale e dell’avvocato sono a carico di colui ritenuto responsabile del reato.
Sei stata vittima di diffamazione. Un giorno hai aperto il tuo profilo Facebook e hai letto un post di uno dei tuoi contatti che ti accusava di essere stata assunta in una grande azienda perché raccomandata e figlia di un pezzo grosso. Ovviamente, tutto ciò non è vero. Ti sei fatta da sola, lavorando sodo e conservando sempre un atteggiamento di umiltà. Tale episodio, tuttavia, ti ha scosso e hai deciso di presentare una querela nei confronti del responsabile.
Iniziato il processo penale, su consiglio del tuo avvocato, ti sei costituita parte civile per ottenere il risarcimento del danno. Alla fine, si scopre che il malintenzionato, seppur condannato, non ha neppure un soldo. Ma
Indice
Processo penale: quali sono le spese da affrontare?
Come già anticipato in premessa, per accedere alla giustizia bisogna sostenere dei costi che riguardano:
- le spese processuali: necessarie per mettere in moto la macchina del tribunale. Pensa, ad esempio, ai compensi spettanti ai consulenti tecnici, alle marche da bollo per gli adempimenti di cancelleria, alle notifiche, ecc.;
- le spese legali: ossia il compenso professionale dovuto all’avvocato per l’attività svolta a favore dell’imputato o della parte civile. Tali spese possono essere pattuite con il cliente, ma devono sempre essere proporzionate alla complessità dell’incarico. In assenza di un accordo, la parcella del professionista deve seguire determinati parametri fissati dalla legge che tengono conto delle diverse fasi del processo (cioè quella di studio, quella introduttiva, quella istruttoria, quella decisionale).
Processo penale: chi deve pagare le spese?
Una volta compreso
In caso di condanna, l’imputato è tenuto al pagamento delle spese processuali (o di giustizia), anticipate dallo Stato all’inizio del processo, e delle proprie spese legali, cioè la parcella dell’avvocato (anche se d’ufficio).
Quanto alle spese sostenute dalla parte civile, cioè dalla persona danneggiata dal reato, la legge stabilisce che con la sentenza che accoglie la domanda di restituzione o di risarcimento del danno, il giudice condanna l’imputato al pagamento delle spese in favore della parte civile, salvo che disponga la compensazione totale o parziale.
In conclusione, se l’imputato viene condannato perché ritenuto colpevole del fatto dovrà sostenere tutte le spese, per sé e per la parte civile eventualmente costituita. Se, invece, l’imputato è assolto da ogni accusa deve pagare solo l’onorario dell’avvocato per l’attività difensiva svolta in suo favore.
Inoltre, se una persona è imputata per un reato perseguibile a querela di parte (pensa, ad esempio, allo stalking) e viene assolta perché il fatto non sussiste o perché non lo ha commesso, il querelante può essere
Se l’imputato è nullatenente, le spese le paga la vittima?
A questo punto, ti è chiaro che se l’imputato viene condannato perché riconosciuto colpevole, allora deve pagare le spese di giustizia, la parcella del suo avvocato e dell’eventuale parte civile (cioè le spese legali). Ma cosa succede se l’imputato è nullatenente? Per rispondere a questa domanda è necessario fare una distinzione:
- se nel processo si è costituita la parte civile, quest’ultima deve recuperare le spese legali avviando il pignoramento e l’esecuzione forzata;
- quanto alle spese di giustizia, essendo l’imputato un nullatenente, queste saranno anticipate dallo Stato che rinuncerà alla restituzione, salvo recuperarle in futuro quando il condannato sarà in condizioni economiche migliori.
Reato prescritto: chi paga le spese processuali?
Capita spesso, purtroppo, che nelle more del
Inoltre, in caso di sopravvenuta prescrizione del reato, l’imputato non sarà condannato neppure alle spese legali sostenute dalla parte civile.
L’imputato può accedere al gratuito patrocinio?
Se un imputato ha un reddito molto basso che non gli consente di sopperire alle spese, può comunque beneficiare del patrocinio a spese dello Stato (anche noto come gratuito patrocinio). In pratica, basta presentare una domanda – unitamente alla documentazione comprovante la situazione reddituale – all’ufficio del giudice del luogo in cui si svolge il processo. Attenzione però: per la valutazione della richiesta si calcolano anche eventuali redditi degli altri familiari conviventi con l’imputato (moglie, figli, ecc.). In caso di accoglimento, l’avvocato sarà pagato dallo Stato.