La pausa lavorativa è a carico del datore di lavoro o del dipendente?
Retribuzione delle pause dei lavoratori dipendenti: regole generali e categorie specifiche, videoterminalisti, pausa pranzo.
La normativa sull’orario di lavoro [1], che prevede l’obbligo di rispettare una pausa minima, non stabilisce anche che la pausa debba essere retribuita. Fanno eccezione a questa regola generale alcune pause previste da normative specifiche, come la pausa obbligatoria di 15 minuti per chi lavora al pc (videoterminalisti) o gli intervalli fruibili da altre categorie particolari di lavoratori; inoltre, le pause possono essere retribuite se lo prevede il contratto collettivo applicato o se si tratta di soste legate all’integrità psico-fisica dei lavoratori, anche se non prescritte dalla legge ma previste nel documento di valutazione dei rischi (
Ma procediamo per ordine e vediamo quali sono le tipologie di pausa di cui i dipendenti possono beneficiare, per capire quando possono essere indennizzate.
Indice
Pausa minima di 10 minuti
Secondo la legge sull’orario di lavoro, se l’orario giornaliero supera le 6 ore il lavoratore ha diritto a una pausa di almeno 10 minuti, per recuperare le energie psico-fisiche, consumare il pasto e attenuare il lavoro ripetitivo e monotono.
La norma, come abbiamo detto, non prevede che la pausa debba essere indennizzata; inoltre, non stabilisce nemmeno quando la pausa vada fruita dal lavoratore, ma impone soltanto un momento di inattività, pari a un minimo di 10 minuti, nell’intero arco lavorativo giornaliero.
È dunque il datore di lavoro a dover determinare il momento in cui godere dell’intervallo, collocando la pausa quando preferisce, tenuto conto delle
I contratti collettivi possono, comunque, prevedere delle pause maggiori rispetto alla normativa generale e possono prevedere che il dipendente sia retribuito durante l’interruzione: inoltre, ci sono delle specifiche disposizioni per alcune categorie di lavoratori, come i videoterminalisti e i trasportatori.
Bisogna poi sottolineare che la pausa minima di 10 minuti non si applica a tutti i lavoratori. Sono difatti escluse le seguenti categorie:
- dirigenti, personale con funzioni direttive o avente un autonomo potere decisionale;
- collaboratori familiari;
- telelavoratori e lavoratori a domicilio;
- lavoratori mobili.
Queste categorie sono escluse perché, a causa del tipo di attività esercitata, l’orario di lavoro non può essere predeterminato, oppure può essere stabilito dallo stesso lavoratore.
La pausa minima si applica, invece, ai lavoratori adibiti a mansioni discontinue o di semplice attesa.
Pausa pranzo
Se l’orario di lavoro è “spezzato” (ad esempio prevede una pausa pranzo dalle 13 alle 13,30), non è necessario che il lavoratore fruisca anche della pausa di 10 minuti prevista dalla legge, perché questa può coincidere con la
A questo proposito è importante evidenziare che non vanno considerati come retribuzione della pausa pranzo:
- la somministrazione diretta di vitto da parte del datore di lavoro (ad esempio la mensa aziendale);
- i buoni pasto, solitamente forniti se non c’è alcuna mensa aziendale; questi sono esenti da imposizione sino a 5,29 euro, se cartacei, o sino a 7 euro, se elettronici;
- l’indennità di mensa o l’indennità sostitutiva di mensa (quest’ultima è non imponibile sino a 5,29 euro giornalieri, e può essere erogata se nella zona mancano servizi di somministrazione di alimenti e bevande).
Pausa retribuita per chi lavora al pc
Se il lavoratore è un videoterminalista, cioè lavora per almeno 20 ore a settimana davanti a un pc o a un altro tipo di videoterminale (in generale, per videoterminale s’intende qualsiasi apparecchiatura dotata di video, non soltanto il computer), ha diritto ad una pausa pari a
La pausa da 15 minuti, a differenza della pausa minima di 10 minuti, è retribuita come normale orario di lavoro: tuttavia, non comporta necessariamente il riposo del dipendente, ma è sufficiente che questi non lavori davanti a uno schermo; pertanto, il lavoratore può essere adibito, durante questo tipo di pausa, ad una mansione che non comporti l’uso del videoterminale.
Questa pausa non può essere spostata all’inizio o alla fine dell’orario lavorativo, ma deve essere fruita perentoriamente ogni 2 ore di lavoro continuativo davanti allo schermo.
Pausa lavoratori minorenni
I lavoratori bambini ed adolescenti (nei casi in cui è permessa l’attività lavorativa) devono obbligatoriamente osservare una pausa di almeno un’ora ogni 4 ore e mezzo di lavoro. La pausa può essere ridotta a mezz’ora dai contratti collettivi, previa autorizzazione della direzione territoriale del lavoro, a meno che non si tratti di lavori insalubri o pericolosi.
Pausa lavoratori domestici
Colf e badanti, anche se, come abbiamo visto, non beneficiano della pausa di 10 minuti per orari superiori alle 6 ore, hanno diritto ad un congruo periodo di riposo giornaliero ed a non meno di 8 ore consecutive di riposo notturno. Secondo il contratto collettivo dei lavoratori domestici, se la colf o la badante è convivente, ha diritto ad un riposo di almeno
Pausa addetti al trasporto
I lavoratori addetti al trasporto di merci o persone hanno diritto a delle interruzioni maggiori rispetto alla generalità dei lavoratori: nel dettaglio, devono fruire di riposi intermedi di 30 minuti, in caso di orario compreso tra le sei e le nove ore giornaliere, o di 45 minuti, per orario oltre le 9 ore, a causa della tipologia di attività particolarmente usurante.
Pausa legata alla sicurezza
Se una sosta è necessaria all’integrità psico-fisica del lavoratore, va sempre retribuita, anche se non è prescritta dalla legge ma prevista nel documento di valutazione dei rischi (Dvr)dell’azienda.
Si discute, invece, sull’obbligo di retribuire, o meno, le soste non predeterminate
Se, però, l’interruzione avviene per causa di forza maggiore, o comunque non è imputabile al dipendente e supera 30 minuti, deve essere retribuita se il lavoratore è trattenuto sul posto di lavoro.
Divieto di monetizzare la pausa
Il diritto alle pause minime previste dalla normativa è irrinunciabile e non può essere monetizzato: di conseguenza, è esclusa la possibilità che il datore offra al lavoratore un’indennità sostitutiva della pausa non goduta.