Si può non pagare Imu e Tasi su un terreno edificabile?

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Sono proprietario di 2 terreni edificabili. Posso non pagare l’Imu e la Tasi, dato che in pratica ha solo un valore come terreno agricolo e non edificatorio?

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Come si intuisce dal quesito, il lettore chiede se è possibile non pagare l’Imu e la Tasi su un terreno edificabile e se è possibile predisporre una nota da inviare al Comune per convertire la destinazione del terreno, passando da edificabile a semplice terreno agricolo.

In risposta alla prima domanda, risulta contro legge non pagare l’imposta relativa ad un terreno classificato di zona “C” “di nuova espansione territoriale” per il solo fatto che questo sia rimasto tuttora “fuori mercato”. Procedendo in tale direzione si andrebbe ad incorrere in un

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accertamento d’imposta, oltre al pagamento di sanzioni ed interessi; pertanto, allo stato attuale è quasi inevitabile il regolare versamento della Tasi e dell’Imu, secondo le scadenze previste. Per quanto riguarda gli importi da versare, si può però consigliare, in ogni caso, di verificare se il Comune ha deliberato i valori minimi ai fini dell’accertamento Ici/Imu dei terreni, nonché di far predisporre una perizia giurata ad un tecnico che accerti il valore in comune commercio del terreno, tenendo conto sia delle eventuali diversità di tipologia rispetto agli standard della delibera comunale dei valori ove esistente (ad esempio diversa metratura, fondo intercluso, necessità di lottizzazione, ecc…), nonché dell’attuale crisi immobiliare. In tal modo, pur rischiando comunque un accertamento, il lettore avrà la possibilità di dichiarare un valore inferiore conservando tutti gli elementi per un’adeguata difesa stragiudiziale (anche in sede di accertamento con adesione) e giudiziale.

Altra strada da valutare è quella di iscriversi come coltivatore diretto o Iap (Imprenditore Agricolo Professionale), poiché in tal caso le aree, seppur edificabili per destinazione, vengono considerate, ai fini Imu/Tasi, terreni agricoli con un evidente risparmio della tassazione, nonostante le attuali modifiche legislative in corso. In tal caso, però, è necessario valutare i costi derivanti dal versamento dei contributi all’Inps come coltivatore diretto o Iap che potrebbero essere anche superiori al risparmio delle imposte, con la differenza, però, che i contributi sono deducibili dal reddito e daranno diritto ad una pensione, mentre l’Imu/Tasi è versata “a fondo perduto”.

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Il Piano Regolatore Regionale, in modo semplice da spiegare, nasce come strumento regolatore della crescita urbana e come strumento di gestione dell’assetto del territorio, di conseguenza ogni Comune è tenuto alla stesura dello stesso per lo sviluppo e la pianificazione di una intera comunità nell’interesse generale e superando gli interessi particolari dei singoli cittadini. Seguendo questo principio, la conversione di un terreno di fascia “C” in un terreno di classe agricola, dovrebbe avere una giustificazione maggiore e – specificatamente – dovrebbe avvenire nell’interesse della collettività, con specifica motivazione.

Articolo tratto da una consulenza dell’avv. Paolo Florio

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