Il genitore deve risarcire il figlio se si fa male a casa

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Infortuni domestici: se la madre si distrare anche un solo secondo e lascia il bambino solo è tenuta a risarcire il danno che questi si procura perché gioca con oggetti pericolosi come un elettrodomestico.

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I genitori sono garanti della sicurezza dei propri figli, non solo per strada, ma anche in casa. Questo significa che se un bambino piccolo si fa male mentre gioca con un oggetto pericoloso, benché “sotto osservazione” della madre o del padre (ma a maggior ragione se altrove), il genitore deve risarcirgli il danno causato dalla propria negligenza. È quanto chiarito dalla Cassazione con una sentenza di poche ore fa [1].

La vicenda

La vicenda analizzata dalla Cassazione è assai triste e merita di essere raccontata, a monito di tutti quei genitori che, spesso fidandosi troppo della maturità dei propri figli, tendono a distrarsi, anche solo per rispondere al cellulare. La vicenda vede la mamma preparare una torta insieme al bambino piccolo. Questo, con occhi curiosi, osserva tutto ciò che fa la donna. Ad attirare però maggiormente la sua attenzione sono le lame di un frullatore, lasciato lì in bella mostra per impastare il tutto. Sono lame affilate, che meriterebbero di stare altrove. Specie se la madre – così come avviene – in quel momento deve girarsi verso lo stipo per prendere la farina. La donna però gli raccomanda «Non toccare nulla, stai attento!».

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Verba volant! Specie coi bambini. Al figlio basta un secondo per mettere le dita là dove proprio non avrebbe dovuto: il gesto costa al piccolo l’amputazione dell’indice e del medio, mentre la genitrice – oltre allo shock per il bagno di sangue a cui assiste – spetta risarcire il danno al figlio. Ad agire contro di lei è la stessa Procura della Repubblica che, dietro segnalazione del pronto soccorso – obbligato per legge a stilare il rapporto e indicare le ragioni del danno riportato dall’incapace – la accusa del reato di lesioni colpose gravi. Nel giudizio penale si costituisce parte civile anche il padre che pretende che la moglie indennizzi il piccolo per l’invalidità totale che dovrà portarsi dietro per il resto della vita.

Il genitore risarcisce il figlio per l’incidente domestico

Incidenti domestici ne capitano spesso. In gran parte dei casi tutto si risolve in una botta, un bernoccolo o una contusione. I bambini poi, si sa, hanno “gli angeli che li proteggono”. Ma non sempre avviene questo e anche sulle nuvole ci si può distrarre. In questo caso, la giustizia deve fare il proprio corso ed è giusto che il genitore distratto paghi il risarcimento del danno. Perché – beninteso – i figli non sono una proprietà di mamma e papà, in tutti i sensi: quindi i genitori sono considerati “terzi” per le lesioni procurate ai minori a causa della loro incapacità a controllarli. Tanto prevede la legge, sia quella penale (per la quale scatta il reato e il processo) quanto quella civile (per la quale scatta anche il risarcimento del danno).

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Lasciamo i cellulari da parte quando giochiamo con i nostri figli

Risponde quindi il genitore dell’infortunio al minore in casa lasciato solo vicino all’elettrodomestico. L’unico modo per evitare la condanna è dimostrare di «non aver potuto impedire il fatto», ossia aver utilizzato tutte le possibili regole di cautela che possono ipotizzarsi quando in casa si ha un bambino piccolo: prova difficile, se non impossibile, se il danno è stato causato dalla distrazione del genitore. Nel caso di specie l’incidente si sarebbe potuto evitare se la madre, invece che limitarsi a dire al figlio di stare fermo e non toccare niente, avesse avuto l’accortezza di spegnere l’elettrodomestico in sua assenza o di portare con sé il bimbo. Se, infatti, «la raccomandazione di “non toccare niente” poteva soddisfare la diligenza normalmente esigibile nei confronti della madre rispetto a una situazione pregiudizievole che si è manifestata repentinamente e in maniera tale da renderla non prevenibile, nonostante la vicinanza della madre al minore, non altrettanto può dirsi con riferimento al diverso scenario della donna che, secondo un’altra ricostruzione, si allontana dalla cucina, lasciando da solo il minore accanto al frullatore acceso: situazione rispetto alla quale la regola cautelare (generica) avrebbe imposto un comportamento ben più rigoroso e attento da parte del genitore (costituito, ad esempio, dal momentaneo spegnimento del frullatore o dal portare con sé il bimbo in maniera tale da non lasciarlo da solo esposto al pericolo)».

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