Pensione lavoro notturno e usurante, quali requisiti per gli autonomi?

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I requisiti di età e la quota valida per la pensione di anzianità degli addetti ai lavori usuranti è diversa per chi possiede contributi di lavoro autonomo.

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Sono infermiera, nata ad agosto 1956, possiedo 35 anni di contributi e ho svolto dal 2018 lavoro per oltre 78 notti l’anno: quando mi pensiono?

La pensione di anzianità degli addetti ai lavori usuranti [1] e al lavoro notturno ha dei requisiti più leggeri rispetto alle pensioni anticipate e di vecchiaia previste per la generalità dei lavoratori. I requisiti sono uguali per tutti coloro che hanno svolto lavori usuranti o lavoro notturno per almeno 78 notti l’anno (per almeno 7 anni negli ultimi 10, oppure per oltre la metà della vita lavorativa); i parametri sono più severi, invece, per chi ha svolto lavoro notturno per meno di

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78 notti l’anno.

Pensione di anzianità lavoratori notturni: quali requisiti?

Chi ha lavorato per almeno 78 notti l’anno deve possedere, per accedere al pensionamento, i seguenti requisiti, che sono gli stessi validi per tutti gli addetti ai lavori usuranti:

I requisiti, come già visto in merito agli addetti ai lavori usuranti, sono innalzati di un anno (quota 98,6 e 62 anni e 7 mesi di età) per chi possiede contribuzione mista da lavoro dipendente ed autonomo.

Chi ha lavorato per un numero di notti tra le 72 e le 78 l’anno deve possedere, invece, i seguenti requisiti:

Se l’interessato possiede anche contributi da lavoro autonomo, la quota è innalzata a 99,6, con un minimo di 63 anni e 7 mesi di età.

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Chi ha lavorato per un numero di notti tra le 64 e le 71 l’anno deve possedere i seguenti requisiti:

Se l’interessato possiede anche contributi da lavoro autonomo, la quota è innalzata a 100,6, con un minimo di 64 anni e 7 mesi di età.

Pensione di anzianità lavoratori notturni autonomi

Facciamo un breve punto della situazione della lettrice, che possiede:

Il problema, nel caso di specie, risiede nel fatto che la lettrice possiede anche contributi di lavoro autonomo: di conseguenza la quota e il requisito di età validi non sono 97,6 e 61 anni e 7 mesi, ma vanno aumentati di un anno, ossia 98,6 e 62 anni e 7 mesi di età.

La lettrice andrebbe, dunque, in pensione un anno più tardi, al raggiungimento di

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62 anni e 7 mesi di età, maturando i requisiti nel marzo 2019: alla stessa data avrebbe anche il possesso della maggior quota richiesta, 98,6, nel caso in cui possieda almeno 35 anni e 10 mesi di contributi (la quota, difatti, esprime i mesi in decimi). Nel caso in cui la contribuzione resti invariata a 35 anni, dovrebbe attendere ulteriori 10 mesi per pensionarsi, quindi gennaio 2020.

Pensione di anzianità lavoratori notturni: adeguamenti alla speranza di vita

Fortunatamente, i requisiti previsti non aumenteranno, nel biennio 2019-2020, in corrispondenza agli incrementi della speranza di vita: la Legge di bilancio 2017, difatti, ha stabilito che i requisiti, per gli addetti ai lavori usuranti e notturni, resteranno invariati sino al 2026.

Pensione di anzianità lavoratori notturni: niente finestre

La stessa Legge di bilancio 2017 ha previsto anche l’eliminazione delle finestre, cioè di quei periodi di attesa che vanno dalla maturazione dei requisiti della pensione alla sua liquidazione: la liquidazione del trattamento, dunque, avverrà nel

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mese successivo a quello di maturazione dei requisiti; nella situazione esposta ad aprile 2019, o a febbraio 2020 nel caso in cui la contribuzione della lettrice resti ferma a 35 anni.

Pensione di anzianità lavoratori notturni: domanda

Per quanto riguarda la domanda di pensione, bisogna considerare che le richieste da inviare all’Inps, in realtà, sono due:

Se la richiesta di riconoscimento dell’attività usurante è inviata oltre il 1° maggio dell’anno precedente, la liquidazione della pensione è posticipata da 1 a 3 mesi, a seconda dei mesi di ritardo.

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