Multa con foto fatta da un passante: è possibile?

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Ho attraversato un incrocio con il rosso e mi sono accorto che un passante ha fotografato la targa col cellulare: se portasse la foto alla polizia verrei multato?

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Da quando i cellulari sono diventati smartphone, infinite sono le opportunità di un loro utilizzo nella vita quotidiana. Alcuni di questi usi, però, sono illegali. Si tratta, in particolare, di situazioni in cui viene lesa la privacy della gente. Non ci riferiamo solo alle telefonate indesiderate dei call center, ma anche alle registrazioni vocali, fatte di nascosto, in casa altrui o alle fotografie pubblicate sui social senza consenso di quanti – involontariamente o volontariamente – entrano nell’obiettivo della camera. L’altro giorno un lettore ci ha chiesto se è possibile utilizzare il cellulare per segnalare alla polizia eventuali automobilisti colti nell’atto di un’infrazione stradale. In sostanza,

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è possibile una multa con la foto fatta da un passante? Per comprendere la questione facciamo un esempio ricalcando la situazione che ci è stata descritta nell’email giunta in redazione.

Immaginiamo un uomo che abbia una villetta vicino a un semaforo. I bambini, di solito, escono a piedi da casa e attraversano la strada quando il semaforo è verde. Senonché qualche automobilista, di tanto in tanto, attraversa l’incrocio con il rosso mettendo a repentaglio l’incolumità dei piccoli. Il padre chiede più volte al Comune di installare una telecamera sopra il semaforo in modo da inibire le violazioni del codice della strada, ma l’amministrazione non gli risponde mai. Un bel giorno, dinanzi all’ennesima infrazione, il proprietario dell’abitazione riesce a prendere il cellulare per tempo e a fotografare la targa della macchina. L’automobilista, che di ciò si accorge con uno sguardo dallo specchietto retrovisore, si chiede se quella foto, opportunamente consegnata alla polizia municipale, possa essere per lui causa di un verbale. Insomma sarebbe

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valida la multa con una foto alla targa fatta da un privato?

Per risolvere la questione dobbiamo ricordare cos’è una multa. La contravvenzione è un «atto pubblico» ossia un documento stilato da un pubblico ufficiale che, proprio per tale sua qualifica, ha il potere di dare «certezza» ai fatti avvenuti in sua presenza e da questi certificati attraverso la redazione dell’atto stesso. Tutto ciò che accade dinanzi alla vista del pubblico ufficiale e trasposto nell’atto pubblico diventa difficilmente contestabile. Il pubblico ufficiale, quindi, non può basare il proprio accertamento sulla base delle dichiarazioni di terzi che non siano, anche questi, pubblici ufficiali. La dichiarazione di un privato, perché possa dar luogo a un procedimento sanzionatorio, richiede sempre un successivo accertamento. Ad esempio, non perché una persona sostiene che la veranda del suo vicino di casa è un abuso edilizio la polizia può avviare immediatamente la demolizione; al contrario è necessario sempre un diretto interessamento delle autorità volto a verificare l’abuso.

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Nel caso delle violazioni del codice della strada, l’illecito è istantaneo e non può essere ripetibile. È vero che la fotografia immortala una situazione di fatto, rendendola percepibile agli occhi di chi l’osserva in un momento successivo, ma si tratta di un documento facilmente contestabile. Tanto per fare un esempio, la foto non indica, con assoluta certezza, la data e l’ora in cui questa è stata scattata, elementi che invece sono essenziali all’interno di una multa per garantire il diritto di difesa dell’automobilista. Peraltro gli stessi accertamenti delle violazioni del codice della strada, fatti con le telecamere, richiedono che gli strumenti di controllo elettronico siano prima sottoposti a collaudo, taratura e verifica di corretta funzionalità da parte delle forze dell’ordine onde garantire l’automobilista da possibili abusi.

Risultato: la polizia, anche davanti alla foto fatta da un privato alla targa dell’auto che ha violato il codice della strada, non potrà elevare alcun verbale: nessuna multa rischia quindi il trasgressore anche di fronte all’evidenza fotografica.

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