Quando le sanzioni amministrative vanno in prescrizione?

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Quando scadono le sanzioni amministrative, come fare ricorso e entro quanto tempo pagare.

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Hai ricevuto una multa per una violazione del codice della strada o una contravvenzione per aver emesso un assegno a vuoto; la Prefettura, il Comune o l’Agenzia delle Entrate ti hanno notificato un verbale di pagamento con delle sanzioni da pagare. Qualsiasi di questi sia il caso che ti riguarda, il tempo sarà tuo alleato: anche tali debiti difatti, come tutti gli altri, cadono in prescrizione. Ciò significa che, se l’amministrazione non si fa più viva o si risveglia dopo diversi anni, non sei tenuto a pagare. È questo il significato della prescrizione: in assenza di solleciti di pagamento, gli arretrati non versati si cancellano da soli senza bisogno di una procedura apposita. Ma, più in particolare,

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quando vanno in prescrizione le sanzioni amministrative? Di tanto parleremo in questo articolo e spiegheremo dopo quanti anni chi ha ricevuto un avviso di pagamento è definitivamente libero da ogni obbligo.

Prima però di capire quando le sanzioni amministrative vanno in prescrizione cerchiamo di capire quali sono le sanzioni amministrative. Potremmo facilmente identificare le «sanzioni amministrative» in negativo, ossia tutte quelle che non sono né sanzioni «civili» (ad esempio, la multa per una ingiuria, comminata alla fine del giudizio di risarcimento del danno) o «penali» (le pene inflitte per la commissione di un reato come l’abuso edilizio). Nelle sanzioni amministrative rientrano, ad esempio, le sanzioni tributarie (quelle per il mancato pagamento delle imposte) e le cosiddette multe stradali. In generale, potremmo identificare le sanzioni amministrative come quelle emanate da un’autorità amministrativa come il Prefetto, il Comune, un’amministrazione finanziaria (Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane, Inps, ecc.). Attenzione però: se nelle contravvenzioni per violazioni del codice della strada tutto l’importo da pagare è a titolo di sanzione amministrativa, invece quando è in ballo il mancato o il ritardato pagamento di un’imposta bisogna distinguere la parte da versare a titolo di tributo e quella invece a titolo di sanzione: le due avranno una prescrizione differente (per le tasse, la prescrizione è diversa a seconda del tipo: ad esempio per l’Iva è di 10 anni mentre per la Tari è di 5).

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Le sanzioni amministrative, al contrario di quelle civili e penali, vengono comunicate a seguito di un procedimento interno alla pubblica amministrazione volto ad accertare l’illecito: il procedimento culmina con la constatazione della violazione amministrativa e la notifica della sanzione. Invece, le sanzioni civili e penali richiedono quasi sempre un processo dinanzi al giudice, sia pure in versione “semplificata”. Si pensi, ad esempio, al risarcimento del danno a seguito di inadempimento contrattuale o al decreto penale di condanna.

Detto ciò, vediamo dopo quanto tempo le sanzioni amministrative cadono in prescrizione. A disciplinare le sanzioni amministrative è una famosa legge del 1981 [1] che, peraltro, ha depenalizzato all’epoca numerosi reati. Tale normativa stabilisce che il diritto a riscuotere le somme dovute per le violazioni amministrative si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata commessa la violazione. Quindi, ad esempio, una violazione commessa il 1° febbraio 2018 cade in prescrizione alla mezzanotte del 31 gennaio 2023.

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Per le multe stradali c’è un regime particolare: la contravvenzione deve essere notificata entro massimo 90 giorni dall’infrazione, a pena di decadenza. Una volta però effettuata la notifica, anche la multa risente della prescrizione di cinque anni; per cui, se entro tale termine l’automobilista non riceve alcun sollecito di pagamento, una cartella esattoriale o un pignoramento è definitivamente libero dall’obbligo di pagare.

Il termine di prescrizione può essere oggetto di «interruzione». Cosa significa? Perché si abbia la «prescrizione delle sanzioni amministrative» è necessario che, nei cinque anni, il trasgressore non riceva alcuna richiesta di pagamento; se invece ciò dovesse succede, la stessa avrebbe l’effetto di interrompere la prescrizione e farla decorrere nuovamente da capo a partire dal giorno dopo. Per fare un esempio, nel caso di una violazione commessa il 1° febbraio 2018, se il cittadino riceve una diffida di pagamento il 1° febbraio 2019 (ossia prima del compimento dei 5 anni), il debito cade in prescrizione alla mezzanotte del 31 gennaio 2024 (ossia cinque anni dopo la diffida).

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A confermare il fatto che la prescrizione delle sanzioni amministrative è di cinque anni è stata anche la Cassazione a Sezioni Unite, ossia il massimo consesso che il nostro ordinamento conosca in tema di interpretazione delle leggi. Il chiarimento dei giudici Supremi [2] è stato necessario perché, secondo alcune interpretazioni, il termine di prescrizione delle sanzioni amministrative doveva essere, per tutte, di 90 giorni come previsto dalla legge per la prima notifica delle multe stradali; questa tesi, però, non ha fatto breccia ed è stata confermata la prescrizione quinquennale.

Vediamo a questo punto qual è il termine per pagare una sanzione amministrativa e per fare ricorso. La sanzione può essere pagata entro 60 giorni dalla comunicazione della sanzione stessa all’interessato. Quest’ultimo può, in alternativa, fare ricorso all’organo competente indicato nel verbale (di solito il Prefetto) entro 60 giorni.

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