Il diritto al rimborso del prodotto difettoso

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Se il vostro acquisto si è rivelato irreparabilmente difettoso, avete diritto alla restituzione di quanto avete speso. Cosa fare se il venditore vi propone un buono in cambio del rimborso.

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Avete acquistato un oggetto, ma lo stesso si è rivelato difettoso. Magari è stato lo stesso venditore a richiamare l’articolo, denunciandone il difetto e proponendovi la risoluzione del problema con la consegna di un buono. Ebbene, lo può fare? Siete tenuti ad accettarlo come rimborso? Il consumatore ha diritto al rimborso del prodotto difettoso e, nel caso di risposta affermativa, in quali casi?

Il diritto al rimborso: il Codice del consumo

Se dobbiamo affrontare l’argomento del

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diritto al rimborso per l’oggetto difettoso ed a favore del consumatore, la legge di riferimento è il cosiddetto Codice del consumo [1]. Questo afferma chiaramente che il venditore, nei confronti dell’acquirente/consumatore, è responsabile per gli eventuali difetti presenti nel bene acquistato. In particolare, la normativa appena richiamata, a proposito di quello che tecnicamente viene definito come difetto di conformità, se questo viene riscontrato sul bene, contempla a favore del compratore le seguenti possibilità:

Ebbene, a proposito di quest’ultima possibilità, e cioè la risoluzione del contratto di acquisto dell’oggetto rivelatosi non conforme e difettoso, la legge in esame precisa che il predetto diritto è, in particolare, esercitabile:

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C’è da precisare che, in tutte le descritte ipotesi, in alternativa al diritto alla risoluzione del contratto ed al conseguente rimborso, il consumatore può chiedere una proporzionata e sostanziosa riduzione del prezzo.

Detto ciò, è importante ricordare al lettore che l’acquirente è coperto dalla descritta garanzia per un periodo di due anni. Egli, scoperto il difetto, ha due mesi di tempo [2] per denunciare il fatto al venditore e per chiedere il rimedio tra quelli indicati dalla legge. Ricevuta la denuncia, se il consumatore non ha indicato cosa desidera in merito al bene difettoso (ad esempio, la riparazione oppure la riduzione del prezzo), il venditore può proporre al medesimo un rimedio alternativo a quelli indicati dalla legge. Se il

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consumatore non è d’accordo con la proposta ricevuta, deve necessariamente comunicarlo al venditore, proponendogli la propria scelta tra quelle previste dalla normativa appena richiamata e tenendo conto che la risoluzione non potrà essere richiesta se si tratta di un difetto lieve, anche quando la riparazione o la sostituzione siano state impossibili o eccessivamente onerose [3].

Il rimborso del prodotto difettoso: il buono

Come evidenziato in premessa, non è infrequente che abbiate acquistato un prodotto rivelatosi difettoso, che ne abbiate denunciato la difformità, che sia stato lo stesso venditore a richiamarli ed a denunciarne il difetto. Ebbene, se è avvenuto ciò, ribadiamo che avrete diritto alla risoluzione del contratto ed al conseguente rimborso, se:

Detto ciò, il venditore, a seguito della vostra denuncia del difetto oppure di propria iniziativa, invece del

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rimborso del denaro speso, potrebbe proporvi la consegna di un buono a compensazione degli eventuali acquisti futuri (ipotesi questa abbastanza frequente). Ebbene, se non siete d’accordo con questa soluzione, sarebbe opportuno che rispondiate formalmente al predetto venditore, mediante una raccomandata a.r. (in alternativa potreste inviare una mail pec da una vostra pec, se ne siete in possesso), con la quale comunichereste:

Ovviamente, ricordatevi che in mancanza di ogni riscontro positivo alla vostra comunicazione, l’unica alternativa all’accettazione del buono, sarebbe quella di promuovere una formale azione legale nei riguardi del venditore, per ottenere la restituzione dei soldi spesi (soluzione, questa, sicuramente non consigliabile quando si tratta di piccoli importi). Quindi, valutate bene se è il caso o meno, di portare avanti un braccio di ferro col venditore o se accettare di buon grado il buono propostovi.

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