Dichiarazione di successione: come fare e quando

Aggiungi un commento
Annuncio pubblicitario

Successioni: non è bello trovarsi, all’alba di un dolore, ad affrontare anche i problemi burocratici; eppure la dichiarazione di successione è un adempimento tutt’altro che semplice e lineare. Vediamo di che si tratta e come fare per “uscirne vivi”.

Annuncio pubblicitario

La dichiarazione di successione è un documento di natura fiscale a carico degli eredi del defunto. Sserve a informare l’Agenzia delle Entrate sull’ammontare e composizione del patrimonio ereditato per calcolare e pagare diverse imposte che variano a seconda del valore dello stesso e del grado di parentela.

Quando, come e dove presentare la dichiarazione

La dichiarazione deve essere presentata entro

Annuncio pubblicitario
dodici mesi dalla data del decesso, che coincide con l’apertura della successione.

La dichiarazione va presentata presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente in relazione al luogo di apertura della successione o – come sempre più frequentemente avviene – in via telematica direttamente dal dichiarante ovvero da soggetti delegati quali un commercialista o un Caf (non è obbligatorio rivolgersi ad un notaio). L’Agenzia delle Entrate rende disponibile sul proprio sito internet un programma software gratuito per compilarla ed inviarla.

La presentazione cartacea del modello all’ufficio territoriale competente, tramite raccomandata o altro mezzo equivalente è consentita in via eccezionale solo per i residenti all’estero, se impossibilitati alla trasmissione telematica.

Con la presentazione della dichiarazione di successione il dichiarante è tenuto contestualmente al pagamento (se dovute) delle imposte ipotecarie e catastali, dell’imposta di bollo, delle tasse ipotecarie e dei tributi speciali che si pagano in “

Annuncio pubblicitario
autoliquidazione” ovvero vengono autonomamente calcolate e versate dal contribuente, contestualmente alla presentazione della dichiarazione. Le modalità di pagamento delle somme autoliquidate sono le seguenti:

  1. dichiarazione presentata direttamente dal dichiarante: il pagamento deve essere effettuato mediante addebito diretto sul conto corrente;
  2. dichiarazione presentata tramite intermediario abilitato: il pagamento deve essere effettuato mediante addebito on line disposto dall’intermediario sul conto corrente del dichiarante;
  3. dichiarazione presentata tramite l’ufficio dell’Agenzia delle entrate, il pagamento può essere effettuato in banca, all’ufficio postale o all’agente della riscossione, utilizzando il modello F24 oppure mediante addebito sul conto corrente.

Successivamente ai controlli effettuati dall’ufficio, il sistema dell’Agenzia delle Entrate, rilascia una ricevuta (con una copia semplice della dichiarazione di successione) contenente gli estremi di registrazione che sarà resa disponibile nel “

Annuncio pubblicitario
cassetto fiscale” del dichiarante e di tutti i beneficiari indicati in dichiarazione. Questa copia è spesso necessaria per ottenere dalle banche il trasferimento dei depositi e conti correnti del defunto in favore degli eredi.

Con la presentazione della dichiarazione di successione non è necessario effettuare separatamente le volture catastali di fabbricati e terreni: dal 2018 avvengono in automatico, salvo diversa opzione del contribuente.

Quali beni dichiarare nella successione?

La dichiarazione di successione ricomprende tutti i beni e i diritti di cui il defunto era titolare in vita che corrispondono al suo patrimonio, anche conosciuto tecnicamente come “attivo ereditario” dal quale sarà possibile dedurre anche i debiti (c.d. passivo ereditario). Tra i beni e diritti vi rientrano:

È sempre consigliabile indicare in dichiarazione, anche se esenti dall’imposta di successione per legge, i titoli del debito pubblico (ivi compresi BOT e CCT), anche se emessi dagli Stati appartenenti all’Unione Europea e gli altri titoli di Stato, garantiti dallo Stato o equiparati nonché ogni altro bene o diritto similare dichiarato per legge esente.

Annuncio pubblicitario

L’indennità di fine rapporto (c.d. TFR) in caso di morte del prestatore di lavoro [4] e l’indennità spettante per diritto agli eredi in forza di assicurazioni previdenziali obbligatorie o stipulate dal defunto (c.d. assicurazioni sulla vita) non devono essere dichiarate nella successione.

L’imposta di successione è dovuta per i beni e diritti, anche se esistenti all’estero, nel caso in cui alla data di apertura della successione la persona deceduta era residente in Italia. In caso contrario, l’imposta è comunque dovuta limitatamente ai beni e diritti esistenti in Italia.

Chi è obbligato a presentare la dichiarazione?

Sono tenuti alla presentazione della dichiarazione di successione:

  1. i chiamati all’eredità ovvero tutti i soggetti (persona fisica o giuridica), che non hanno ancora accettato l’eredità, ai quali potenzialmente può essere trasmesso il patrimonio del defunto oppure una sua quota;
  2. gli eredi: la qualità di erede, secondo legge, si acquista con l’accettazione (espressa o tacita) dell’eredità, il cui effetto risale al momento del decesso (data di apertura della successione);
  3. i legatari: sono destinatari di uno o più beni oppure uno o più diritti, determinati dal defunto con testamento (ad esempio la persona a cui il defunto lascia un appartamento è un legatario e non un erede). Il legato si acquista senza bisogno di accettazione.
  4. i rappresentanti legali degli eredi o dei legatari;
  5. gli immessi nel possesso temporaneo dei beni dell’assente: questo si verifica quando una persona è scomparsa e non se ne hanno più notizie da almeno due anni; può essere così richiesto, al tribunale della sua ultima residenza o domicilio, che ne sia dichiarata l’assenza. Dopo questa sentenza, chi sarebbe stato erede o legatario del soggetto dichiarato assente può domandare al tribunale di entrare in possesso temporaneo dei beni dello scomparso;
  6. gli amministratori dell’eredità. L’amministratore dell’eredità è previsto in casi particolari, come ad esempio, quando il testamento designa un erede sotto condizione: se per diventare “erede” occorre che accada un evento futuro ed incerto previsto nel testamento;
  7. i curatori dell’eredità giacente. Il curatore dell’eredità giacente è nominato dal Tribunale quando il “chiamato” non ha accettato l’eredità e non è nel possesso dei beni ereditari; il curatore ha il compito di amministrare il patrimonio ereditario fino a quando l’eredità viene accettata;
  8. gli esecutori testamentari. L’esecutore testamentario è il soggetto a cui il defunto può dare il compito di curare le sue ultime volontà, espresse nel testamento.
  9. i trustee. Il trust è un istituto giuridico nel quale vengono trasferiti i beni del disponente (o settlor), nel caso di specie il defunto, affinché vengano amministrati e gestiti in favore di altri soggetti (beneficiari), a cui l’amministratore (trustee) dovrà trasferirli dopo un periodo di tempo o una volta raggiunto uno scopo.

È comunque sufficiente che la dichiarazione sia sottoscritta da

Annuncio pubblicitario
uno solo dei soggetti obbligati.

Chi non deve presentare la dichiarazione?

La dichiarazione non deve essere presentata se l’eredità è devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto e l’attivo ereditario (valore dei beni) non è superiore a 100.000 € e non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari (fabbricati e terreni). Basta, quindi, la presenza di un unico immobile, anche se di valore inferiore a 100mila euro, a rendere necessaria la presentazione della dichiarazione.

La dichiarazione non deve essere presentata se tutti gli aventi diritto rinunciano all’eredità o al legato, oppure, non essendo nel possesso dei beni ereditari, chiedono la nomina di un curatore dell’eredità, prima del termine previsto per la presentazione della dichiarazione.

Quali documenti servono per la successione?

Con la dichiarazione di successione deve essere obbligatoriamente indicato l’albero genealogico, dal quale risulti il nome, cognome, luogo e data di nascita del coniuge e dei soggetti beneficiari legati al defunto da vincoli di parentela. Per predisporre in modo corretto la dichiarazione di successione è necessari acquisire i seguenti documenti o informazioni:

Annuncio pubblicitario

Se la presentazione della dichiarazione avviene tramite un intermediario abilitato, come un

Annuncio pubblicitario
commercialista o un Caf, questi deve aver cura di conservare l’originale della dichiarazione di successione trasmessa e firmata dal dichiarante, gli originali delle dichiarazioni sostitutive di atto notorio rese dagli eredi o legatari, nonché copia dei relativi documenti d’identità.

Chi è tenuto al pagamento?

L’obbligo di presentare la dichiarazione di successione grava, di regola, sugli eredi e sui legatari (vi sono poi casi specifici nei quali l’obbligo grava su altri soggetti, come il curatore dell’eredità giacente o l’esecutore testamentario). Ma anche i semplici «chiamati all’eredità» (vale a dire coloro che possono divenire eredi se accettano l’eredità) sono obbligati a presentare la dichiarazione di successione.

Tuttavia, i «chiamati», a differenza degli eredi, rispondono solidalmente dell’imposta di successione solo nel limite del valore dei beni ereditari rispettivamente posseduti; mentre gli eredi sono obbligati solidalmente al pagamento dell’imposta nell’ammontare complessivamente dovuto. Quanto ai legatari, essi sono obbligati al pagamento dell’imposta relativa ai rispettivi legati.

Annuncio pubblicitario

Se più soggetti sono obbligati alla presentazione della dichiarazione in relazione alla medesima successione (ad esempio, più figli di un genitore defunto), è sufficiente che la presenti uno solo di essi: il suo adempimento libera gli altri dall’obbligo.

Gli eredi e i chiamati all’eredità, che non hanno ancora accettato ma che sono in possesso di beni ereditari, rispondono solidalmente delle somme dovute (da loro e dai legatari). Il coerede che ha accettato l’eredità con beneficio d’inventario è obbligato solidalmente al pagamento soltanto nel limite del valore della propria quota ereditaria. I legatari sono, invece, obbligati solo al pagamento delle somme relative al loro legato.

Successione con immobili: quali tributi pagare?

Se l’attivo ereditario comprende terreni o fabbricati, in relazione agli immobili e ai diritti reali immobiliari indicati nella dichiarazione di successione occorre pagare (calcolando e versando i relativi importi):

Le imposte

Annuncio pubblicitario
ipotecarie e catastali, salvo eccezioni, sono dovute in misura proporzionale (rispettivamente 2% e 1%) al valore dell’immobile o dei diritti reali sugli stessi ed è nella prassi l’imposta che viene generalmente pagata da tutti, non essendo previste particolari esenzioni, salvo il caso più frequente della c.d. “prima casa”: qui le imposte ipotecarie e catastali sono dovute nella misura fissa di 200 euro ciascuna.

Inoltre, per le successioni comprendenti beni immobili sono dovute:

Come si paga l’imposta di successione?

Il pagamento dei tributi dovuti alla presentazione di una dichiarazione di successione si articola in due momenti. Anzitutto, per registrare la successione all’agenzia delle Entrate, il contribuente deve prima autoliquidare le imposte ipotecarie e catastali, che, come abbiamo visto, si applicano agli immobili caduti in successione e da volturare e trascrivere intestandoli agli eredi. Il pagamento va fatto utilizzando il

Annuncio pubblicitario
modello F24 oppure con addebito sul proprio conto corrente (aperto presso una banca convenzionata con le Entrate o Poste italiane).

Una volta che la dichiarazione di successione è registrata, l’ufficio notifica un avviso di liquidazione dell’imposta di successione dovuta che il contribuente deve pagare entro 60 giorni. Questa notifica va effettuata entro tre anni dalla presentazione della dichiarazione di successione. Dal pagamento dell’imposta l’ufficio ha due anni per notificare un avviso di accertamento e contestare il contenuto della dichiarazione (ad esempio, elevare il valore dichiarato di un’area edificabile). Se la dichiarazione di successione è del tutto omessa, il fisco ha cinque anni (dalla data entro la quale la dichiarazione avrebbe dovuto essere registrata) per la registrazione d’ufficio e l’accertamento dell’imposta dovuta, con applicazione delle sanzioni.

Esenzioni dall’imposta di successione

L’imposta di successione è commisurata al grado di parentela degli eredi rispetto al defunto, con soglie di valore del patrimonio ricevuto in eredità entro le quali si è esenti. Queste “

Annuncio pubblicitario
franchigie” e le relative aliquote sono:

Se l’erede è portatore di handicap grave riconosciuto ai sensi della legge 104/1992 la franchigia è aumentata a 1.500.000 euro, indipendentemente dal rapporto di parentela con il defunto.

Annuncio pubblicitario

Che succede se non pago l’imposta di successione?

Nel caso in cui la dichiarazione di successione non sia stata presentata, si applica una sanzione che va dal 120 al 240 per cento dell’imposta liquidata dall’Agenzia delle Entrate. Se non è dovuta alcuna imposta di successione, si applica la sanzione amministrativa da 250 a 1.000 euro. Se la dichiarazione è presentata con un ritardo non superiore a 30 giorni le sanzioni sono dimezzate: si applica la sanzione amministrativa dal 60% al 120% dell’imposta liquidata e se non è dovuta imposta si applica la sanzione amministrativa da 150 a 500 euro.

Il tardivo versamento dell’imposta comporta, invece, l’applicazione della sanzione del 30%, calcolata sull’importo non versato. Tuttavia, prima che avvenga l’accertamento d’ufficio si può effettuare il cosiddetto “ravvedimento operoso”, mediante il quale è possibile regolarizzare spontaneamente i versamenti di imposte omessi o insufficienti, beneficiando della riduzione delle sanzioni.

La sanzione è pari ad una percentuale ridotta delle imposte dovute, commisurata alla durata del ritardo. In particolare, se il pagamento è effettuato:

Annuncio pubblicitario

Il versamento della sanzione ridotta deve essere eseguito contestualmente al pagamento, in ritardo, del tributo, nonché al pagamento degli interessi moratori dovuti, che vengono calcolati al tasso legale annuo, calcolato dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato a quello in cui viene effettivamente eseguito).

Sostieni laleggepertutti.it

Non dare per scontata la nostra esistenza. Se puoi accedere gratuitamente a queste informazioni è perché ci sono uomini, non macchine, che lavorano per te ogni giorno. Le recenti crisi hanno tuttavia affossato l’editoria online. Anche noi, con grossi sacrifici, portiamo avanti questo progetto per garantire a tutti un’informazione giuridica indipendente e trasparente. Ti chiediamo un sostegno, una piccola donazione che ci consenta di andare avanti e non chiudere come stanno facendo già numerosi siti. Se ci troverai domani online sarà anche merito tuo. Diventa sostenitore clicca qui