Accordo sulla pace fiscale: le novità
Aliquota al 20% con un tetto fino a 100mila euro. Rottamazione-ter e stralcio delle mini-cartelle fino a 1.000 euro (comprese multe e tributi locali).
Solo chi ha dichiarato ma non pagato del tutto potrà essere in pace fiscale con lo Stato. Non avrà pace, invece, chi la dichiarazione dei redditi non l’ha nemmeno presentata, giocando a fare il contribuente invisibile e vivendo in nero per non pagare le tasse. È questo la principale novità dell’accordo sulla pace fiscale raggiunto in extremis dal Governo all’interno del decreto collegato alla Legge di Bilancio 2018. Tutti contenti, alla fine: Matteo Salvini ha ottenuto quello che voleva, cioè un sistema per venire incontro a chi aveva contratto un debito con Equitalia, e Luigi Di Maio pure, cioè non concedere un solo centimetro a chi ha sempre fatto dell’evasione fiscale il proprio credo.
In che cosa consiste l’accordo sulla pace fiscale e quali altre novità presenta? Diciamo, innanzitutto, che sarà molto articolata, con diverse opzioni per chi deve sanare il debito con il Fisco. C’è un’aliquota del 20% da applicare sui soldi non denunciati. C’è un tetto di 100mila euro per i periodi di imposta fino al 31 ottobre 2017. C’è una sola possibilità di aderire alla pace fiscale in una sola finestra che si chiuderà ad aprile-maggio del 2019. C’è, quindi, la possibilità non solo di non pagare sanzioni e interessi sul dovuto ma di avere un forte sconto sulla quota capitale. E poi ci sono le mini-cartelle sotto i 1.000 euro che verranno stracciate (e che comprendono anche le multe stradali), la rottamazione-ter con termini più ampi per il pagamento,
Vediamo nel dettaglio le novità dell’accordo sulla pace fiscale.
Indice
Pace fiscale: l’aliquota del 20%
L’accordo sulla pace fiscale prevede una dichiarazione integrativa con un’aliquota del 20% per sanare le somme non denunciate al Fisco. Per beneficiare di questa sanatoria, però, bisognerà rispettare tre condizioni:
- un massimo dichiarabile in più del 30% rispetto all’anno di imposta precedente con un tetto di 100mila euro l’anno per gli ultimi periodi fino a quello dichiarato il 31 ottobre 2017. Significa che se l’anno scorso ho dichiarato 50mila euro, quest’anno non posso tirar fuori dal cassetto un importo non denunciato superiore al 30% di quella cifra (cioè 15.000 euro) e, comunque, devo restare sotto i 100mila euro (e non più 500mila o addirittura 1 milione come paventato dalla Lega nelle settimane precedenti). A questi importi in più verrà applicata un’aliquota del 20%;
- aver presentato la dichiarazione dei redditi. Fatta male per difetto, ma almeno averla presentata. Niente pace fiscale, quindi, per chi non si è fatto vedere dal Fisco, cioè per chi è colpevole di omessa dichiarazione e, quindi, di evasione fiscale;
- una sola finestra per aderire alla pace fiscale con scadenza tra aprile e maggio del 2019. Attenzione, perché i versamenti saranno uno dietro l’altro: a luglio e a settembre del 2019.
Così facendo, dunque, grazie alla
Il Governo pensa, comunque, di appesantire le sanzioni amministrative per chi bara sulle tasse: la dichiarazione infedele, da ora in poi, comporterà una penalità superiore del 20% rispetto ad oggi.
Pace fiscale: liti e rottamazione-ter
L’accordo sulla pace fiscale contempla altre possibilità, oltre alla dichiarazione integrativa, per sanare i debiti con il Fisco. Riguardano:
- gli avvisi di accertamento;
- la definizione agevolata dei processi verbali di contestazione;
- le liti pendenti;
- la rottamazione-ter;
- lo stralcio delle mini-cartelle;
- i ruoli su dazi ed Iva;
- le agevolazioni sulle imposte di consumo delle sigarette elettroniche.
Per quanto riguarda le liti pendenti, chi ha vinto in appello potrà beneficiare di uno sconto fino all’80% del valore della causa, mentre chi ha vinto in primo grado avrà uno sconto del 50%. Sarà possibile, inoltre, pagare il debito in 5 anni con 20 rate trimestrali.
La rottamazione-ter
Pace fiscale: addio mini-cartelle (multe comprese)
Le micro-cartelle fino a 1.000 euro finiranno nel cestino. È lo stesso Salvini a spiegare che l’enorme volume di queste piccole cartelle ha intasato il sistema informatico del Fisco e che costa di meno stracciare le cartelle accumulate dal 2000 ad oggi che pretendere il loro pagamento. Per la gioia degli automobilisti indisciplinati, a finire nel macero non saranno solo i debiti contratti con il Fisco ma anche le multe stradali non pagate. Così come i tributi locali non versati (Tari, Tasi, Imu, ecc.). In totale, sarebbero interessati circa 10 milioni di contribuenti.
Pace fiscale: e-fattura e scontrini telematici
Il decreto approvato dal Governo che contiene la pace fiscale parla anche dell’obbligo di fattura elettronica a partire dal 1° gennaio 2019. Che c’entra con la pace fiscale? C’entra, perché per i primi sei mesi l’Agenzia delle Entrate chiuderà un occhio (se non addirittura entrambi) nel caso venga rilevata qualche irregolarità nell’emissione di questi documenti. Insomma, mano morbida per il tempo che serve ad esercente e clienti ad abituarsi a questo sistema.
Confermato anche l’obbligo di trasmettere lo scontrino telematico in due tempi, a seconda del volume d’affari dell’esercente.