Intervallo prove alcoltest

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Seconda misurazione etilometro: dopo quanto tempo? Che succede se la seconda è più bassa o più alta della prima?

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Guidare ubriachi è reato se il livello di alcol trovato nel sangue supera 0,8 grammi per litro. Dopo 1,5 grammi le sanzioni si aggravano. Da 0,4 a 0,8 scattano solo sanzioni amministrative. Tuttavia, prima che l’alcol faccia effetto ed “entri in circolo” deve trascorrere del tempo, tempo che varia a seconda del soggetto (statura, massa corporea, fattori generici) e delle sue condizioni fisiche (stomaco vuoto o pieno, stanchezza, ecc.). Ti sarai certamente accorto che, per sentire la sensazione di ebbrezza, devi attendere qualche minuto dall’ingerimento della sostanza alcolica. Ecco perché la giurisprudenza ha spesso individuato, come

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causa di invalidità dell’alcoltest, il particolare ritardo nell’esecuzione della prova dal momento del fermo. E ciò perché il picco alcolico non si raggiunge subito (nel qual caso, al decorso del tempo corrisponderebbe una diminuzione del livello di alcol nel sangue), ma dopo un arco di tempo compreso tra venti minuti e qualche ora. Per cui, nel momento in cui un automobilista viene fermato, per stabilire se sta guidando in stato di ebbrezza, è necessario effettuare la prova dell’etilometro il più presto possibile, senza attendere troppo. Sulla scorta di questo principio, avallato anche dalla Cassazione, ci si è anche chiesto quale deve essere l’intervallo tra le prove dell’alcoltest.

Quando un automobilista viene fermato dalla pattuglia per l’esame dell’alcol presente nel sangue, viene sottoposto a due successive prove con l’alcoltest. Tra la prima e la seconda prova decorrono, di solito, cinque minuti.

Che succede se la seconda misurazione è più alta della prima?

La giurisprudenza ha detto che è irrilevante la circostanza che il secondo esperimento abbia rilevato più alcol nel sangue rispetto al primo; ben potrebbe essere, infatti, come anticipato poc’anzi, che il picco alcolico non è stato ancora raggiunto al momento della prima prova. La seconda, quindi, non deve per forza fornire un risultato inferiore o uguale alla prima.

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Tale indirizzo è stato confermato dalla Cassazione. Per la Corte [1], è valida la rilevazione del tasso alcolemico effettuata mediante l’alcoltest anche nel caso in cui la prima prova spirometrica abbia dato un risultato inferiore alla seconda, dovendosi escludere che la curva di assorbimento dell’alcol nell’organismo abbia uno sviluppo decrescente; pertanto il fatto che le due prove abbiano avuto un andamento differente non rappresenta una anomalia sintomatica del malfunzionamento del test.

Solo la dicitura dell’errore nello scontrino della rilevazione dell’alcoltest è indicativa del funzionamento difettoso: il reato di guida in stato di ebbrezza, in altri termini, è configurabile anche quando lo scontrino dell’alcoltest, oltre a riportare l’indicazione del tasso alcolemico in misura superiore alle previste soglie di punibilità, contenga la dicitura “volume insufficiente”, qualora l’apparecchio non segnali espressamente l’avvenuto errore.

Tempo tra le due misurazioni dell’alcoltest

Di recente la Cassazione

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[2] ha detto che l’esito dell’alcoltest è valido anche in caso di mancato rispetto dell’intervallo di cinque minuti tra una misurazione del tasso alcolemico e l’altra. La Corte rileva che il lasso temporale tra il primo e il secondo alcoltest è talmente irrilevante che il rispetto tassativo della distanza temporale tra le due misurazioni non costituisce elemento atto a modificare l’esito dell’alcoltest.

Ancor più di recente [6] la Cassazione ha detto che l’intervallo di 5 minuti previsto dall’art. 375 del Regolamento del codice della strada, relativo al tempo intercorrente tra una prova e l’altra, deve essere interpretato come intervallo minimo volto a controllare la curva alcolemica.

In base a tale disposizione, infatti, ai fini dell’accertamento del reato di guida in stato di ebbrezza alcolica, il distacco temporale di 5 minuti che deve intercorrere tra la prima e la seconda prova deve essere interpretato quale intervallo minimo temporale in vista del monitoraggio della curva alcolemica, avendo lo scopo di evitare l’espletamento di due prove in tempi troppo ravvicinati.

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Nel caso di specie, tra le due prove era trascorso un intervallo temporale pari a 9 minuti, dunque gli Ermellini rilevano la correttezza del riscontro da parte della Corte d’Appello del reato contestato al ricorrente, evidenziando, inoltre, l’assenza di norme volte ad assicurare la consecutività delle relative prove di accertamento.

Alcoltest dopo un’ora: è valido?

Non sempre la Corte ha sposato la tesi secondo cui l’eccessivo lasso di tempo tra lo stop intimato all’auto e l’effettuazione delle prove dell’alcol è causa di invalidità del test. Con una sentenza di qualche tempo fa [3], la Corte ha ritenuto di condannare un conducente sottoposto a etilometro dopo ben un’ora da quando era stato fermato. Secondo i magistrati va tenuto presente che «il decorso di un intervallo temporale tra la condotta di guida incriminata e l’esecuzione del test alcolimetrico è inevitabile e non incide sulla validità del rilevamento alcolemico» e una prova significativa è data dall’«esito di un accertamento strumentale che replichi le cadenze e le modalità previste dal Codice della strada e dal relativo regolamento».

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In sostanza, «il mero dato costituito dal lasso temporale decorso tra la conduzione del veicolo e l’effettuazione delle prove alcolimetriche» non è sufficiente, spiegano i giudici, per mettere in dubbio i risultati che attestano «la guida in stato di ebbrezza».

Per quanto concerne poi le tempistiche di assorbimento dell’alcol, non si può fare riferimento alla cosiddetta curva alcolimetrica «sulla base di meri indici di verosimiglianza», poiché «va puntualmente e concretamente dimostrato che il tasso esibito dalla misurazione strumentale, eseguita a distanza di tempo, non rappresenta la condizione organica del momento in cui si era ancora alla guida». Allo stesso tempo, «non può essere accolta una prova a discarico basata soltanto su valutazioni teorico-scientifiche che costituiscono espressione della soggettiva dinamica metabolica della curva alcolemica rispetto al momento di assunzione della sostanza alcolica», soprattutto «in assenza di adeguati riferimenti al momento esatto di tale assunzione», concludono i giudici.

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Ed ancora il «decorso di un intervallo temporale tra la condotta di guida incriminata e l’esecuzione del test alcolimetrico è inevitabile» e, soprattutto, «non incide sulla validità del rilevamento» [4].

Quando l’alcoltest sbaglia

Secondo la Cassazione è possibile che l’alcoltest sbagli ma è il trasgressore a doverlo dimostrare. È a carico suo l’onere di tale prova [5]. Quando la soglia è superata, il conducente è considerato in stato di ebbrezza a prescindere da ogni altra dimostrazione del conducente sulle sue reali condizioni psico-fisiche, eventualmente idonee a non costituire pericolo per gli utenti della strada.

Non rileva la mancata omologazionel’identica rilevazione dei tassi alcolemici nel sangue nel corso di entrambe le misurazioni. Spetta al conducente, imputato nel processo penale di guida in stato di ebbrezza, dimostrare difetti di funzionamento della strumentazione. Ciò avviene ad esempio quando l’alcoltest accompagna alla misurazione la dicitura “volume insufficiente”.

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