Come farsi esonerare dal turno di notte

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Chi può fare il lavoro notturno e chi no. I facsimili per chiedere il cambio di orario per patologia o perché si ha un figlio piccolo o un disabile a carico.

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Non è l’orario più gradito da tutti per recarsi al lavoro, ma ci sono delle aziende che hanno l’esigenza di non fermare mai la produzione, nemmeno dal tramonto all’alba. In questi casi, quando ti tocca ti tocca: inizi quando gli altri vanno a casa a cenare con la famiglia e finisci quando i colleghi ti danno il cambio dopo aver fatto colazione. Ci sono, però, delle situazioni in cui quest’orario non è permesso oppure nelle quali è possibile chiedere di lavorare soltanto di giorno. Ma come farsi esonerare dal turno di notte?

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C’è, innanzitutto, da precisare che cosa si intende per lavoro notturno e quali sono i limiti giornalieri imposti dalla legge. Subentrano, poi, i contratti nazionali di categoria che, come vedremo tra poco, fissano la durata del turno di notte, comunque sempre entro i vincoli dettati dalla legge.

Non tutti i lavoratori, però, possono essere inseriti nel turno di notte. In alcuni casi, l’esonero riguarda i figli piccoli a carico, in altri l’età del soggetto, in altri ancora eventuali patologie che impediscono di svolgere l’attività in questo orario. Bisogna ricordare che il lavoro notturno è considerato usurante e, come tale, non solo non è adatto a tutti ma dà anche la possibilità di andare in prepensionamento.

Tuttavia, se il datore di lavoro inserire un dipendente nell’orario notturno ed il lavoratore ritiene di non poterlo fare, deve essere quest’ultimo a farsi esonerare dal turno di notte seguendo la procedura che spiegheremo più avanti.

Turno di notte: che cos’è?

Per

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turno di notte si intende quello in cui si lavora per almeno 7 ore consecutive tra la mezzanotte e le cinque del mattino. In pratica, se nell’arco di quelle 7 ore è compreso l’intervallo che va dalla mezzanotte alle 5 del mattino, stai facendo un lavoro notturno. Quindi, è considerato turno di notte, ad esempio, quello che va dalle 11 di sera alle 7 del mattino, oppure dalle 10 di sera alle 6 del mattino e così via.

Si considera lavoratore notturno:

Facciamo un esempio. Mario lavora normalmente in un reparto produttivo dalle 22 alle 5. Giuseppe, invece, lavora solitamente dalle 9 alle 16. L’azienda, però, per coprire le assenze di Mario, chiede a Giuseppe di lavorare dalle 22 alle 5 per 90 giorni l’anno (quindi più del limite minimo di 80 giorni). Entrambi, a questo punto, sono da considerare lavoratori notturni.

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Turno di notte: quanto può durare?

Ammesso e non concesso che un lavoratore sia adatto a fare il turno di notte, quante ore può dedicarsi alla sua attività?

In linea di massima, il lavoro notturno non può superare in media le 8 ore nell’arco delle 24 ore. Questo limite è da calcolare con la media tra le ore lavorate e quelle non lavorate, quindi 1/3, e non può essere applicato su un periodo di riferimento uguale alla settimana lavorativa di 6 giorni, a meno che i contratti nazionali o aziendali abbiano qualche precisa disposizione in proposito.

La durata contratto per contratto

Ecco che cosa dicono i singoli contratti nazionali riguardo la durata del turno di notte:

Turno di notte: gli obblighi del datore di lavoro

Nel caso in cui intenda istituire un turno di notte per esigenze produttive, il

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datore di lavoro è tenuto a sottoporre i dipendenti interessati a controllo e accertamento di idoneità al lavoro notturno [1]. In particolare, il lavoratore deve fare:

Turno di notte: chi non lo può fare?

Sono esonerati dal turno di notte, cioè non possono essere impiegati per svolgere lavoro notturno [2]:

La Cassazione ha chiarito che il diritto all’esonero dal lavoro notturno spetta al genitore che convive con il minore, anche in caso di separazione con affidamento condiviso (sent. n. 22386/2023).

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Come farsi esonerare dal turno di notte?

Per ottenere l’esonero dal lavoro notturno, il lavoratore deve:

Il datore di lavoro è tenuto a rispettare le disposizioni di legge e non può obbligare il lavoratore a prestare lavoro notturno se rientra nelle categorie esonerate.

Turno di notte: l’esonero per patologia

Può capitare che un lavoratore inizialmente idoneo a svolgere il turno di notte non sia più in grado di fare l’attività notturna per l’insorgere di una patologia. Il lavoro notturno, infatti, può essere la causa di disturbi e malattie come l’insonnia, la depressione, l’ansia o l’ipertensione.

Spetta al medico curante valutare se sia il caso o meno di fare una richiesta al datore di lavoro per ottenere un orario più consono alle condizioni di

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salute del dipendente.

Come farsi esonerare

In pratica, se pensi di essere in questa situazione devi:

L’azienda può chiedere al dipendente di sottoporsi ogni 2 anni ad un controllo per verificare se può riprendere o meno il turno di notte.

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