Cura del cancro al seno, ecco come incide l'alimentazione
Un nuovo studio che si è guadagnato le pagine della prestigiosa rivista scientifica «Nature» rivela come una dieta ipocalorica può aiutare a tenere sotto controllo la crescita della massa tumorale.
Le terapie ormonali sono un alleato nella cura del cancro: servono soprattutto a ridurre le dimensioni della massa tumorale prima dell’intervento chirurgico per asportarla. La buona notizia di oggi arriva da uno studio internazionale a guida italiana, sostenuto anche dalla Fondazione Airc che, ormai dal lontano 1965, raccoglie fondi per la ricerca contro il cancro e informa su cura e prevenzione.
Secondo questa nuova ricerca, approdata sulle pagine della prestigiosa Nature, un
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Come agisce l’alimentazione sulle donne con tumore al seno
Il lavoro è stato coordinato dal Policlinico universitario San Martino di Genova e dall’Ifom (Istituto Firc di Oncologia molecolare) di Milano. Consiste nello studiare gli effetti di una dieta ipocalorica a base vegetale sulla crescita del tumore, in combinazione a terapia ormonale, nei topi e nelle pazienti. I dati sono stati raccolti su 36 pazienti in due studi clinici, condotti a Genova al San Martino e a Milano all’Istituto nazionale tumori da Filippo De Braud e Claudio Vernieri, e mostrano che cicli di dieta protratti per una media di circa sei mesi
Un risultato definito dagli esperti «incoraggiante», perché mostra che anche negli esseri umani, come negli esperimenti condotti in cellule in coltura e in topolini con tumore al seno, questo effetto metabolico potrebbe associarsi a una minore progressione del cancro, a un potenziamento dell’efficacia delle terapie e a un recupero della sensibilità al trattamento nei casi in cui si sia instaurata una resistenza ai farmaci. Tuttavia, puntualizzano gli autori, si tratta di dati preliminari e devono essere confermati in studi clinici più ampi, con numeri maggiori di pazienti.
Attenzione: non sostituisce le terapie oncologiche
Gli esperti tengono a ribadire e precisare che la dieta mima-digiuno «non è una cura anti-cancro fai da te», «non sostituisce mai le terapie prescritte dall’oncologo». Sia i cicli di dieta sia le settimane di intervallo prevedono protocolli precisi e devono avvenire sotto stretto
«La dieta che abbiamo sperimentato, valutandone gli effetti clinici per la prima volta in donne con tumore della mammella anche metastatico in terapia ormonale, è un regime alimentare vegano ipocalorico che induce nel corpo gli effetti metabolici del digiunare, e per questo è stata chiamata mima-digiuno», spiega Alessio Nencioni, del Dipartimento di Medicina interna del Policlinico San Martino – università di Genova, coordinatore dello studio assieme a Valter Longo dell’Ifom di Milano.
Gli effetti positivi
Alcune di loro, riferiscono gli autori, assumono la terapia per cicli mensili da quasi due anni e l’intervento risulta perciò ben tollerato, se adeguatamente pianificato. «La dieta ipocalorica
«Ciò significa – osserva l’esperto – che questo regime di restrizione dietetica potrebbe essere un’arma in più per combattere il tumore della mammella nelle donne in terapia ormonale, senza il rischio di effetti collaterali seri. Abbiamo infatti osservato che il protocollo non compromette lo stato nutrizionale delle pazienti, se fra un ciclo di dieta e l’altro si prescrive un’alimentazione adeguata per evitare malnutrizione e perdita di peso. Inoltre, se si prevede un regime di attività fisica leggera/moderata fra un ciclo e l’altro, le pazienti mostrano anche un miglioramento della composizione corporea, con riduzione della massa grassa e aumento della massa magra».
Longo è noto proprio perché da 15 anni studia l’effetto del digiuno contro i tumori, e riguardo alla dieta oggetto del nuovo lavoro aggiunge: «Nei topi, la dieta mima-digiuno non solo ha rallentato la crescita tumorale, ma ha fatto regredire i tumori anche dopo l’acquisizione di resistenza alle terapie farmacologiche standard». Le pazienti arruolate nei trial non hanno mostrato effetti collaterali consistenti, «solo fastidi lievi e transitori come mal di testa e debolezza», continua Nencioni.
Risultati preliminari
Sono elementi «che indicano come i cicli di dieta mima-digiuno, sotto controllo dello specialista, possano avere effetti positivi senza pericoli consistenti per la salute delle pazienti, aiutandole a orientarsi nelle terapie complementari per evitare errori e migliorarne i risultati. Si tratta ovviamente di risultati iniziali ma, se saranno confermati, potrebbero aprire la strada a nuovi scenari nell’ambito delle terapie oncologiche integrate, diventando una strategia da abbinare alle consuete cure», conclude Nencioni.
Poche settimane fa, ulteriori dati sono arrivati da un lavoro condotto in collaborazione con Longo da un gruppo di centri oncologici olandesi, che hanno pubblicato uno studio clinico su 125 pazienti in cui la dieta mima-digiuno aumentava l’efficacia della chemio contro il cancro al seno. «In futuro – suggerisce Longo – sarà importante capire anche che tipo di nutrizione sia più opportuno adottare tra un ciclo di mima-digiuno e l’altro per combattere il cancro».