Vita da ... praticanti avvocati!
Cosa accade post-lauream ai novelli dottori in giurisprudenza? Quanto costa iscriversi all’albo dei praticanti avvocati di Roma? Tante domande per un futuro pieno di incertezza.
«In qualità di Presidente della Commissione di laurea dell’Università di Roma la dichiaro: “Dottore in Giurisprudenza”».
Con queste parole inizia l’incubo dei praticanti. Le prime domande del novello dottore sono il frutto di cinque anni di solo studio su libri di circa 1000 pagine l’uno: Cosa fare? Come trovare uno studio legale presso il quale svolgere una pratica proficua? Dove iscriversi? Quanto costa?
È necessario, al fine del corretto svolgimento della pratica forense, trovare lo studio “giusto”
Lo studio legale presso il quale avverrà il cosiddetto “tirocinio professionale”, attualmente con una durata di 18 mesi, è il trampolino di lancio per il futuro avvocato che, nel periodo di “addestramento” teorico e pratico, deve essere come una “spugna”, pronto ad assorbire tutto: dai rimproveri, ai complimenti.
Per cercare uno studio, internet è il mezzo più veloce e proficuo. Altrimenti, è possibile procedere in maniera classica lasciando, i propri curricula presso i tribunali oppure partecipando ai cosiddetti “job day”.
Una volta individuato lo studio, è necessario iscriversi all’albo dei praticanti avvocati. La predetta iscrizione ha costi diversi a seconda del foro di appartenenza.
Sul sito dell’Ordine degli avvocati di Roma è possibile scaricare tutta la modulistica necessaria all’iscrizione al predetto albo
Nello specifico, oltre al versamento totale di € 150.00 da effettuare presso lo sportello cassa del Consiglio oppure presso qualsiasi istituto bancario, è necessario munirsi di:
– una marca da bollo di € 16.00;
– una fotocopia del documento d’identità;
– del certificato di laurea;
– una dichiarazione in bollo a firma del cosiddetto dominus (ossia l’avvocato presso cui farete il tirocinio);
– modulistica scaricata correttamente compilata.
Dopo aver atteso i tempi “burocratici” di ciascun ordine, si dichiarano ufficialmente aperte le danze dei praticanti che, al fine dell’ottenimento del visto semestrale, dovranno essere presenti ad almeno 20 udienze [2] (i riferimenti delle singole udienze dovranno essere riportati, in ordine cronologico, nel libretto di pratica).
Inoltre, nel libretto di pratica forense, i praticanti dovranno trascrivere almeno sei atti predisposti dallo stesso e dovrà, altresì, annotare in modo approfondito almeno quattro questioni giuridiche che sono state trattate dal medesimo nel corso del semestre.
Infine, è bene sapere che, per legge [3], è sempre dovuto al praticante il rimborso delle spese “anticipate” nell’interesse dello studio e che, qualora il dominus lo ritenga opportuno, possono essere riconosciute, da contratto stipulato tra le parti, delle indennità/compensi mensili per l’attività svolta.
di MARTINA GRIMALDI