Come funziona l'affido familiare?

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Se un minore viene temporaneamente allontanato dalla propria famiglia di origine, chi si occupa di lui? Quanto dura la permanenza presso gli affidatari? Quali sono i loro compiti?

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Quando la famiglia di un minore, italiano o straniero, versa temporaneamente in una situazione di difficoltà tale da non garantire al bambino un ambiente familiare idoneo ad una crescita sana ed equilibrata, la legge prevede che lo stesso venga dato in affido per tutto il periodo in cui permane la causa di impedimento [1]. Attraverso l’affido il minore viene accolto da una coppia sposata ma anche convivente, con o senza figli, oppure da una persona single, in grado di occuparsi di lui, assicurando il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui ha bisogno.

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Per comprendere come funziona l’affido familiare bisogna partire dal presupposto che si tratta comunque di una misura pensata a protezione del minore, di un servizio di aiuto e sostegno creato nell’ottica della tutela dei diritti dell’infanzia. Tale istituto giuridico, inoltre, ha come caratteristica fondamentale la temporaneità, potendo durare 24 mesi eventualmente prorogabili.

La famiglia affidataria non si sostituisce a quella di origine bensì svolge una funzione complementare ad essa per un periodo di tempo transitorio. Quando la causa che ha impedito alla famiglia di origine di prendersi cura del minore viene meno, il bambino può fare ritorno nel suo nucleo familiare. Nella pratica, però, accade spesso che non si realizzano le condizioni per il rientro nella famiglia di origine e di conseguenza l’affidamento familiare si protrae nel tempo, nel superiore interesse del minore, qualora la sospensione possa recargli pregiudizio.

A quali soggetti può essere affidato un minore

La legge prevede uno specifico ordine da seguire nella scelta dei

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soggetti ai quali affidare un minore.

Nel dettaglio, si tratta di:

  1. una famiglia, preferibilmente con figli minori;
  2. una persona singola;
  3. una comunità di tipo familiare (vedi una casa famiglia);
  4. un istituto di assistenza pubblica o privata che sia ubicata vicino al luogo in cui risiede la famiglia d’origine del minore.

I minori di 6 anni possono essere collocati solo presso una comunità familiare e non anche presso un istituto.

Non sono previsti limiti di età rispetto al bambino affidato né di reddito.

Quali sono i requisiti richiesti per gli affidatari

Gli affidatari devono presentare dei requisiti specifici, consistenti:

Come si diventa affidatari

Chi desidera offrire la propria disponibilità ad

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accogliere un bambino attraverso l’affido familiare deve rivolgersi ai servizi sociali locali i quali attraverso una serie di incontri, valutano l’idoneità dei richiedenti.

I servizi sociali (assistente sociale e psicologo) svolgono un’istruttoria, che comprende alcuni colloqui ed anche una visita domiciliare, le cui finalità sono quelle di:

  1. conoscere la vita personale e professionale e l’ambiente nel quale vivono gli aspiranti affidatari;
  2. approfondire gli aspetti individuali e le caratteristiche delle loro relazioni familiari e delle motivazioni dell’affidamento;
  3. stabilire le caratteristiche del bambino che potrebbe essere proposto per l’affido;
  4. fornire una serie di informazioni sull’affido familiare e sui problemi che si possono verificare al momento dell’ingresso del minore nella famiglia.

Sono, altresì, previsti degli incontri formativi di gruppo sulle principali tematiche legate all’affido. Di solito, il percorso dura 4/6 mesi a conclusione dei quali gli aspiranti affidatari vengono inseriti in un apposito

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elenco, in attesa di venire chiamati per l’affidamento di un bambino.

Chi decide l’affido familiare

A seconda dei casi, l’affido familiare può essere deciso:

Prima di disporre l’affido familiare, il giudice tutelare o il Tribunale per i minorenni deve

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ascoltare il minore, se ha già compiuto i 12 anni. Se ha un’età inferiore, l’autorità giudiziaria deve valutare caso per caso quali sono i modi più opportuni per il coinvolgimento del bambino nella procedura.

Quali sono le tipologie dell’affido familiare

Esistono diverse tipologie di affido familiare. La legge prevede che gli affidatari vengano cercati prima tra i familiari del minore entro il quarto grado (affido intra-familiare). In mancanza, si procede con l’affidamento a soggetti estranei, ovvero ad una coppia o ad un single che non abbia alcun legame con la famiglia di origine (affido extra-familiare).

Se neanche questa opzione si rivela praticabile, il bambino viene affidato a una comunità di tipo familiare o ad una istituto di assistenza pubblica o privata [2].

Quanto dura l’affido familiare

La durata dell’affido familiare è connessa alle esigenze del minore, alle caratteristiche della sua famiglia e alle motivazioni dell’allontanamento.

Pertanto, si può distinguere l’affido familiare a:

In particolare, l’

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affido familiare a lungo termine, in genere, viene disposto con riguardo a quei minori che per la complessità della loro situazione familiare non possono tornare a casa dopo due anni ed al tempo stesso non sono adottabili.

Peraltro, la lunga durata dell’affido non determina di per sé l’adottabilità del minore [3]. Anche in questi casi, gli affidatari svolgono un ruolo complementare e non sostitutivo della famiglia di origine. Gli affidamenti possono prolungarsi per anni, a volte, fino al raggiungimento della maggiore età ed anche oltre. Tuttavia, assicurano al minore il diritto di crescere in una famiglia e, nello stesso tempo, gli garantiscono di mantenere le relazioni con la propria famiglia d’origine.

Cos’è l’affido sine die

Se al termine del periodo di affidamento mancano ancora le condizioni per cui il minore può rientrare nella famiglia di origine, l’autorità che lo ha disposto può pronunciare un provvedimento con il quale l’affido viene reiterato, diventando una situazione non più temporanea. Si parla in questo caso di

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affido sine die, che termina comunque al raggiungimento della maggiore età, quando il ragazzo acquisisce la facoltà giuridica di poter decidere della sua vita.

Qual è il contenuto del decreto di affidamento

Il contenuto del decreto di affidamento è ben determinato, dovendo riportare l’indicazione de:

Quali sono i compiti degli affidatari

Gli affidatari devono:

Quando termina l’affido familiare

La stessa autorità che ha disposto l’affido familiare ne stabilisce la

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cessazione con apposito provvedimento quando:

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