Telegram: a rischio l'app che spoglia le donne

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Il Garante della Privacy apre un’istruttoria sul programma che permette di ritoccare le foto denudando il soggetto ritratto.

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Circa settecentomila vittime: donne spogliate virtualmente, tra loro anche influencer con largo seguito. Le loro foto vengono prese dai social e i vestiti vengono fatti sparire, attraverso un software in grado di creare immagini taroccate ma estremamente realistiche: i nudi sembrano veri. A volte, non ci si accorge di essere finite in questa rete criminale, ma c’è anche il caso in cui i nudi finti fanno il giro del web.

A renderlo possibile è un bot di Telegram, cioè un programma automatico all’interno dell’app di messaggistica russa. Il bot modifica le immagini togliendo i vestiti a chi è ritratto nello scatto. In pratica, il programma è in grado di ricostruire le parti anatomiche del corpo, coperte dagli abiti.

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Se ne parla come della nuova frontiera del revenge porn: l’intelligenza artificiale piegata a scopi di vendetta, dileggio o morbosità. Rientra nell’ambito del cosiddetto «deep fake», contraffazioni talmente accurate – proprio perché sfruttano l’intelligenza artificiale – da essere difficilmente distinguibili dalla realtà.

Il Garante della Privacy ha deciso di intervenire. Ha aperto un’istruttoria nei confronti di Telegram, dove il bot è utilizzabile e da cui partono scabrose immagini che vengono poi condivise in altre chat.

La motivazione è che «le gravi lesioni alla dignità e alla privacy a cui l’uso di un software simile espone le persone, soprattutto se minori, sono evidenti, considerati anche il rischio che tali immagini vengano usate a fini estorsivi o di revenge porn e tenuto conto dei danni irreparabili a cui potrebbe portare una incontrollata circolazione delle immagini, fino a forme di vera e propria viralizzazione».

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