Filmare rapporti sessuali senza consenso non è reato

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È illegale utilizzare la telecamera in assenza del suo proprietario oppure mostrare o far girare il filmato su Internet. Cosa insegna il caso Genovese.

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Il partner che riprende un rapporto sessuale all’insaputa dell’altro con una telecamera nascosta non commette reato. Lo ha stabilito da tempo la Cassazione. Quello che, invece, può creare dei problemi a livello penale è prendere quel filmato e mostrarlo agli amici, pubblicarlo sui social o mandarlo via WhatsApp, ad esempio, ad un gruppo di colleghi o ai compagni di merende.

La vicenda è tornata recentemente di attualità in modo prepotente con la vicenda dell’imprenditore Alberto Genovese, accusato di aver violentato una ragazza di 18 anni dopo averla drogata e condotta nella propria camera da letto. Scene catturate dall’occhio indiscreto di una telecamera nascosta già piazzata sul posto. Un obiettivo che potrebbe, a questo punto, aver registrato altri rapporti sessuali. Non a caso, di video simili ne stanno venendo fuori diversi negli ultimi giorni.

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Se tutto fosse finito così, la magistratura potrebbe condannare Genovese per altre cose ma non per avere filmato le scene di sesso con le ragazze, visto che non è reato farlo. È fondamentale, però, che il proprietario della telecamera nascosta sia una delle persone coinvolte nel rapporto sessuale, che si tratti di chi l’ha azionata per filmare la scena o di chi, a sua insaputa, sta partecipando ad un film a luci rosse.

È illegale, invece, utilizzare quella telecamera in assenza del suo proprietario. Così come è illecito mostrare quel filmato ad altre persone o, peggio ancora, diffonderlo su Internet. In quest’ultimo caso, si incorre nel reato di revenge porn, che punisce sia chi lo mette in rete sia chi poi lo fa girare ad altri contatti.

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