Pensioni: cosa cambia nel 2021
Nessun rialzo significativo degli importi.
Chi si aspettava di veder crescere la sua pensione nel 2021 resterà deluso: non accadrà. Parola dell’Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), che ha diramato una circolare – la numero 148 – per farlo presente.
A mettere un freno al miglioramento dei trattamenti pensionistici, il tasso di inflazione relativo ai primi nove mesi del 2020: tasso negativo perché scende sotto lo zero (-0,3%).
Un indice decisivo, perché ormai dal 1992 gli importi degli assegni dei pensionati dipendono praticamente solo dall’inflazione e non più anche dagli aumenti contrattuali dei lavoratori attivi.
Generalmente, è con decreto del ministro dell’Economia
Per quanto riguarda le pensioni 2020, la rivalutazione era stata dello 0,5%. Da gennaio 2021, è scritto sempre sul decreto del Mef, si prevede di applicare un tasso dello 0,0%. L’andamento è negativo, come specificato poco fa, ma il decreto Poletti, dal nome dell’ex ministro del Lavoro, non contempla che possa essere inferiore a zero.
Tutto questo si tradurrà, nella pratica, in una crescita praticamente trascurabile degli importi degli assegni, pari a uno, massimo due euro lordi al mese.
Inoltre, per recuperare la minor rivalutazione concessa nel corso del 2020, verrà fatto un conguaglio una tantum a gennaio, tra i 10 e i 26 euro. Il massimo che i pensionati potranno aspettarsi, in termini economici, dal nuovo anno.