Tfr con contratto a chiamata: come funziona?

Aggiungi un commento
Annuncio pubblicitario

Nel contratto di lavoro intermittente, il trattamento di fine rapporto deve essere accantonato solo con riferimento ai giorni di effettivo lavoro.

Annuncio pubblicitario

Sei stato assunto con contratto a chiamata. Negli ultimi mesi, tuttavia, il datore di lavoro non ti ha mai chiamato e non hai, dunque, maturato alcuna retribuzione. Vuoi sapere se nei periodi di mera attesa maturi, comunque, il diritto al trattamento di fine rapporto.

Il Tfr è una forma di retribuzione differita che si calcola applicando una percentuale su ogni somma erogata al dipendente a titolo retributivo. Ne consegue che, nei periodi di non lavoro, salvo espresse previsioni di legge, il trattamento di fine rapporto non matura.

Annuncio pubblicitario

Ma qual è la disciplina del Tfr con contratto a chiamata: come funziona? In questo caso, il contratto prevede dei periodi di lavoro e dei periodi di mera disponibilità. Data la saltuarietà della prestazione di lavoro, spesso, i datori di lavoro liquidano il Tfr direttamente in busta paga, unitamente alla retribuzione erogata al lavoratore a chiamata.

Contratto a chiamata: cos’è?

Il contratto di lavoro intermittente (o contratto a chiamata) è un contratto di lavoro subordinato nel quale il lavoratore si mette a disposizione del datore di lavoro per future ed eventuali chiamate [1]. Il contratto individua, sin dall’inizio, la tipologia di prestazione di lavoro richiesta al dipendente, le mansioni, il livello di inquadramento contrattuale e la retribuzione del lavoratore. Tuttavia, ciò che non è predeterminabile al momento della firma del contratto è quando il lavoratore verrà effettivamente chiamato a prestare servizio. Per questo, nel contratto a chiamata, si alternano dei periodi di effettivo lavoro e dei periodi di mera

Annuncio pubblicitario
disponibilità.

Contratto a chiamata: quali sono le tipologie?

L’intensità del vincolo assunto dal lavoratore consente di suddividere il contratto a chiamata in due tipologie:

L’erogazione della retribuzione, nel lavoro a chiamata, è dunque legata all’effettiva prestazione di lavoro del dipendente, fatta salva l’indennità di disponibilità ove prevista.

Contratto a chiamata e Tfr: quale disciplina?

Il trattamento di fine rapporto [2], come noto, è una quota di retribuzione che il datore di lavoro deve accantonare per ogni anno di servizio e si calcola applicando l’aliquota del 6,91% su ogni somma erogata al lavoratore, a titolo non occasionale, in dipendenza del rapporto di lavoro, con l’esclusione dei meri rimborsi spese. Il

Annuncio pubblicitario
Tfr, accantonato anno per anno, viene erogato al lavoratore quando cessa il rapporto di lavoro, in un’unica soluzione.

Nel contratto a chiamata, come abbiamo visto, si alternano dei periodi di servizio, in cui il dipendente viene remunerato per l’attività effettivamente svolta, e periodi di mera attesa in cui il lavoratore a chiamata non percepisce nulla oppure, se si è vincolato a rispondere alle chiamate, percepisce l’indennità di disponibilità.

Innanzitutto, occorre premettere che, per espressa previsione normativa, l’indennità di disponibilità è esclusa dal computo di ogni istituto di legge o di contratto collettivo e, dunque, non rientra nella base di calcolo del Tfr.

Per quanto concerne, invece, i periodi di lavoro, il lavoratore a chiamata ha diritto all’accantonamento del Tfr su tutte le retribuzioni che gli vengono erogate durante i periodi di effettiva chiamata. Tuttavia, spesso, l’azienda non accantona il trattamento di fine rapporto per poi versarlo al dipendente al momento della cessazione del contratto a chiamata ma liquida la quota maturata mese per mese, unitamente alla retribuzione. Ciò per evidenti ragioni pratiche, data la discontinuità e la saltuarietà delle prestazioni del lavoratore.

Annuncio pubblicitario

Sostieni laleggepertutti.it

Non dare per scontata la nostra esistenza. Se puoi accedere gratuitamente a queste informazioni è perché ci sono uomini, non macchine, che lavorano per te ogni giorno. Le recenti crisi hanno tuttavia affossato l’editoria online. Anche noi, con grossi sacrifici, portiamo avanti questo progetto per garantire a tutti un’informazione giuridica indipendente e trasparente. Ti chiediamo un sostegno, una piccola donazione che ci consenta di andare avanti e non chiudere come stanno facendo già numerosi siti. Se ci troverai domani online sarà anche merito tuo. Diventa sostenitore clicca qui