Cosa significa preavviso di licenziamento?
Il datore di lavoro che decide di licenziare il lavoratore deve comunicare il recesso con un congruo anticipo la cui durata è prevista dal contratto collettivo.
Hai ricevuto una comunicazione da parte del datore di lavoro con cui vieni informato che tra due mesi il tuo rapporto di lavoro terminerà e che il periodo intercorrente tra la ricezione della lettera e la fine del rapporto sarà imputato a titolo di preavviso. Vuoi sapere che cosa si intende con questa espressione.
Il datore di lavoro, nel nostro ordinamento, può licenziare un dipendente solo se c’è un valido motivo. Inoltre, deve comunicare il recesso nel rispetto di un periodo di preavviso la cui durata è indicata nel Ccnl applicato.
Ma cosa significa preavviso di licenziamento? Questa espressione indica la necessità di concedere al lavoratore un periodo cuscinetto prima della cessazione del rapporto di lavoro durante il quale egli può riorganizzare la sua esistenza in prospettiva della fine del rapporto di lavoro e reperire una nuova occupazione.
Indice
Cos’è il licenziamento?
Il licenziamento è l’atto con cui il datore di lavoro comunica al dipendente la cessazione del rapporto di lavoro. Si tratta di un atto unilaterale che, nel nostro ordinamento, può essere adottato solo se sussiste una giusta causa o un giustificato motivo [1]. Il licenziamento determina la fine del rapporto lavorativo e delle obbligazioni da esso scaturenti. Oltre alla sussistenza di una valida motivazione, la legge richiede che il licenziamento sia comunicato al lavoratore per iscritto e nella comunicazione deve essere indicato il motivo che lo ha reso necessario.
Cos’è il preavviso di licenziamento?
Oltre ai requisiti formali e sostanziali che abbiamo visto, la legge [2] esige che il licenziamento sia comunicato dal datore di lavoro al lavoratore con un congruo preavviso la cui durata è determinata dal contratto collettivo applicato al rapporto di lavoro. Il preavviso ha una funzione di tutela nei confronti del lavoratore che, grazie a questa misura, non subisce gli effetti del licenziamento in modo immediato ma ha un margine di tempo per organizzare la sua esistenza e cercare una nuova occupazione.
La durata del preavviso di licenziamento è stabilita dal Ccnl e dipende, generalmente, dai seguenti elementi:
- anzianità aziendale del lavoratore;
- inquadramento del dipendente;
- categoria legale di assegnazione.
Il preavviso inizia a decorrere quando il dipendente riceve la comunicazione di licenziamento ma alcuni Ccnl prevedono che la data di decorrenza del preavviso sia fissa (di solito, dal giorno 1° o dal giorno 16° del mese).
Preavviso di licenziamento: quando non è dovuto?
In alcuni casi, il datore di lavoro può
- in caso di recesso durante il periodo di prova;
- in caso di licenziamento per giusta causa.
La giusta causa di licenziamento [3] ricorre quando il lavoratore pone in essere un comportamento gravemente lesivo dei suoi doveri che non consente la prosecuzione, nemmeno provvisoria, del rapporto di lavoro per il datore di lavoro.
Inoltre, il contratto di lavoro dirigenziale e il contratto di lavoro domestico sono esclusi dalla normativa di tutela prevista in caso di licenziamento illegittimo. Ne consegue che, ai sensi di legge, a questi lavoratori non spetterebbe il preavviso di licenziamento anche se quest’obbligo è stato previsto dai relativi contratti collettivi di settore e, dunque, di fatto, anche dirigenti e domestici hanno diritto al preavviso in caso di recesso datoriale.
Indennità di mancato preavviso: cos’è?
Il datore di lavoro può decidere di licenziare il dipendente in tronco
Nella base di calcolo dell’indennità di mancato preavviso deve essere computata, oltre alla retribuzione fissa del lavoratore, anche l’incidenza media dei bonus erogati al dipendente negli ultimi 36 mesi precedenti alla cessazione del rapporto di lavoro, oppure nel corso di tutto il rapporto di lavoro se è durato meno di tre anni.