Stufa a pellet senza canna fumaria in condominio
Come deve essere previsto lo scarico dei fumi di combustione prodotti dall’apparecchio? Ci vuole l’autorizzazione dell’assemblea?
Una scelta biologica e conveniente, poiché permette di accedere ad una detrazione fiscale del 50%. La stufa a pellet arreda, scalda e fa risparmiare. Ma non è un elemento che si può spostare facilmente quando si cambiano i mobili del locale che la ospita: lì la metti e lì ci resta, a meno che uno non debba ristrutturare e rivedere tutto il locale. Oltre al peso della stufa stessa (non proprio leggera), c’è il vincolo dei tubi per lo scarico obbligatorio dei tubi. Apparentemente, soprattutto quando non si abita da soli ma in un edificio in cui ci sono più unità immobiliari, un aiuto potrebbe arrivare dalla
Bisogna stare attenti a non fare confusione: avere una stufa a pellet senza canna fumaria non vuol dire avere una stufa che non ha bisogno di un tubo per scaricare i fumi della combustione: da qualche parte devono uscire. Oltretutto, la legge ha modificato alcuni anni fa il modo in cui deve avvenire la fuoriuscita dei fumi.
C’è un altro elemento da considerare ed è quello legato alle autorizzazioni necessarie per poter mettere una stufa a pellet senza canna fumaria in condominio. Vediamo tutti questi aspetti.
Indice
Stufa a pellet senza canna fumaria: esiste davvero?
Tutto sta nella terminologia. Se vogliamo fare una distinzione tra canna fumaria e tubo di scarico dei fumi, allora si può dire che la
Questo tipo di stufa a pellet supera quest’ostacolo ma – è bene averlo presente – richiede comunque un sistema di scarico del fumo. In pratica, un tubo che, come vedremo tra poco, per legge deve uscire dalla stufa e raggiungere il tetto. Facile capire lo scopo: evitare che la casa si riempia di fumo e che la stufa rappresenti un serio pericolo per la salute di chi abita o lavora in quell’immobile. In altre parole: esistono delle stufe a pellet che possono essere installate senza canna fumaria ma mai senza un tubo di scarico.
Stufa a pellet senza canna fumaria: come funziona?
La
Stufa a pellet senza canna fumaria: cosa dice la normativa?
Come accennato, anche la stufa a pellet senza canna fumaria deve per forza scaricare i fumi della combustione a cui abbiamo appena fatto riferimento.
La normativa di riferimento è la UNI 10683:2012, che riguarda – come dice il suo stesso nome – «Generatori di calore alimentati a legna o altri combustibili solidi. Verifica, installazione, controllo e manutenzione». È in vigore dall’11 ottobre 2012 e, tra le tante altre cose, regolamenta lo
Su questo punto, la norma ha introdotto una novità fondamentale: mentre prima era possibile portare a parete il tubo per lo scarico dei fumi dalla stufa, dal 2012 è obbligatorio portare lo scarico della stufa a pellet senza canna fumaria in condominio solo a tetto.
Dice, infatti, la normativa: «Gli impianti termici siti negli edifici costituiti da più unità immobiliari devono essere collegati ad appositi camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti di combustione, con sbocco sopra il tetto dell’edificio alla quota prescritta dalla regolamentazione tecnica vigente».
L’installazione, dunque, deve prevedere un tubo di scarico a tetto, di 8-10 centimetri di diametro e dotato di fungo terminale sporgente oltre 40 centimetri sopra l’ultima gronda. Mai tentare il fai-da-te che può provocare un gravissimo danno a chi dice che «si arrangia» ma non è un vero esperto: è sempre consigliabile rivolgersi ad un tecnico specializzato. Sicuramente, verrà suggerito, se non addirittura messo a disposizione, dal venditore della stufa, nel caso sia lui a provvedere all’intera installazione.
Stufa a pellet senza canna fumaria: ci vuole il permesso in condominio?
La stufa a pellet senza canna fumaria in condominio è una delle alternative più comuni e più valide per chi vuole abbandonare le fonti energetiche tradizionali, in particolare il gas.
Poiché è obbligatorio portare il tubo di scarico sul tetto dell’edificio, ci si chiede se sia necessario convocare l’assemblea del condominio per l’opportuna delibera che rilasci il permesso di installare il tubo di scarico.
Il Codice civile [1] stabilisce che «ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. A tal fine può apportare a proprie spese le modificazioni necessarie per il miglior godimento della cosa. Il partecipante non può estendere il suo diritto sulla cosa comune in danno degli altri partecipanti, se non compie atti idonei a mutare il titolo del suo possesso».
Se ne deduce che non è richiesta l’approvazione dell’assemblea, sempre che non ci siano specifici vincoli o normative nel regolamento del condominio. Nulla vieta, però, per correttezza informare l’amministratore e gli altri condòmini dei lavori che si intendono realizzare.
Quello che, invece, è d’obbligo è la consegna al Comune della Dia, cioè la dichiarazione di inizio attività.