Quanti soldi ci vogliono per aprire un negozio?
L’avvio di un’attività commerciale comporta delle spese iniziali e delle spese legate alla procedura burocratica.
Quando si intende aprire un negozio un aspetto molto importante da non trascurare è quello relativo ai costi necessari per l’avviamento dell’attività. In sostanza, bisogna sapere quanti soldi ci vogliono per aprire un negozio. Per accertare le spese da sostenere vanno tenuti in conto diversi fattori tra cui: la dimensione dell’attività che si vuole avviare (è ovvio che per aprire un negozio di piccole/medie dimensioni le spese da sostenere sono inferiori rispetto a quelle necessarie per un grande magazzino); la tipologia della merce che si intende vendere; l’ubicazione. Ad esempio, se per aprire un negozio in centro città occorre affittare un magazzino, i costi della locazione saranno superiori rispetto a quelli di un magazzino in periferia.
Per poter stimare gli effettivi costi necessari per aprire un’attività commerciale è importante redigere un business plan, ovvero una relazione dettagliata dei costi fissi e variabili, degli investimenti iniziali, delle prospettive di guadagno, dei tempi di rientro dall’investimento, delle spese operative mensili e, più in generale, di tutte quelle occorrenti per la gestione del negozio.
Il business plan può essere redatto dal futuro titolare dell’attività commerciale oppure da una società specializzata in indagini di mercato.
Indice
Quanti soldi ci vogliono per aprire un negozio?
Per aprire un negozio bisogna considerare dei costi iniziali e dei costi burocratici che, di solito, sono uguali anche per attività che vendono beni di differente natura.
Nei costi iniziali sono ricompresi ad esempio quelli relativi a:
- l’affitto dell’immobile, per il quale è consigliato avere una certa liquidità in modo da coprire almeno il primo anno di locazione. Se, invece, si vuole acquistare l’immobile c’è da tenere conto dell’eventuale mutuo da pagare;
- l’arredamento e l’attrezzatura. In riferimento a tali voci, è opportuno procurarsi diversi preventivi in quanto i relativi costi possono incidere in maniera consistente sulle spese necessarie per l’avvio dell’attività;
- la prima fornitura della merce. Tutti i negozi al momento dell’apertura devono essere ben riforniti. Anche in questo caso, bisogna farsi preparare dai fornitori più preventivi in modo da valutare esattamente i costi dei prodotti necessari per l’avvio dell’attività;
- l’allaccio delle utenze di acqua, gas e luce;
- l’assicurazione per scoppio, incendio e furto. È possibile rivolgersi a diverse compagnie assicurative al fine di scegliere quella più conveniente;
- la promozione dell’attività commerciale, da farsi su Internet, mediante i social network e tramite cartelloni, volantinaggio o altre forme di propaganda comunque idonee a farla conoscere alla futura clientela;
- lo stipendio di eventuali dipendenti;
- l’acquisto del registratore di cassa e il collegamento di un Pos per effettuare i pagamenti con bancomat o carta di credito.
I
- l’onorario del commercialista, per l’istruzione delle pratiche di apertura del negozio e per la tenuta della contabilità annuale;
- l’iscrizione alla Camera di commercio;
- l’iscrizione all’Inps;
- l’iscrizione all’Inail.
Sommando tutte queste voci di spesa si ha che l’investimento iniziale per aprire un negozio è sicuramente impegnativo e si attesta, verosimilmente, tra i 30.000 euro e i 50.000 euro.
Quali requisiti soggettivi sono richiesti per aprire un negozio?
Il soggetto che intende aprire un negozio deve presentare determinati requisiti; nello specifico:
- non deve essere stato dichiarato fallito;
- non deve essere stato riconosciuto delinquente abituale;
- non deve avere riportato condanne che prevedono un periodo di detenzione superiore a 3 anni o essere stato sottoposto a norme restrittive come il divieto o l’obbligo di soggiorno o ancora la sorveglianza speciale.
Come fare per aprire un negozio?
L’iter per aprire un negozio è stato assai semplificato a seguito dell’entrata in vigore del cosiddetto decreto Bersani
Altresì, la licenza non è più obbligatoria nei Comuni con meno di 10.000 abitanti, se la superficie di vendita della struttura non supera i 150 metri quadrati. Invece, la licenza è richiesta quando il negozio supera i 250 metri quadrati.
Unica eccezione alla predetta regola è rappresentata dalle tabaccherie, in relazione alle quali rimane fermo l’obbligo della licenza, in quanto destinate alla vendita di prodotti soggetti al monopolio di Stato.
Se non occorre richiedere la licenza, si può aprire il negozio semplicemente inviando al Comune di riferimento una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), nel termine di 30 giorni prima dell’inizio dell’attività. Con la Scia in sostanza si avvisa il Comune che si sta aprendo l’esercizio commerciale, rispettando le normative di settore e non c’è bisogno di attendere alcuna autorizzazione.
Se, invece, occorre la licenza, bisogna farne specifica richiesta in Comune. In tali casi, vige la regola del silenzio-assenso; se l’Ente non risponde entro 90 giorni dalla presentazione dell’istanza, la licenza si intende concessa e l’attività commerciale può essere aperta.
Se si intende avviare un’attività di commercio relativa al settore merceologico alimentare o di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico (vedi un bar, un’enoteca, un ristorante, un minimarket, ecc.), occorre frequentare un corso Sab, ovvero di Somministrazione alimenti e bevande. In alternativa, occorre aver lavorato per almeno due anni negli ultimi cinque, presso un’attività di vendita o di produzione alimentare oppure aver frequentato un corso di commercio alimentare, riconosciuto dalla Regione o possedere un titolo di studio settoriale (di solito, una qualifica o un diploma dell’istituto alberghiero);
Il corso Sab, in genere, è organizzato dalla Camera di commercio o da enti privati autorizzati.
Inoltre, per operatori impiegati nelle aziende del settore alimentare è richiesto l’
Apertura attività commerciale: quali sono gli adempimenti burocratici?
Per aprire un’attività commerciale è indispensabile essere iscritti alla Camera di commercio, all’Inps, per pagare i contributi previdenziali e all’Inail, per essere assicurati contro gli infortuni sul lavoro.
Bisogna pure aprire una propria posizione fiscale (partita Iva) ed inviare una comunicazione unica al Registro delle imprese, tenuto dalla Camera di commercio, la quale la inoltrerà a tutti gli altri enti interessati.
Per l’apertura di un supermercato o un negozio di generi alimentari occorre richiedere in Comune il rilascio di un nulla osta sanitario, che riguarda l’idoneità igienica – sanitaria degli ambienti, degli arredi e delle attrezzature di cui si compongono i predetti negozi ed è parte integrante del provvedimento commerciale per esercitare l’attività stessa.
Se nel negozio si preparano, producono e somministrano sostanze alimentari bisogna richiedere anche l’autorizzazione sanitaria, che viene rilasciata dal Comune su parere dell’Asl.
In ogni caso, per ricevere informazioni più dettagliate su come avviare un’attività commerciale è possibile rivolgersi al Suap (Sportello unico per le attività produttive), consultando l’elenco di quelli disponibili presso il proprio Comune sul sito Impresa in un giorno. In alternativa, è possibile rivolgersi alle Camere di commercio presenti sul territorio.