Chi deve dedurre le prove nel processo civile?

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Onere della prova: cos’è e come funziona? In quali casi è il convenuto a dover provare le proprie ragioni?

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Chi vuole vincere una causa deve provare le proprie ragioni. Un principio tanto semplice quanto scontato. Ad esempio, se il creditore vuole ottenere la restituzione dei soldi che ha prestato dovrà dimostrare al giudice che il mutuo c’è effettivamente stato, magari producendo il contratto o i bonifici effettuati. In assenza di prove, il giudice non potrà che rigettare la richiesta, per quanto possa essere veritiera. Chi deve dedurre le prove nel processo civile?

Come vedremo, ci sono dei casi in cui l’onere della prova non incombe su chi agisce per primo in giudizio (l’attore, in pratica), bensì su chi è stato citato in giudizio (il convenuto). Si tratta di ipotesi eccezionali che, però, vale la pena di approfondire perché non sono poi così rare. Se l’argomento ti interessa, prosegui nella lettura: vedremo insieme

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chi deve dedurre le prove nel processo civile.

Onere della prova: cos’è?

Per legge [1], chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento. Ad esempio, chi chiede il risarcimento dei danni causati da un sinistro deve dimostrare che l’incidente c’è stato e che la responsabilità è dell’altro conducente.

In modo speculare, chi eccepisce l’inefficacia di tali fatti ovvero eccepisce che il diritto si è modificato o estinto deve provare i fatti su cui l’eccezione si fonda.

Ad esempio, il debitore che ritiene di non dover nulla al creditore dovrà dimostrare il fatto estintivo del diritto di credito, come l’avvenuto pagamento oppure la prescrizione.

Per farla breve, l’onere della prova consiste nel dimostrare in giudizio i fatti a sé favorevoli.

Prove: quali sono?

Le prove sono tutti quegli strumenti dai quali il giudice può desumere

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direttamente i fatti che sono alla base della pretesa giudiziaria (la condanna del debitore, il riconoscimento della responsabilità penale dell’imputato, ecc.).

Le prove servono dunque a dimostrare il proprio diritto in giudizio. I mezzi di prova nel processo civile sono:

Inversione dell’onere della prova: cos’è?

Onere della prova significa che l’attore deve provare i fatti che sono alla base della propria pretesa; se non lo fa, il giudice non potrà che dargli torto, anche se il convenuto non si è difeso ed è rimasto contumace.

Esistono però casi in cui deve essere il convenuto ad attivarsi per provare l’inesistenza della pretesa dell’attore. Si parla in questo caso di inversione dell’onere della prova.

Un esempio tipico è quello dell’impugnazione del licenziamento. Se un dipendente viene licenziato e impugna il licenziamento di fronte al giudice affermando che è illegittimo, sarà il datore di lavoro convenuto a dover dimostrare la legittimità del licenziamento e non il contrario, realizzandosi così un’inversione dell’onere della prova prevista direttamente dalla legge.

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Anche la promessa di pagamento comporta un’inversione dell’onere della prova [2]. Chi sottoscrive un documento in cui dice che pagherà il proprio debito, dovrà poi dimostrare che questo debito non c’è o è stato saldato, dovendo il creditore limitarsi a produrre in giudizio la scrittura privata.

Stessa cosa dicasi per il riconoscimento del debito, cioè per il documento in cui il debitore si riconosce tale.

Una specie di inversione di onere della prova avviene anche nel caso di opposizione a decreto ingiuntivo, in quanto l’onere di provare la fondatezza della domanda incombe sul convenuto. Facciamo un esempio.

Tizio ottiene un decreto ingiuntivo per recuperare un credito nei confronti di Caio. Questi si oppone e cita Tizio in giudizio. Nonostante Tizio sia formalmente il convenuto, dovrà essere lui a dare prova del proprio credito.

L’inversione dell’onere della prova può anche essere stabilito dalle parti; in questo caso, però, per legge [3] sono nulli i patti con i quali è invertito ovvero è modificato l’onere della prova, quando si tratta di diritti di cui le parti non possono disporre o quando l’inversione o la modificazione ha per effetto di rendere a una delle parti eccessivamente difficile l’esercizio del diritto.

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Ad esempio, le parti non possono rovesciare la regola secondo cui, nell’ipotesi di inadempimento dell’obbligazione, è il debitore a dover esibire la prova liberatoria della propria responsabilità, mentre per il creditore è sufficiente dar prova dell’insoddisfazione delle pretese.

Processo civile: chi deve dedurre le prove?

Possiamo tirare le fila di quanto detto sinora. Nel processo civile, le prove devono essere dedotte da chi vuole far valere un proprio diritto, quindi in genere dalla parte che per prima si rivolge al giudice, cioè l’attore.

Esistono tuttavia dei casi in cui deve essere il convenuto in giudizio a dedurre le prove: ciò accade, ad esempio, nell’ipotesi di impugnazione del licenziamento, di promessa di pagamento e di riconoscimento del debito, di opposizione a decreto ingiuntivo.

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