Come regalare soldi ai nipoti?

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Quali problemi possono sorgere se si fa una donazione in denaro? Come proteggersi dai controlli del fisco? Quando serve l’atto pubblico?

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Le festività sono molto attese dai più piccoli non solo perché le scuole sono chiuse ma anche per via dei regali che ricevono. Come Babbo Natale e la Befana, puntuali sono anche i doni dei nonni, quasi sempre sotto forma di “paghetta” con cui i nipoti possono togliersi qualche sfizio. D’altronde, chi di noi non ha beneficiato della “strenna” dei parenti più anziani? Purtroppo il fisco si mette sempre di mezzo ed è capace di ficcare il naso anche quando vengono compiuti atti di mera generosità. Come regalare soldi ai nipoti?

La domanda può sembrare superflua quando il regalo ai nipoti viene fatto di persona, dando del denaro oppure un oggetto desiderato (un telefonino, ecc.). Le cose si complicano se il regalo deve essere fatto a distanza mediante bonifico. Si pensi al nipote che studia fuori sede e che non rientra per le vacanze: in un caso del genere, il nonno che vuole fargli un regalo può optare per un bonifico, veloce e sicuro. Il problema è che un trasferimento di denaro ingiustificato può destare sospetti nel fisco.

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Come regalare soldi ai nipoti? Scopriamolo insieme.

Regali: cosa dice la legge?

Il problema di un regalo in denaro non è solo fiscale ma prima ancora giuridico. Secondo la legge, infatti, le donazioni possono essere fatte solo tramite atto pubblico [1], a meno che non si tratti di beni mobili di modesto valore [2].

In altre parole, la legge prevede un doppio regime per le donazioni, cioè per quelli che, comunemente, chiamiamo regali:

Se la donazione non è fatta con atto pubblico nei casi in cui è prescritta, allora essa è radicalmente

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nulla, con la conseguenza che il donante potrà in qualsiasi momento chiedere la restituzione di quanto dato; stessa facoltà è concessa ai parenti che ne hanno interesse, come ad esempio i figli e il coniuge.

Regalare soldi ai nipoti: serve l’atto del notaio?

Quanto appena detto vale anche per i soldi: regalare una somma di danaro costituisce a tutti gli effetti una donazione, pertanto ci sarà bisogno dell’atto notarile se l’importo è ingente, mentre non ci sarà bisogno di alcuna formalità nel caso di importo modesto.

In quali casi la somma di denaro è modica e, quindi, non necessita di un contratto notarile? Secondo la legge, il modesto valore della cosa donata va valutato con riferimento sia all’intrinseco valore del bene che alle condizioni economiche del donante.

E così, se per il nonno benestante regalare 500 euro al nipote non costituirà un grande esborso, al contrario la stessa somma potrebbe essere ingente per chi percepisce solamente una pensione minima.

Dunque, per capire se per la donazione in denaro

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occorre il notaio o meno bisogna tener conto sia dell’entità dell’importo (ad esempio, 500mila euro sono oggettivamente tanti per chiunque, anche per un miliardario) che delle condizioni economiche del donante: se dall’applicazione di questi due criteri si desume che la somma di denaro è modesta, allora si può procedere senza alcuna formalità.

Regalare soldi tramite bonifico: come fare?

I soldi si possono regalare anche tramite bonifico. Anzi, questa modalità di pagamento costituisce la regola nel caso in cui la donazione superi il limite di legge imposto per l’uso dei contanti.

Il problema della donazione mediante bonifico è che il fisco potrebbe insospettirsi dell’operazione. In genere, non accade nulla se il nonno fa un regalo al nipote un paio di volte all’anno (a Natale e a Pasqua, ad esempio).

Le cose si complicano se i regali dovessero essere costanti, ad esempio una volta al mese. In ipotesi del genere, l’Agenzia delle Entrate potrebbe insospettirsi e ritenere che, dietro questa operazione, possa celarsi un pagamento vero e proprio, come tale da tassare.

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Il nonno che vuole regalare soldi al nipote mediante bonifico deve adottare la seguente precauzione: nella causale deve indicare espressamente che si tratta di un regalo. Ad esempio, si potrà scrivere “donazione”, “regalo di compleanno”, “regalia”, ecc.

Questo accorgimento potrebbe però non essere sufficiente nel caso di importi esagerati oppure che si ripetono periodicamente.

Ad esempio, se un nonno donasse al nipote, tramite bonifico, mille euro al mese per un anno, si tratterebbe di una somma considerevole che potrebbe far insospettire il fisco, il quale potrebbe pensare che, dietro la finta causale, si celi in realtà un’attività retribuita e, quindi, tassabile.

In casi del genere, per evitare sgradite sorprese da parte dell’Agenzia delle Entrate ci si può difendere mediante una scrittura privata che specifichi la natura del trasferimento.

Ad esempio, se un nonno facoltoso vuole regalare 5mila euro al nipote con un unico bonifico, sarebbe preferibile mettere per iscritto questa volontà, magari con una

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raccomandata a/r o una pec con cui il donante comunica al nipote di volerlo premiare per gli ottimi risultati universitari.

Così facendo, se il fisco dovesse contestare le somme, il nipote potrebbe dimostrare di avere un atto avente data certa anteriore al trasferimento che spiega il motivo del regalo.

Attenzione, però: quanto detto vale per difendersi dalle accuse di evasione fiscale, restando invece ferme le regole viste sopra per la validità del contratto di donazione.

Quindi, se, ai fini fiscali, per giustificare un trasferimento di denaro apparentemente immotivato è sufficiente un documento scritto da cui si evinca la gratuità del regalo, dal punto di vista giuridico, una donazione importante richiede sempre l’atto notarile, il quale metterà al sicuro da qualsiasi tipo di problema.

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