Contratto a tempo determinato: licenziamento anticipato

Aggiungi un commento
Annuncio pubblicitario

Cosa dice la legge sulla possibilità di lasciare a casa un lavoratore a termine prima della scadenza stabilita. Quando c’è diritto al risarcimento?

Annuncio pubblicitario

La normativa sui rapporti di lavoro prevede delle regole da applicare nel caso in cui un’azienda decida di ridurre il personale per motivi economici o di allontanare un dipendente per giusta causa. Ma tali regole sono applicabili per tutti? Ad esempio, per chi ha un contratto a tempo determinato, il licenziamento anticipato è lecito? In altre parole, si può costringere un lavoratore con un contratto a termine ad interrompere la sua attività prima della data prevista al momento dell’assunzione?

A differenza del rapporto a tempo indeterminato, chi lavora a scadenza compensa l’incertezza di non sapere se un domani verrà rinnovato o meno con qualche tutela in più. Una di queste è l’impossibilità di essere lasciato a casa se non per giusta causa. Vediamo schematicamente le caratteristiche del

Annuncio pubblicitario
contratto a tempo determinato e quando è consentito il licenziamento anticipato.

Che cosa si intende per contratto a tempo determinato?

Come lo stesso nome fa capire, il contratto a tempo determinato viene firmato dal datore e dal neodipendente per instaurare un rapporto di lavoro con una durata ben precisa, cioè con un termine finale. Può essere sottoscritto per qualsiasi tipo di mansione ma ci sono dei limiti.

Il contratto a tempo determinato non può essere fatto:

Quanto dura un contratto a tempo determinato?

La durata massima, diciamo così, «standard» di un contratto a tempo determinato è di

Annuncio pubblicitario
12 mesi. Tuttavia, può prevedere un termine fino a 24 mesi per esigenze:

Se la durata del contratto a tempo determinato supera i 12 mesi ma non ci sono i presupposti appena citati, il rapporto di lavoro diventa obbligatoriamente a tempo indeterminato dalla data in cui viene oltrepassato detto termine.

Ci possono essere più contratti a termine con lo stesso datore?

Nulla vieta di stipulare più contratti a tempo determinato tra lo stesso lavoratore e lo stesso datore per lo svolgimento di mansioni di pari livello e categoria, purché, complessivamente, i rapporti non superino i 24 mesi. Pertanto, ben si potrebbero firmare quattro contratti a termine da sei mesi l’uno o due da 12 mesi. In quest’ultimo caso, un secondo contratto di 12 mesi deve essere stipulato presso la Direzione territoriale del lavoro. Se la procedura non viene rispettata o la durata massima supera il termine stabilito, il contratto si trasforma in tempo indeterminato dalla data in cui viene firmato.

Annuncio pubblicitario

Va detto, però, che il termine complessivo dei 24 mesi con lo stesso datore può essere superato di fronte ad una di queste circostanze:

Discorso diverso per i dirigenti: la loro assunzione a termine è sempre consentita, purché il contratto non abbia una durata superiore ai cinque anni.

Quando può essere rinnovato un contratto a tempo determinato?

Un contratto a tempo determinato può essere rinnovato solo per le stesse esigenze sopra citate, cioè per quelle:

Entro i primi 12 mesi, il rapporto di lavoro può essere prorogato liberamente. Oltre quella durata, come detto, ci devono essere le predette esigenze, sempre tenendo presente il contratto nazionale di categoria e sempre ad eccezione delle attività stagionali.

Annuncio pubblicitario

Il termine finale del contratto può essere prorogato al massimo quattro volte, quando il rapporto iniziale ha una durata inferiore a 24 mesi e con il consenso del lavoratore. Alla quinta proroga, il contratto diventa a tempo indeterminato dalla data di decorrenza. Ne fanno eccezione le start up innovative per il periodo di quattro anni dalla data di costituzione della società.

Se l’attività del dipendente continua dopo la scadenza prefissata, il datore deve corrispondere al lavoratore una maggiorazione della retribuzione complessiva pari:

Il dipendente con contratto a termine può essere licenziato?

Come si diceva all’inizio, per il lavoratore il principale lato critico di un contratto a tempo determinato è il fatto di non sapere che cosa succederà alla scadenza, se potrà rimanere al suo posto o se dovrà cercarsi un’altra occupazione. A suo favore, però, c’è il fatto che la legge vieta il licenziamento anticipato di un lavoratore a termine, con la sola eccezione della giusta causa.

Annuncio pubblicitario

Significa che un datore non potrà lasciare a casa un dipendente prima della scadenza del contratto per motivi economici o per questioni organizzative. L’unico modo lecito di interrompere il rapporto di lavoro è la giusta causa, cioè quella circostanza così grave da non consentire la prosecuzione, neppure provvisoria, del contratto.

Nel caso in cui un dipendente venga licenziato senza giusta causa (ad esempio per giustificato motivo oggettivo o soggettivo), avrà diritto al risarcimento del danno, pari a tutte le retribuzioni che gli sarebbero state pagate fino alla scadenza inizialmente prevista. Bisognerà, però, dedurre la cosiddetta aliunde perceptum, cioè quanto eventualmente percepito dal dipendente licenziato presso un altro datore di lavoro nel periodo considerato.

Sostieni laleggepertutti.it

Non dare per scontata la nostra esistenza. Se puoi accedere gratuitamente a queste informazioni è perché ci sono uomini, non macchine, che lavorano per te ogni giorno. Le recenti crisi hanno tuttavia affossato l’editoria online. Anche noi, con grossi sacrifici, portiamo avanti questo progetto per garantire a tutti un’informazione giuridica indipendente e trasparente. Ti chiediamo un sostegno, una piccola donazione che ci consenta di andare avanti e non chiudere come stanno facendo già numerosi siti. Se ci troverai domani online sarà anche merito tuo. Diventa sostenitore clicca qui