Cos'è un pagamento POS?
Cos’è e come funziona il dispositivo elettronico per la lettura delle carte di pagamento? Chi è obbligato ad avere il POS?
Pagare con carta di credito e con altra carta di pagamento (ad esempio, con una prepagata) è diventato facilissimo: basta estrarre la tessera, inserirla nell’apposito dispositivo e digitare il codice segreto. Pochi semplici passi per eseguire una transazione senza dover portare con sé del denaro contante. Con questo articolo parleremo proprio di questo tema: vedremo cioè cos’è un pagamento POS.
Si tratta di una questione quanto mai attuale, se solo si pensa che la legge, nella sua “lotta al contante”, ha introdotto specifici limiti alla possibilità di trasferire soldi da una persona a un’altra senza l’utilizzo della moneta elettronica, cioè delle classiche carte di pagamento emesse dagli istituti di credito (banche e uffici postali). Da tanto è derivato anche l’obbligo, per gli esercizi commerciali e per i professionisti, di munirsi di appositi dispositivi in grado di “leggere” detti strumenti. Se l’argomento ti interessa e vuoi saperne di più, prosegui nella lettura: vedremo insieme
Indice
POS: cos’è?
Il POS è un dispositivo elettronico che consente di effettuare pagamenti mediante moneta elettronica, ovvero tramite carte di credito, di debito o prepagate.
Il POS (acronimo che deriva dall’inglese “Point Of Sale”, che significa letteralmente “punto di vendita”) è quindi un terminale di pagamento, un macchinario che permette di poter utilizzare le carte di pagamento, così da trasferire i soldi da un conto a un altro.
POS: come funziona?
Il POS è a tutti gli effetti un lettore di carte. Ciò significa che la sua principale funzione è quella di riconoscere le carte di pagamento che il cliente inserisce all’interno, in modo tale da “sottrarre” da esse la somma che bisogna pagare.
Più nel dettaglio, per effettuare un pagamento POS l’esercente deve digitare l’importo da addebitare al cliente sulla tastiera del dispositivo (o sullo smartphone associato), preparando la transazione.
Per completare l’operazione, il cliente procederà alla lettura della propria carta in uno dei seguenti modi:
- inserendo il bancomat, la carta di credito o la prepagata nel dispositivo (metodo Chip & Pin);
- strisciando la carta nell’apposita fessura (se il POS è dotato di lettore di bande magnetiche);
- sfiorando il POS con il bancomat o lo smartphone, in modalità contactless.
Per i primi due metodi viene richiesto al cliente di digitare il pin, cioè il codice di sicurezza di quattro cifre strettamente legato alla carta, mentre per il metodo contactless, entro un certo importo, non viene richiesto alcun pin, velocizzando ulteriormente il pagamento.
Pagamento POS: cos’è?
È facile definire il pagamento POS come la transazione che avviene attraverso il dispositivo elettronico che consente di leggere le carte di pagamento (carte di credito, di debito e prepagate) senza dover utilizzare il denaro contante. Si tratta di un modo di pagare che, ben presto, diventerà del tutto prevalente, visti i limiti all’uso del contante stabiliti dalla legge. Vediamo quali sono.
Limiti uso del contante: quali sono?
Il valore soglia di divieto di trasferimento di denaro contante effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi è pari a 2mila euro per tutto il 2022. Fino a tale data, pertanto, il trasferimento massimo consentito in contanti sarà di 1.999,99 euro. A partire dal 2023, invece, la soglia dovrebbe ridursi a mille euro.
Questo significa che, se occorre fare un pagamento di 2mila euro o superiore, bisognerà necessariamente fare ricorso a un mezzo di pagamento tracciabile, come ad esempio il bonifico, l’assegno oppure la carta di credito.
Il limite di 1.999,99 euro (999,99 euro a partire dal 2023) vale solo per i pagamenti, ossia per gli spostamenti di denaro da un soggetto all’altro. Ciò significa che il limite all’uso dei contanti non si applica a chi vuole versare soldi sul proprio conto oppure sul libretto postale.
POS: è obbligatorio?
La legge stabilisce l’obbligo per tutti gli esercenti e i professionisti (compresi quindi medici, avvocati, ecc.) di accettare i pagamenti con POS. In caso contrario, scatta una
Ad esempio, per una transazione del valore di 25 euro negata dal commerciante perché proposta con carta di credito elettronica, l’esercente in questione dovrà pagare una multa di 31 euro (30 + 1).
L’obbligatorietà del POS è stata prevista per contrastare la comune pratica dei “pagamenti in nero” e, quindi, l’evasione fiscale.
In Italia, dunque, è obbligatorio avere il POS per:
- negozi e attività commerciali;
- artigiani;
- bar, pizzerie, ristoranti e altre attività di ristorazione;
- liberi professionisti che esercitano in proprio e hanno un rapporto diretto con il cliente (ad esempio: tassisti, avvocati, parrucchieri, commercialisti, terapisti);
- hotel, B&B, agriturismi e altre attività ricettive.
Sono esentati dall’obbligo di POS solamente i professionisti nelle transazioni verso altri professionisti. Il POS obbligatorio è previsto anche per le attività itineranti (cioè i venditori ambulanti e affini), le quali devono essere in grado di accettare pagamenti con carta.