Carta smagnetizzata all’estero: cosa fare?
Alcuni utili consigli per evitare di trovarsi in un Paese straniero con la carta di credito che non funziona al momento di pagare.
Trovarsi fuori dall’Italia e scoprire all’improvviso che la propria carta di credito non funziona è un bel problema. Di solito, non si viaggia mai con grosse somme in contanti, e così quasi tutti i pagamenti avvengono proprio tramite la carta: si usa nei ristoranti, negli alberghi, nei negozi, nei taxi e, in generale, per tutto ciò che occorre saldare durante una permanenza all’estero per motivi di lavoro o durante una vacanza.
A volte, capita che al momento di effettuare un pagamento la carta non viene riconosciuta dal dispositivo di lettura dell’esercente. Può trattarsi di un problema di collegamento, che in genere si risolve nel giro di pochi minuti, di un blocco dovuto alla mancanza di fondi sul conto corrente o sulla prepagata (e allora occorre ripristinare la provvista finanziaria), oppure di un malfunzionamento della carta stessa, che è danneggiata in alcune parti – soprattutto nel microchip interno – o si è smagnetizzata. In caso di
Di solito, ci si accorge subito del problema, perché il dispositivo non riesce a interpretare i dati presenti sulla carta e compare sul display un messaggio di errore, o di carta assente e non inserita; dopo aver tentato più volte, e magari provando con un paio di dispositivi diversi, se l’inconveniente permane, è assodato che il difetto dipende proprio dalla smagnetizzazione della carta, e non da altre cause.
Indice
Come prevenire la smagnetizzazione
Siccome prevenire è meglio che curare, iniziamo spiegando come si può evitare che la carta si smagnetizzi nei momenti meno opportuni, ad esempio quando ci troviamo all’estero e abbiamo difficoltà a ricorrere a metodi di pagamento alternativi.
Si può prevenire la smagnetizzazione adottando alcuni semplici accorgimenti, che risultano molto utili a preservare intatta la sottile e delicata banda magnetica, come:
- conservare la carta in un’apposita custodia schermata dalle radiazioni, o almeno in un portatessere del portafoglio, con uno scomparto separato dal denaro e dai documenti, anziché in tasca e a contatto con polvere e umidità; ricorda che tutte le bande magnetiche sono estremamente sensibili allo sfregamento, e le microlesioni, anche se non apparenti a occhio nudo, possono provocare l’impossibilità di leggere la carta;
- evitare di sottoporre la carta a graffi, al contatto con l’acqua, con la sabbia oppure oggetti ruvidi, all’esposizione diretta al sole ed agli agenti atmosferici: quindi tirarla fuori il meno possibile quando si è al mare o in un’escursione;
- tenere la carta lontano da fonti di calore ed elettromagnetiche, come termosifoni, forni a microonde, telefoni cellulari, elettrodomestici, computer e tablet: questi dispositivi emanano onde magnetiche che, anche se di piccola intensità, a lungo andare potrebbero interferire con la banda della carta e danneggiarla.
Come bypassare la smagnetizzazione della carta
Le moderne carte di credito hanno un doppio sistema di lettura dei dati: oltre alla tradizionale banda magnetica, collocata sul lato posteriore, c’è il
La cosa importante da sapere è che anche una carta smagnetizzata può ugualmente funzionare grazie al microchip; a meno che, ovviamente, anch’esso non sia danneggiato, e sempre a condizione che il Pos dello Stato estero sia in grado di dialogare con il chip e non soltanto con la banda (in molti Stati, specialmente del Terzo Mondo, i dispositivi non sono molto evoluti e la banda magnetica rimane ancora indispensabile).
Consigli pratici contro la smagnetizzazione
Oltre agli accorgimenti che ti abbiamo dato, ecco qualche altro utile consiglio pratico contro la smagnetizzazione
- due è meglio di uno: quando si va all’estero è buona norma portare con sé almeno due carte di credito o di debito (come una prepagata o il Bancomat), per aumentare le probabilità che almeno una funzioni; oltre a questo, è sempre bene avere in contanti una piccola somma in valuta locale, per evitare di trovarsi esposti in caso di necessità.
- pulire la banda magnetica: sembra banale, ma in molti casi funziona. A volte, la smagnetizzazione è solo apparente, ma in realtà la banda magnetica è rimasta semplicemente coperta da alcune impurità, come la polvere o micro pezzetti di stoffa, di pelle umana, residui di cibo o altre sostanze impalpabili: ad esempio, i trucchi femminili. Proviamo, quindi, a rimuovere questi detriti di vario genere con un dito o con un fazzoletto, prima di darci per vinti;
- evitare la carta di pagamento fisica: oggi, quasi tutte le banche permettono di avere una carta di credito virtuale, cioè dematerializzata e disponibile sul proprio smartphone tramite l’App di home banking fornita dall’emittente. Questo tipo di carta virtuale dialoga direttamente, per ogni transazione di pagamento, con il wallet (portafoglio) digitale del cliente aperto presso il fornitore del servizio, come ApplePay o Google Pay, oltre che con il circuito reso disponibile dal proprio istituto di credito (Visa, Mastercard, ecc). In questo modo, si elimina in radice ogni problema di smagnetizzazione;
- anche nei casi di emergenza, si può attivare la carta di credito dematerializzata – che si aggiunge alla carta fisica non funzionante, e che potrà essere sostituita al rientro in Italia – semplicemente dialogando con il proprio istituto bancario anche tramite i numeri verdi per i clienti: l’importante è dimostrare la propria identità personale, comunicare i dati della carta non funzionante perché smagnetizzata, avere installata l’App di riferimento per l’uso della carta virtuale e usare lo stesso numero di cellulare fornito al momento di attivazione della carta, dunque già conosciuto dalla banca.