Così l’Ucraina garantirà diritti anche agli omosessuali

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Grazie a una raccolta firme che chiedeva l’istituzione delle unioni civili, il presidente Zelensky ha aperto a questa possibilità.

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In Ucraina la guerra è la stessa per tutti. Non tutti però, almeno fino ad ora, hanno avuto il diritto di piangere i propri cari nello stesso modo: in Ucraina, infatti, le unioni civili non sono mai state introdotte nell’ordinamento giuridico. In questi mesi qualsiasi persona omosessuale che abbia perso il proprio compagno non ha potuto nemmeno far valere i propri diritti, non ha potuto assisterlo in ospedale perché non risultavano imparentati, non ha potuto costruire un futuro con la persona amata perché nessuna legge gli attribuisce questa eventualità. Ora però la situazione sembra che stia per cambiare. In seguito a una petizione, il presidente

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Zelensky si è detto pronto ad aprire alle unioni civili per consentire anche alle coppie diverse dal canonico uomo-donna di sposarsi.

«In questo momento, ogni giorno potrebbe essere l’ultimo: permettiamo alle persone dello stesso sesso di iniziare una famiglia ed avere un documento ufficiale che lo provi». Recita così la petizione, firmata da oltre 28mila persone, con cui si chiede la legalizzazione dei matrimoni gay in Ucraina, anche per garantire ai partner dei militari gay, che possono rimanere feriti o uccisi, gli stessi diritti dei coniugi eterosessuali.

In risposta alla petizione, Volodymyr Zelensky, che sin dall’inizio dell’invasione russa ha presentato la difesa dell’Ucraina come una lotta per la democrazia ed i valori liberali occidentali, ha riconosciuto come «nel mondo moderno, il livello di democrazia in una società è misurato, tra le altre cose, sulle politiche tese ad assicurare eguali diritti a tutti i cittadini».

Il presidente ha aperto all’idea di unioni civili dal momento che per legalizzare i

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matrimoni gay bisognerebbe cambiare la Costituzione, che definisce il matrimonio «basato sul consenso tra un uomo ed una donna», e questo non è possibile in un periodo di guerra. Zelensky ha quindi detto di aver chiesto al primo ministro di valutare la possibilità di varare misure per il riconoscimento delle unioni civili.

Su tutt’altra strada è invece la Russia, che negli ultimi mesi sta sta rendendo quasi impossibile la vita – già complessa e pericolosa – ai propri cittadini omosessuali. È in arrivo, infatti, una nuova e più stringente legge contro quella che viene definita «propaganda gay», a conferma che la postura aggressiva all’estero (indiscutibile grazie all’attacco all’Ucraina) va di pari passo con la cancellazione dei diritti civili. L’espressione della cultura Lgbtq sarà proibita non più solo di fronte ai minori, ma di fronte a chiunque.

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