È vietato fumare in spiaggia?

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Cosa rischia chi accende una sigaretta in riva al mare? Esiste una legge valida ovunque? Chi può introdurre il divieto? E che succede con quelle elettroniche?

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Se c’è una cosa che il fumatore proprio non tollera è il divieto di accendere una sigaretta all’aperto. Già sono scattati anni fa i limiti per fumare al chiuso e, soprattutto al bar o al ristorante, chi ha il vizio del tabacco ha faticato non poco ad abituarsi a rinunciare a quel «piacere» (per lui lo è, eccome se lo è) mentre sorseggia un aperitivo o appena mandato giù l’ultimo boccone del pranzo o della cena. Il tempo in cui si resiste prima di accendere la sigaretta successiva varia da un fumatore all’altro ma, certamente, se uno prevede di stare al mare una giornata o anche solo la mattinata mette in conto di accenderne almeno un paio. Può farlo senza rischiare una multa?

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È vietato fumare in spiaggia?

Dipende da dove si va. Una legge specifica nazionale non esiste ma i Comuni sono legittimati ad emanare delle ordinanze per impedire di fumare sia sulla spiaggia sia – soprattutto – nella battigia. Non solo perché il fumo può dare fastidio ai bagnanti ma anche perché, immancabilmente, il mozzicone finisce in mare o nella sabbia. I più furbi li seppelliscono pensando di risolvere così il problema, ignorando (ormai volutamente, perché il problema è di pubblico dominio) che la Natura impiega quasi un decennio per smaltirli.

Ad ogni modo, e per quanto non ci sia una legge nazionale che vieti di fumare in spiaggia, ne esiste invece una che vieta di gettare i mozziconi a terra, negli scarichi, in acqua o ovunque possano inquinare. Vediamo cosa rischia chi non resiste alla sigaretta in spiaggia.

Fumare in spiaggia: è vietato?

Come detto, ad oggi, non c’è una legge approvata dal Governo o dal Parlamento che abbia introdotto il

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divieto di fumare in spiaggia. Pertanto, il fumatore è libero di accendersi una sigaretta sulla sabbia cocente di una spiaggia, aperta a tutti o a pagamento, e di fumarsela anche tenendo le gambe in acqua, ovviamente con certi limiti che poi vedremo.

In mancanza di questa legge, però, le amministrazioni comunali e i gestori degli stabilimenti balneari possono intervenire per vietare il fumo in spiaggia. Lo scopo è doppio e fin troppo evidente: da una parte, tutelare la salute di tutti, specialmente quella dei non fumatori, costretti a respirarsi le «bionde» degli altri. Dall’altra, tutelare l’ambiente dagli ammassi di mozziconi abbandonati sulla sabbia.

Alcuni sindaci, per esempio, hanno emesso delle ordinanze per vietare di accendere la sigaretta entro una certa distanza dalla riva o dalla battigia. Il divieto, però, deve essere segnalato con appositi cartelli che riportino la scritta «Vietato fumare», indicando qual è la zona in cui opera questa limitazione. Il cartello deve essere leggibile anche a distanza, in modo da evitare la solita risposta «scusi, non l’avevo visto».

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Fumare in spiaggia: le sanzioni

Chi cede al vizio del tabacco nonostante sia vietato fumare in spiaggia rischia una sanzione amministrativa da 25 a 500 euro. Prendendo come riferimento il costo medio di un pacchetto di sigarette (forse così il trasgressore la capisce meglio), rischia una multa da 5 a 100 pacchetti. Se la sanzione viene pagata entro cinque giorni, si ha diritto alla riduzione del 30%.

I controlli sul rispetto delle ordinanze comunali spettano alla Polizia locale, autorizzata a fare dei sopralluoghi in spiaggia e a comminare le sanzioni a chi accende la sigaretta dove non deve.

Fumare in spiaggia: il divieto di gettare mozziconi

Una cosa è avere il vizio del fumo e un’altra ben diversa è essere maleducati. Si sa che raramente un fumatore resiste delle ore senza accendere la sigaretta e che spesso è disposto a rischiare la sanzione per fumarsela di nascosto in un luogo vietato. Non è cosa buona e giusta ma c’è chi lo fa. Così come c’è chi, incurante dell’inquinamento che produce, getta qua e là il

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mozzicone lasciandolo in superficie (a volte senza spegnerlo bene, così chi ci passa sopra a piedi nudi si lamenterà di quanto scottava oggi la sabbia) oppure seppellendolo per nascondere il suo peccato.

Esiste una legge nazionale [1] che vale sia nella spiaggia in cui è vietato fumare sia nelle località in cui è consentito e che sanziona chiunque butti i mozziconi di sigaretta a terra, in acqua, negli scarichi o «in qualsiasi apertura della pavimentazione», compresi i tombini dove spesso si vedono galleggiare.

In questo caso, la legge prevede una sanzione da 60 a 300 euro o, per dirla in «tabagese», da 12 a 60 pacchetti di sigarette di multa. I proventi (in soldi) della sanzione verranno trasferiti dallo Stato ai Comuni per l’acquisto di appositi raccoglitori per mozziconi e prodotti da fumo. Posaceneri o simili, insomma. Inoltre, dovranno essere utilizzati per finanziare campagne di sensibilizzazione sulla pericolosità e sulle potenzialità inquinanti di questo tipo di rifiuti.

Fumare in spiaggia: si può usare la sigaretta elettronica

Laddove è

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vietato fumare in spiaggia, si può arrivare a un compromesso per non rinunciare al vizio e, allo stesso tempo, non inquinare l’aria o la sabbia? Si può, almeno svapare, cioè utilizzare la sigaretta elettronica?

Anche in questo caso, in mancanza di una legge nazionale che lo preveda, si è nelle mani delle ordinanze comunali, che possono vietare anche questo tipo di prodotti da fumo. Va ricordato, infatti, che la legge non distingue tra sigaretta tradizionale ed elettronica quando si tratta di applicare il divieto nei luoghi pubblici al chiuso. Lo stesso potrebbe prevedere un sindaco per quanto riguarda le spiagge che si trovano nel suo territorio di competenza.

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