Sfratto: possono intervenire i servizi sociali?
Se nell’immobile ci sono persone fragili, si possono chiamare i servizi sociali per impedire o ritardare il rilascio dell’immobile a favore del proprietario?
Lo sfratto è la procedura giudiziaria che consente al proprietario di ottenere nuovamente la disponibilità del suo immobile a seguito della concessione in locazione. Qualora l’inquilino non voglia andare via, è possibile far intervenire l’ufficiale giudiziario coadiuvato dalle forze dell’ordine. In tale contesto si pone il seguente quesito: nel caso di sfratto, possono intervenire i servizi sociali?
La domanda si pone tutte le volte in cui nell’abitazione ci sono minorenni o persone fragili che, se venissero allontanate, non saprebbero dove trovare riparo o, comunque, rischierebbero di subire un grave pregiudizio. In ipotesi del genere,
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Sfratto: si può chiedere l’intervento dei servizi sociali?
Senza indugiare inutilmente, possiamo affermare che è possibile chiedere l’intervento dei servizi sociali quando lo sfratto è dovuto a una morosità incolpevole e nella procedura sono coinvolti soggetti fragili, come ad esempio disabili e minori.
Sfratto: come chiedere l’aiuto dei servizi sociali?
Per avvalersi dell’assistenza dei servizi sociali, è necessario presentare una richiesta formale presso gli uffici comunali competenti, i quali valuteranno la situazione e decideranno il tipo di supporto da fornire.
Il sostegno offerto può infatti variare in base al caso specifico, includendo, ad esempio, aiuti finanziari temporanei, supporto nella ricerca di un alloggio alternativo o l’accesso a programmi di assistenza sociale e psicologica.
Affinché i servizi sociali possano attivarsi non occorrono particolari formalità: è sufficiente presentare un’istanza presso l’ufficio comunale di residenza, eventualmente avvalendosi anche dei modelli forniti dagli operatori stessi.
All’iniziale istanza è opportuno allegare la documentazione inerente al caso concreto, come ad esempio:
- il contratto di locazione;
- l’intimazione di sfratto;
- qualsiasi documento (Isee, lettera di licenziamento, verbale commissione medica Inps, ecc.) che attesti la situazione finanziaria o di salute del richiedente.
Sfratto: cosa possono fare i servizi sociali?
Nel contesto di uno sfratto, i servizi sociali possono offrire un supporto di due tipi:
- prima della convalida dello sfratto, gli assistenti si adoperano per instaurare un dialogo con il proprietario dell’abitazione o i suoi rappresentanti legali, al fine di trovare una soluzione che eviti il rilascio dell’immobile. Ciò può includere la negoziazione di un piano di rientro del debito che permetta all’inquilino di saldare gradualmente quanto dovuto e, di conseguenza, evitare lo sfratto. In alternativa, può essere discussa un’estensione del periodo di permanenza nell’abitazione, offrendo all’affittuario più tempo per trovare una soluzione alternativa;
- dopo la convalida dello sfratto, i servizi sociali si mobilitano per assistere l’inquilino moroso nella ricerca di una nuova soluzione abitativa nel minor tempo possibile, eventualmente mettendo a disposizione dello sfrattato un alloggio comunale (nell’ipotesi in cui l’ente abbia previsto un piano per fronteggiare l’emergenza abitativa).
Per quanto riguarda la
- fondi comunali destinati a sostegno di individui o famiglie in difficoltà;
- fondi per il sostegno all’affitto, disponibili sia a livello locale che nazionale;
- Il Fondo per la Morosità Incolpevole, che offre aiuti economici per il pagamento dell’affitto alle persone in stato di bisogno economico, a patto che l’immobile sia situato in un’area di forte tensione abitativa identificata a livello nazionale.
Inoltre, gli assistenti sociali possono fornire assistenza preziosa agli inquilini morosi nell’inoltrare la domanda per un alloggio di Edilizia residenziale pubblica (Erp), a condizione che siano soddisfatti i criteri di ammissibilità.
Sfratto: cosa fanno i servizi sociali se ci sono minorenni?
In caso di sfratto, si possono fare intervenire i servizi sociali anche se nell’abitazione sono presenti minorenni.
In tali circostanze, gli assistenti sono chiamati ad agire per assicurare ai minori le protezioni legalmente riconosciute, inclusa la fornitura di un
- prima della convalida dello sfratto, gli assistenti sociali si adopereranno per raggiungere un’intesa con il proprietario di casa, nella speranza di permettere alla famiglia inadempiente di prolungare la propria permanenza nell’immobile il più possibile;
- successivamente alla convalida dello sfratto, si procederà alla ricerca di una soluzione abitativa alternativa per la famiglia. Qualora tale ricerca non sortisse effetti immediati, è prevista la possibilità di collocare i minorenni in comunità o strutture simili in via temporanea, fino a quando non verrà individuata una soluzione stabile per l’alloggio dei genitori.