Permessi per la donazione del sangue: come funzionano?

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Cosa deve fare chi vuole diventare donatore? A quante ore di assenza retribuita ha diritto?

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In Italia, nel 2021 (ultimo dato ufficiale disponibile), i donatori di sangue erano circa 1,6 milioni, di cui quasi 1,4 periodici e il resto alla loro prima esperienza. Il numero delle donazioni è stato di circa 3 milioni, più o meno una ogni dieci secondi. Questa è la risposta degli italiani al bisogno di sangue per cercare di salvare delle vite umane. Buona parte di questi donatori sono dipendenti che, periodicamente, devono assentarsi dal posto di lavoro per recarsi in una delle strutture in cui vengono fatti i prelievi. A questo punto, i permessi per le donazioni del sangue come funzionano?

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Quanto tempo di assenza viene retribuito?

Come sottolinea il ministero della Salute attraverso il Centro nazionale sangue, le donazioni salvano la vita di circa 630mila persone all’anno solo in Italia, mediamente una al minuto. Le trasfusioni sono indispensabili nel trattamento di moltissime patologie. Si pensi a chi è affetto da talassemia, che ha bisogno di circa 25 trasfusioni di sangue all’anno per vivere. Per non parlare di chi subisce un trapianto al cuore: dopo l’intervento, ha bisogno di circa 30-40 sacche di sangue. E così via. Per i lavoratori che decidono di dare una mano in questa impresa (anzi, di porre un braccio), come funzionano i permessi? Vediamo.

Donazione del sangue: chi la può fare?

Per potersi proporre come donatore del sangue, bisogna avere i seguenti requisiti:

Donazione del sangue: cosa bisogna fare?

Il primo passo per diventare

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donatore di sangue è quello di rivolgersi ad una delle associazioni o delle strutture sanitarie incaricate dei prelievi. Occorre compilare un questionario su cui riportare stato di salute e stile di vita, dopodiché ci saranno un colloquio ed una visita fatta dal medico autorizzato. Se tutto va bene, verrà fissato l’appuntamento per il primo prelievo.

Quando si va a donare il sangue, non è necessario presentarsi a digiuno ma sì dopo aver fatto una colazione leggera. Meglio evitare le brioche, insomma, ma preferire tè o caffè poco zuccherati, frutta fresca o spremuta, pane non condito, fette biscottate, ecc.

Il sangue prelevato, e sempre per tutelare sia chi lo dona sia chi lo riceve, viene sottoposto a questi esami:

Alla prima donazione, inoltre, si eseguono questi ulteriori esami per determinare il gruppo sanguigno:

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Infine, chi dona il sangue regolarmente deve effettuare con cadenza almeno annuale il controllo di alcuni parametri come la glicemia, il ferro, i trigliceridi, ecc.

Donazione del sangue: come funzionano i permessi?

Il lavoratore subordinato che vuole fare la donazione del sangue ha diritto ad un permesso retribuito per l’intera giornata lavorativa in cui viene effettuato il prelievo.

Il periodo di riposo ha una durata di 24 ore, che decorrono dal momento in cui il lavoratore si è assentato o, in mancanza di tale riferimento, dal momento della donazione risultante dal certificato medico. Significa che se un lavoratore che inizia in ufficio alle 8.30 del mattino sa di avere la donazione del sangue alle 8, va direttamente a fare il prelievo e va regolarmente al lavoro il giorno dopo. Mentre se deve presentarsi nella struttura sanitaria, ad esempio, alle 11.30 e ci mette mezz’ora per arrivarci, potrà assentarsi alle 11 e tornare in ufficio alla stessa ora del giorno successivo.

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I contributi previdenziali relativi al giorno di assenza sono accreditati tramite contribuzione figurativa.

Affinché il permesso venga riconosciuto e retribuito, il lavoratore-donatore deve:

La retribuzione copre solo le ore di lavoro effettivamente non prestate ed è anticipata dal datore di lavoro ma a carico dell’Inps. Il datore può chiedere il rimborso attraverso il flusso UniEmens entro la fine del mese successivo a quello in cui il lavoratore ha donato il sangue.

I lavoratori che si sono sottoposti ad esami di accertamento per diventare donatori ma che sono stati giudicati inidonei hanno diritto al permesso retribuito per il tempo necessario a fare gli accertamenti e per le relative procedure.

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