Quando si perde l’ecobonus?

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Il parere della Cassazione sulle agevolazioni per gli interventi finalizzati al risparmio energetico e, in particolare, sull’obbligo di comunicazione all’Enea.

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La legge consente una detrazione fiscale dal 65% all’85% per gli interventi effettuati su un immobile finalizzati al risparmio energetico. È il cosiddetto ecobonus, che spetta per lavori come l’acquisto e la posa in opera di finestre comprensive di infissi, di schermature solari e per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione di determinate caratteristiche. Oppure per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, o per le spese sostenute per l’acquisto e la posa in opera di generatori d’aria calda a condensazione. In ogni caso, bisogna rispettare determinate procedure, che comportano anche delle comunicazioni obbligatorie agli enti autorizzati a fare dei controlli. A tal proposito,

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quando si perde l’ecobonus?

La Cassazione ha sottolineato uno dei requisiti fondamentali, di cui ci occupiamo in seguito, per poter beneficiare dell’agevolazione, e cioè quello della comunicazione obbligatoria all’Enea, l’Ente nazionale per l’energia e l’ambiente. Che cosa bisogna inviare e quando si rischia di non poter detrarre alcunché? Vediamo.

Che cos’è l’ecobonus?

L’ecobonus è una detrazione fiscale compresa tra il 50% e l’85% su alcuni lavori di ristrutturazione degli immobili finalizzati al risparmio energetico. Non prevede un tetto di spesa ma una soglia massima di detrazione che varia a seconda degli interventi.

Le due aliquote più alte, vale a dire quelle dell’80% e dell’85%, sono dedicate ai lavori sul consolidamento antisismico. Va ricordato, dunque, che interessa soprattutto gli edifici non residenziali, visto che quelli abitativi possono godere del

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superbonus al 110%.

Le aliquote del 50% o del 65% riguardano le unità immobiliari abitative singole.

Per beneficiare dell’ecobonus occorre effettuare i pagamenti con bonifico parlante.

Ecobonus: che cos’è la comunicazione all’Enea?

Oltre ad effettuare il pagamento dei lavori con il bonifico parlante, al fine di beneficiare dell’ecobonus è necessario inviare all’Enea per via telematica la comunicazione con le informazioni relative agli interventi terminati che danno accesso alle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie finalizzate al risparmio energetico e/o all’’utilizzo delle fonti rinnovabili.

Nel dettaglio, l’Agenzia delle Entrate precisa che è obbligatorio inviare all’Enea:

L’invio della scheda informativa è richiesto anche per gli interventi influenti dal punto di vista termico o che interessino il rifacimento dell’intonaco per oltre il 10% della superficie disperdente complessiva totale dell’edificio di cui al

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bonus facciate.

Quando si perde l’ecobonus per la mancata comunicazione all’Enea?

Il contribuente rischia di perdere l’ecobonus non solo per la mancata comunicazione all’Enea dei lavori terminati nell’immobile e finalizzati al risparmio energetico ma anche per il ritardato invio delle comunicazioni richieste. Lo ha stabilito la Cassazione in una recente ordinanza[1].

La Suprema Corte ha ricordato che tale comunicazione non solo ha natura ricognitiva ma anche di controllo sull’efficacia degli interventi effettuati dal punto di vista energetico. Nello specifico, l’ordinanza richiama il decreto del ministero delle Finanze in cui è stabilito l’obbligo di comunicazione all’Ente energetico, pena l’esclusione dalle agevolazioni fiscali relative agli interventi di riqualificazione energetica.

La certificazione energetica, fa notare la Cassazione, ha un ruolo importante sia per l’eventuale rilevanza degli illeciti disciplinari commessi dai notai nello svolgimento del loro lavoro in tema di compravendite immobiliari, sia sul fronte delle politiche energetiche nazionali indirizzate allo sviluppo sostenibile.

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