Tutte le fasi di un colloquio di lavoro

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Come si svolge un incontro con un recruiter o con il responsabile di un ufficio del personale. Come può comportarsi un candidato per non «bruciarsi» subito.

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Ottenere un colloquio di lavoro è già una conquista: quando si manda un curriculum a un’azienda, non si è sempre convinti di essere convocati dall’ufficio del personale per proporre la propria candidatura. Se arriva la telefonata, scattano i nervi e passa immancabilmente per la testa il fatidico pensiero: «Chissà che cosa succederà, che cosa mi chiederanno, se saranno davvero interessati a me o sarò soltanto un granello di sabbia in una spiaggia immensa di candidati». Il risultato finale dipenderà da tanti fattori ma, sicuramente, ci sarà da parte dell’interlocutore un’impostazione predefinita che vale per tutti gli aspiranti a quel posto. Vale la pena, dunque, di sapere in anticipo quali sono

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tutte le fasi di un colloquio di lavoro.

Lo schema più comune è fatto di questi passaggi:

Ovviamente, ogni schema è fatto per essere modificato o personalizzato a seconda del modo in cui ogni azienda ritiene opportuno effettuare una ricerca di personale o del candidato che si trova davanti.

Fase 1 del colloquio di lavoro: la presentazione del candidato

Il primo approccio, probabilmente, è quello più difficile da superare ma basta cercare di avere i nervi saldi e non farsi intimorire. Ci sono due aspetti che viaggiano paralleli e che nessuna delle parti deve ignorare prima di iniziare il

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colloquio di lavoro:

Nella prima fase del colloquio, il candidato incontrerà un responsabile dell’azienda o un recruiter (ad esempio, una persona di un’agenzia esterna incaricata di fare una prima selezione di aspiranti al posto). Di norma, si chiede al candidato di fare una breve presentazione di sé stesso in cui esponga sinteticamente:

Fase 2 del colloquio di lavoro: l’esperienza lavorativa

Nella fase successiva del colloquio di lavoro, il responsabile dell’azienda si concentrerà sull’

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esperienza professionale del candidato, nel caso abbia già un percorso alle spalle.

Il primo aspetto da tenere in considerazione è quello di non esagerare mai su quello che è stato fatto in passato: nel caso in cui il candidato venga assunto, dovrà dimostrare fin da subito di non avere «gonfiato» il curriculum e le proprie potenzialità. Farlo comporterebbe dei rischi molto pesanti:

In questa fase, possono essere poste delle domande come, ad esempio:

Fase 3 del colloquio di lavoro: la presentazione dell’offerta

Una volta che il responsabile dell’azienda o il recruiter si è fatto un’idea della personalità e dell’esperienza del candidato, si entrerà nel dettaglio della

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posizione oggetto dell’offerta di lavoro. Verranno, quindi esposte:

Raramente in questa terza fase del colloquio di lavoro si scende nei particolari contrattuali. Non si parla, cioè, di orario di lavoro o di stipendio. Sono dettagli che vengono solitamente rimandati alla fine del colloquio o ad un secondo incontro, quando il recruiter o l’ufficio del personale ha le idee più chiare su chi potrebbe occupare la posizione ricercata.

Fase 4 del colloquio di lavoro: domande e risposte

Prima di concludere il colloquio di lavoro, nell’ultima fase dell’intervista, arriva il momento in cui il candidato deve giocarsi le sue ultime carte.

Avrà appena ascoltato ciò di cui l‘azienda ha bisogno, quindi potrà spiegare al suo interlocutore perché pensa di essere la persona più adatta ad ottenere il posto di lavoro. Adatterà le caratteristiche di cui ha parlato nelle fasi precedenti alle esigenze dell’azienda (ad esempio, l’essere una persona disponibile e precisa, a volte fin troppo meticolosa, se capisce che è quello che il suo potenziale datore sta cercando), sempre senza attribuirsi delle qualità che non gli appartengono.

Potrà anche sentirsi porre delle domande come, ad esempio:

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