Decreto ingiuntivo contro eredi: come difendersi

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Recupero crediti da persona deceduta: tutte le eccezioni che possono essere sollevate dagli eredi per difendersi dai creditori del defunto.

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I debiti si trasmettono agli eredi, i quali sono quindi tenuti a pagarli anche con il proprio patrimonio personale. Ciò può essere evitato in due modi: accettando l’eredità con beneficio d’inventario, in modo da essere obbligati solo nei limiti di quanto ereditato; rinunciando del tutto all’eredità. È in questo contesto che si pone il seguente quesito: come difendersi dal decreto ingiuntivo contro gli eredi?

In altre parole, vedremo cosa devono fare i familiari della persona deceduta che ha lasciato debiti di cui dovrebbero rispondere i propri eredi. Approfondiamo la questione.

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Come si dividono i debiti tra eredi?

Secondo la legge [1], gli eredi sono tenuti verso i creditori al pagamento dei debiti ereditari personalmente, in proporzione della loro quota ereditaria.

In buona sostanza, l’erede destinatario di una fetta maggiore dell’eredità sarà tenuto a pagare una quota maggiore di debiti, un po’ come avviene in condominio, ove gli oneri si pagano in proporzione ai millesimi posseduti.

Cos’è l’azione di rivalsa?

Se l’erede ha pagato oltre la parte a lui incombente, può agire in rivalsa contro gli altri coeredi, chiedendo a costoro la restituzione di quanto anticipato.

L’azione di rivalsa può essere esercitata solamente pro rata: in altre parole, il coerede non ha diritto a pretendere, dopo avere detratta la quota a suo carico, l’intero residuo da uno solo dei coeredi.

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Decreto ingiuntivo contro gli eredi: come fare?

Il creditore di una persona defunta può agire contro gli eredi per ottenere ciò che gli spetta.

Per fare ciò, deve accertarsi che i soggetti contro cui agisce siano effettivamente eredi del defunto.

Il creditore non può limitarsi a dimostrare che i soggetti contro i quali ha agito sono figli, parenti o conviventi del defunto: occorre anche provare che costoro abbiano accettato l’eredità.

Secondo la Cassazione [2], il creditore deve provare non solo che le persone contro cui agisce siano chiamati all’eredità, ma anche che abbiano accettato la stessa, cioè che abbiano acquisito a tutti gli effetti la veste di eredi.

Secondo la legge, infatti, non si diventa eredi automaticamente alla morte del parente: occorre accettare l’eredità per divenire tali.

L’accettazione può avvenire anche tacitamente, mediante un comportamento da cui si desume la volontà di far proprio l’asse ereditario.

Il figlio che si trasferisce nell’abitazione del defunto padre dimostra di voler accettare l’eredità prendendone immediatamente possesso.

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Secondo la Cassazione, l’accettazione (espressa o tacita) dell’eredità rappresenta una condizione imprescindibile del diritto di credito azionato contro l’erede.

Eredi: come difendersi dal decreto ingiuntivo?

Gli eredi che si vedono notificare un decreto ingiuntivo possono opporsi sulla scorta delle considerazioni che seguono.

Opposizione contro la maggior somma richiesta

Innanzitutto, come detto nel primo paragrafo, ogni erede è tenuto al pagamento dei debiti solo in proporzione a quanto ereditato.

Chi è erede per 1/5 dovrà pagare solo 1/5 dei debiti esistenti nell’asse ereditario.

Pertanto, è possibile opporsi al decreto ingiuntivo con cui viene intimato a un solo erede di pagare la totalità dei debiti o, comunque, una quota maggiore rispetto alla fetta d’eredità che si è acquisita.

In questi casi, l’opposizione dovrà essere fatta valere contro la maggior somma indebitamente richiesta.

Ad ogni modo, il pagamento del debito superiore alla propria quota ereditaria conferisce il diritto di agire in rivalsa

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contro gli altri coeredi per la restituzione.

Difetto di legittimazione passiva

È poi possibile opporsi al decreto ingiuntivo nel caso in cui il creditore non abbia fornito prova della qualità di erede in capo al soggetto intimato: come detto, infatti, questo onere probatorio grava in capo al creditore.

In ipotesi del genere è quindi possibile eccepire il cosiddetto “difetto di legittimazione passiva”, cioè la propria estraneità alla pretesa creditoria.

Opposizione per aver rinunciato all’eredità

Se il soggetto ingiunto ha rinunciato all’eredità, allora potrà fare opposizione al decreto ingiuntivo allegando l’atto formale (redatto dal notaio o ricevuto dal cancelliere del tribunale) con cui ha manifestato la volontà di non ricevere alcuna quota dell’asse ereditario.

In questo caso, il soggetto dimostra la sua totale estraneità a ogni pretesa creditoria; il giudice non potrà che prenderne atto dichiarando, anche in questa ipotesi, il difetto di legittimazione passiva.

Opposizione per incompetenza del giudice

Infine, gli eredi che vogliono difendersi dal decreto ingiuntivo notificato per debiti del defunto possono eccepire l’

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incompetenza territoriale del giudice che ha emesso il provvedimento.

Secondo la Cassazione [3], per il decreto ingiuntivo contro gli eredi è competente il giudice del luogo ove si è aperta la successione, corrispondente per legge [4] al domicilio dell’originario debitore. Si prescinde, dunque, dal luogo in cui sono situati i singoli beni compresi nell’asse ereditario.

Tizio, pur risiedendo e avendo il suo patrimonio a Roma, è domiciliato per lavoro a Milano. Chi intende agire per i debiti della sua eredità deve promuovere una causa al giudice di Milano.

Si tratta di un aspetto molto importante di cui gli eredi devono tener conto per poter fare opposizione al decreto ingiuntivo.

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