I genitori possono lavorare di notte?

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Cos’è il lavoro notturno? Qual è la differenza tra il divieto assoluto per la madre lavoratrice e l’esonero facoltativo di cui beneficia anche il padre?

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Conciliare lavoro e genitorialità è una delle cose più difficili da realizzare. Per fortuna la legge interviene con alcune disposizioni che consentono alla mamma e al papà di poter stare vicino ai propri figli, soprattutto quando questi sono ancora in tenera età. È in questo preciso contesto che si pone il seguente quesito: i genitori possono lavorare di notte?

Cosa dice la legge riguardo al lavoro notturno? Le mamme possono lavorare di notte? E i padri? In questo articolo, esamineremo le disposizioni legali che riguardano i genitori, spiegando quando è permesso lavorare di notte e quando è necessario evitare questa modalità di lavoro. Scopriremo anche cosa si intende per “

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lavoro notturno” secondo la legge italiana e come i contratti collettivi possono influenzare tali regole.

Cosa si intende per lavoro notturno?

Secondo la legge, è notturno il lavoro svolto dalle 24:00 alle 06:00; il tempo per raggiungere il luogo di lavoro o tornare a casa non è incluso nel calcolo.

Le mamme possono lavorare di notte?

La legge [1] prevede un divieto assoluto di lavoro notturno alla madre lavoratrice, dall’accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento di 1 anno del figlio. Lo scopo è di salvaguardare il benessere psico-fisico della donna.

Fino ai 3 anni di età del figlio, invece, la legge stabilisce una facoltà di esonero dal lavoro notturno, di cui può beneficiare anche il padre lavoratore, purché viva insieme al figlio.

Questa regola è basata sull’interesse principale del bambino, che ha il diritto a una

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presenza costante e stabile del genitore durante le ore notturne.

In altre parole, mentre il divieto di lavoro notturno, tassativo e inderogabile, è previsto solo per la lavoratrice, dall’accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento del primo anno d’età del bambino, l’esonero dal lavoro notturno fino al terzo anno del figlio è una facoltà di cui possono avvalersi entrambi i genitori.

Pertanto, le coppie con figli di età inferiore ai 3 anni possono decidere quale genitore dovrà essere presente durante la notte per il bambino.

Poniamo il caso di Tizio e Caia, una coppia con un figlio di 2 anni. Secondo la legge, sia Tizio che Caia possono scegliere chi dovrà lavorare durante la notte e chi dovrà essere presente per il bambino.

Genitori separati: come funziona il lavoro notturno?

Le mamme possono lavorare di notte soltanto dopo che il figlio ha compiuto 3 anni o prima, se è il padre convivente a usufruire dell’esonero dal lavoro notturno.

Tuttavia, c’è un’eccezione a questa regola: il genitore unico affidatario

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può chiedere di non lavorare di notte fino al compimento dei 12 anni del figlio.

Se Tizio è il padre convivente e il loro figlio ha 2 anni, Caia potrà lavorare di notte. Tuttavia, se Tizio e Caia si separassero e avesse l’affidamento esclusivo del bambino, Caia potrebbe continuare a lavorare di notte fino a quando il loro figlio raggiunge i 12 anni.

In caso di affido condiviso, ognuno dei genitori ha diritto a non svolgere attività in orario notturno durante il periodo in cui dimostra al datore di lavoro di convivere con il minore.

Pertanto, possiamo affermare che non sono obbligati a svolgere lavoro notturno:

Quando vige l’esonero dal lavoro notturno per i genitori?

L’esonero dal lavoro notturno per i genitori si applica a

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qualsiasi settore di attività; i contratti collettivi nazionali possono adattare le regole alle esigenze specifiche del settore senza compromettere i diritti dei genitori o dei figli dei lavoratori.

La Corte di Cassazione [2] ha stabilito che anche le mamme hostess nell’aviazione civile sono esentate dal lavoro notturno, nonostante il settore non sia sottoposto alle regole generali sul lavoro notturno.

Lavoro notturno dei genitori: conclusioni

In conclusione, i genitori hanno il diritto di scegliere se lavorare di notte o meno, almeno durante i primi tre anni di vita dei figli.

Per la madre, invece, vige un divieto assoluto di lavoro notturno, dall’accertamento della gravidanza fino al primo anno d’età del figlio.

Se il genitore è unico affidatario, allora il divieto di lavoro notturno può estendersi fino ai dodici anni del figlio.

Se i genitori sono separati con affido condiviso, ciascuno di essi può chiedere l’esonero dal lavoro notturno, ma solo nei giorni in cui il minore è loro affidato.

Le regole sul lavoro notturno dei genitori si applicano a tutti i settori. I contratti collettivi, infatti, possono prevedere solo condizioni migliorative e mai peggiorative.

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